agosto

Quelle belle fanciulle firmate Sandro Vacchetti
(la stampa) Le statuine in ceramica di belle fanciulle possono sempre nascondere qualche sorpresa. Un lettore G.V. della provincia di Cuneo, fornendo fotografie a colori, chiede notizie sulle ceramiche che appartengono alla sua famiglia "certamente dagli anni successivi all´ultima guerra mondiale e con il marchio Essevi.". La risposta all´architetto Massimo Meli, perito ed anche restauratore: "Molto interessanti sono queste due statue in ceramica eseguite da quel grande maestro di nome Sandro Vacchetti che per tanti anni fu collaboratore della famosa Lenci e che nel 1934 aprì una fabbrica in collaborazione con Nello Franchini, la Essevi appunto, concorrente torinese della Lenci. Il nome della Essevi deriva dalle sue iniziali. La produzione ricalca per certi versi quella da lui prodotta per la Lenci. La manifattura, dopo un´interruzione negli anni della guerra, proseguì fino al 1952. "Il primo modello in possesso del lettore si intitola "Il mondo e il suo castigo": rappresenta una fanciulla nuda seduta su un globo dove sono raffigurati i dodici segni dello zodiaco. Il suo valore è tra i 3000 e 3500 euro. Il secondo rappresenta una signorina seduta a terra vestita con abito dell´epoca magistralmente dipinto. Dalla fotografia non si capisce bene se alla base esiste una lacuna; comunque se intatta, il suo valore è di 3500 euro. Meno interessante la piastrella raffigurante Madonna con bambino che si attesta come valore intorno agli 800 euro". Anche Roberto D. di Torino possiede tre "belle fanciulle" in ceramica, una delle quali è firmata Essevi M. di S. Vacchetti. Spiega l´esperto: "Molto bella la statuina raffigurante una ragazza orientale con le mani in posizione di danza e vestita con uno stupendo abito dipinto. E´ firmata Sandro Vacchetti per la Essevi (ne abbiamo parlato nella precedente risposta, n.d.r.) ed è databile intorno al 1935-1938. Il modello è decisamente raro, sia per il soggetto sia per la qualità esecutiva; il suo valore è di 3000 euro. Per le altre due, una firmata Galletto-Italy-F319 e l´altra senza alcuna firma, non ho trovato riscontri: sono oggetti curiosi, ma null´altro". Anche Maria L. di Torino ha in casa una placca in ceramica raffigurante una Madonnina con bimbo firmata Essevi e S. Vacchetti come il lettore della provincia di Cuneo. Secondo l´esperto il suo valore è analogo, circa 800 euro. In quanto al vao e al quadretto, le foto inviate sono assolutamente illeggibili, perciò i nostri esperti non danno alcuna risposta. Ancora una Madonnina, avuta da Silvia in regalo da una zia, che reca sulla base la scritta IGNI 17 Torino: "Ha valore?". L´architetto Massimo Meli precisa che "è stata prodotta dalla fabbrica IGNI di Nello Franchini intorno al 1936-38 (lo stesso che collaborò per la Essevi con Sandro Vacchetti. Il suo valore si aggira sugli 800 euro". Impossibile fornire alla lettrice una stima seppur approssimativa su un piatto d´argento attraverso una fotografia. Con i complimenti per la rubrica la signora E.F.A. vorrebbe conoscere il valore di tre statuine firmate Lenci "riposte da anni in un armadio per timore che si rompessero e che ora sembrano tornate di moda". "La Madonna in ceramica con manto scuro e mani in posizione di preghiera è stata eseguita dalla fabbrica torinese della Lenci, così come la Madonna con bambino in braccio. Tutte e due sono state prodotte nel periodo migliore della manifattura, quello diretto da Elena Scavini. Purtroppo i soggetti religiosi non sono molto richiesti sul mercato del collezionismo; infatti i loro valori sono decisamente inferiori a quelli ottenuti da altri modelli della stessa fabbrica. Il loro valore è di circa 1000-1500 euro. In quanto alla bambina con mazzetto di fiori e i riccioli d´oro è stata eseguita dalla manifattura vicentina di Tosin, databile intorno al 1935: il suo valore si aggira intorno ai 700 euro". simonetta.conti@lastampa.it Simonetta

ASCOLI - OTTO CERAMISTI ASCOLANI
(rdc) Otto ceramisti ascolani parteciperanno, con proprie opere, alla mostra itinerante che si svolgerà il prossimo anno negli Stati Uniti. L'evento artistico è organizzato dall'Associazione Italiana delle Città della Ceramica e dall'Istituto Nazionale per il Commercio Estero a favore della ceramica italiana. Domani mattina alle ore 12, nell'ufficio del sindaco interverranno gli otto partecipanti, il direttore della Pinacoteca Stefano Papetti e l'assessore Achille Buonfigli.

La ceramica messaggera
(la sicilia) CALTAGIRONE - Gli ornati armoniosi, le leggiadre figure femminili e le geometrie caleidoscopiche, tipiche delle brillanti ceramiche a lustro, sono esposte in un'esemplare carrellata al Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone per la mostra "La Ceramica dorata: cinque secoli di produzione a Paterna", promossa ed organizzata dall'Assessorato regionale ai Beni Culturali ed Ambientali, dal Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone e dal Museo di Paterna (Spagna). Secondo un criterio cronologico e didattico "La Ceramica dorata" espone un centinaio di manufatti a lustro (albarelli, grandi piatti da parata, ciotole, vasi, mattonelle) del museo di Paterna integrati, per l'occasione, dagli esemplari del Museo di Caltagirone e della Fondazione Orestiadi di Gibellina, che offrono un percorso di efficace resa scientifica e di straordinaria bellezza, evocando in modo fascinoso un medioevo fantastico eppur tangibile. L'esposizione, oltre ad investigare il mondo della ceramica sotto il Regno di Aragona, propone un'accurata indagine sugli scambi commerciali che nel medioevo avvennero lungo le rotte del Mediterraneo, da Valencia a Paterna, da Siracusa ad Agrigento, da Gela a Messina. Fu proprio con la dominazione aragonese che si intensificò in Sicilia l'importazione dall'antico regno di Valencia di maioliche di Paterna, prevalentemente in verde e bruno, e di Manises, in blu e lustro dorato, che conquistarono il mercato in concorrenza con i manufatti dell'Iran, dell'Egitto e del Regno di Granada. "La mostra- ha detto la dott.ssa Enza Cilia, direttore del Museo di Caltagirone- è di eccezionale importanza perchè è il risultato di diciotto anni di investigazioni archeologiche che hanno consentito finalmente una messa a punto cronologica grazie al rinvenimento del quartiere dei vasai di Paterna e di ceramica dorata prodotta in situ". La vivacità dei ceramisti di Paterna si esprime attraverso la rappresentazione di dame riccamente abbigliate, minuziosi disegni calligrafici, partiture geometriche impreziosite dalla policromia e dal costituirsi di un linguaggio peculiare e originalissimo, in cui figure animali (leoni, pavoni..) confermano il bestiario medioevale ma lo arricchiscono con creatività. A voler delineare una mappa di rinvenimenti siciliani, la mostra consente di comprovare a partire dal XV sec. quale centro imponente l'importanza di Siracusa e dell'area orientale dell'isola dove per motivi storico politici erano confluiti i catalani, che utilizzavano vistose maioliche a lustro metallico di gusto moresco, ispirato alle fabbriche di Malaga, ma anche con motivi ornamentali che riflettono i simboli ebraici, tra cui la stella di Davide. "Il deposito di maioliche a lustro- ha dichiarato la dott.ssa Enza Cilia, direttore del Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone- rinvenuto a Siracusa e confluito nel nostro museo a distanza di un cinquantennio resta ancora il più cospicuo, pur se non mancano testimonianze ulteriori dislocate per lo più lungo le coste. Il Museo ha da qualche anno avviato un'attività di ricognizione e catalogazione degli esemplari che in base ad alcune analisi di laboratorio sono ascrivibili all'area di produzione valenzana. Il rinvenimento delle fornaci di Paterna pone adesso una problematica di più ampio respiro quali l'attribuzione alle fabbriche di Paterna di quei pezzi finora genericamente attribuiti a Valenza". "La mostra- come ha rilevato il direttore del museo di Paterna, Mercedes Mesquida- è anche il frutto degli scavi intrapresi dal Servizio Archeologico Municipale (S.A.M.) dall'inizio di questo secolo, che hanno permesso di portare in luce oltre agli "Oleries Majors", grandi laboratori ceramici a sud della città, anche gli "Oleries Xiques" o piccoli laboratori, collocati all'interno della città, e che hanno rivelato la presenza di edifici e forni che testimoniano oggi in modo inconfutabile la fabbricazione abbondante a Paterna di ceramica dorata e di pezzi decorati con lucentezza metallica dorata e con blu cobalto di altissima qualità, a partire dal XIII sec. fino al XVII sec d.C. Questi pezzi figurano tra i primi di questo tipo in epoca cristiana, nella regione di Valencia, in concorrenza con quelli medioevali dell'Iran e dell'Egitto e del Regno di Granada. Ma non mancano tra gli esemplari quelli destinati ai Mussulmani di Spagna (ciotole con dediche ad Allah)". La mostra, oltre a tentare di ricostruire la fitta rete di rapporti culturali tra i domini ricadenti sotto il Regno di Aragona che hanno costituito una delle pagine più straordinarie dell'arte mediterranea, ha alle spalle un importante studio scientifico. Parallelamente agli studi archeologici sono state condotte analisi chimiche presso il Laboratorio di Cristallografia dell'Università di Barcellona sui manufatti, mentre il Centro di Ricerca in Fisica Applicata all'Archeologia dell'Università di Bordeaux 3 ha in corso degli studi sull'origine fisica dei riflessi metallici colorati e su come ricrearli. Come ha infatti rilevato l'on. Fabio Granata, assessore regionale ai Beni culturali, "rientra negli intenti della politica culturale di questo assessorato favorire una maggiore collaborazione tra i propri istituti periferici e istituzioni straniere". "In occasione della visita, a settembre, del presidente della Catalogna, Bujol- ha concluso la dott.ssa Enza Cilia- su invito del presidente Cuffaro, tra gli eventi vi sarà il trasferimento della mostra ceramica dorata a Siracusa". Ad ottobre si terrà un convegno per illustrare i rinvenimenti siciliani. La mostra, in corso di svolgimento sarà visitabile a Caltagirone fino al 15 settembre. Alessandra La Puzza

Dentro i segreti della ceramica
In mostra a Palazzo Vecchio selezione di pezzi pregiati

(il tirreno) MONTELUPO. Un omaggio al passato ma con l'occhio ben rivolto al presente, alle potenzialità economiche della ceramica. È questo lo spirito con cui Montelupo insieme a Impruneta e Sesto Fiorentino hanno organizzato una mostra a Firenze, in Palazzo Vecchio dal 31 agosto al 15 settembre. Il titolo è "Terre fiorentine" e si tratta di una raccolta di maioliche, porcellane e terrecotte. L'iniziativa è nata dall'associazione "Terre di Toscana" che riunisce appunto i tre Comuni legati dalla tradizione della ceramica e dallo stretto legame con Firenze che nel passato ha favorito lo sviluppo di questa lavorazione. A Palazzo Vecchio ci saranno un centinaio di vasi, piatti e orci che vanno dal XIV al XX secolo. Quelli di Montelupo, una quarantina, provengono dalla raccolta del museo della ceramica. "Tra questi ci sono alcuni piatti di imitazione spagnola (con fondo bianco e decorazione blu) che sono venuti alla luce per caso - spiega Fausto Berti, direttore del museo della ceramica e curatore del catalogo della mostra - quando abbiamo fatto i lavori di restauro al museo, accanto abbiamo trovato un'antica fornace e tra gli scarti sono stati recuperati vari oggetti che ora abbiamo in mostra nelle sale". In Palazzo Vecchio ci saranno anche, da Impruneta, orci invetriati del Seicento che appartenevano alla farmacia fiorentina di Santa Maria della Scala, vasi delle ville medicee, e poi ancora, per arrivare a una produzione più recente, porcellane di Sesto disegnate da Giò Ponti. Nello stesso periodo in cui rimarrà aperta la mostra, alla "Rinascente", in piazza della Repubblica ci sarà un'esposizione di pezzi in ceramica e terracotta dei più significativi laboratori artigianali di Montelupo, Sesto e Impruneta. I sindaci Capezzuoli e Marco Montagni di Montelupo hanno lanciato anche la proposta di allestire alcuni banchi, sempre nella piazza, per far vedere dal vivo la lavorazione della terra. In più l'associazione "Terre di Toscana" sta lavorando con Raffaello Napoleone, presidente di Pitti Immagine, per avviare una collaborazione in occasione della mostra Pitti Immagine Casa che si terrà alla metà di marzo del prossimo anno. "Ormai non si vendono solo gli oggetti - ha spiegato il presidente - ma gli stili e le atmosfere. Di conseguenza vogliamo capitalizzare la ricchezza del territorio e con la ceramica abbiamo un'opportunità da sfruttare. L'idea è quella di affidare un progetto a un architetto di fama". L'orario della mostra è tutti i giorni dalle 10 alle 19, l'ingresso è gratuito.

Le ceramiche in mostra Oggi l'inaugurazione
(il messaggero) CASTELLI - Prosegue "Agosto a Castelli", tradizionale manifestazione d'arte ceramica, quest'anno giunta alla 38esima edizione. La mostra-mercato sarà inaugurata oggi, alle 17,30, in piazza Roma dal presidente della Regione, Giovanni Pace. Nella sala consiliare del Comune sarà possibile visitare la mostra di ceramiche e oli di Alfredo Giacomini, mentre, alle 18,30, sarà presentato il libro "Racconti della collina" di Giovanni Allegro. In via Gentile, esposizione dei lavori degli allievi dell'Istituto d'arte "Grue", dedicata alle innovazioni ceramiche, e delle sculture di Roberto Bentini. Sulla salita Paradiso, mostra fotografica a cura di Ivano Pardi, mentre, alle 19,30, visita guidata al Museo di Castelli, dove sarà possibile ammirare i manufatti realizzati dal '400 all'800, i lavori contemporanei di Philipe Artias e le sculture in ceramica di Gino Marotta. Alle 21,30, la manifestazione si conclude con il concerto "Sotto la loggia" a cura del trio composto da Fabio Menditto, Fabio Giudice e Alvaro Lopes Ferreira.

LE OPERE DI MENGARONI SU INTERNET
(rdc) PESARO - Mengaroni è su internet. Grazie alla ricognizione e archiviazione di tutte le opere del ceramista Ferruccio Mengaroni, presenti ai Musei Civici, Erika Terenzi, curatrice della sezione ceramica dei musei di Pesaro, ha informatizzato tutto il patrimonio del grande artista pesarese, creando un Database consultabile da una postazione allestita nello stesso museo e più avanti da un'altra postazione che verrà adibita nella nuova biblioteca San Giovanni. "L'archiviazione di tutte le opere di Mengaroni è solo l'inizio di un'operazione che agirà su tutto il patrimonio museale di Pesaro", ha spiegato la ricercatrice Erika Terenzi durante la conferenza "L'eredità Mengaroni al Museo delle Ceramiche". Prima di questo intervento, l'inventario era fermo al '46, con il Database risultano ai Musei Civici 175 pezzi attribuiti al Mengaroni, di cui 24 sono stati ritrovati nei depositi del museo proprio grazie a questa ricognizione. "La collezione Mengaroni è stata acquistata dal Comune di Pesaro nel 1937.

GROTTAGLIE
Da stasera al 30 settembre mostra sulle "terre del sole"
Colore e ceramica
Oggi, dopo il taglio del nastro, un concerto

(gdm) GROTTAGLIE Da stasera, e sino al prossimo 30 settembre, ecco puntuale la mostra della ceramica. E' la rassegna de "il colore nelle terre del sole". E nelle ospitali sale del castello Episcopio raccoglie appunto il colore della ceramica prodotta nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo: dalla Tunisia alla Spagna per arrivare a Grottaglie attraverso Caltagirone e Vietri sul Mare. A ben vedere, questa sorta di internazionalizzazione è la novità di quest'anno. Voluta ed ideata per far sì che la ceramica di Grottaglie si confronti (e magari "si contamini") con la ceramica mediterranea. Insomma, per circa due mesi in esposizione ci sarà il meglio della produzione dei ceramisti locali fianco a fianco dei manufatti esposti nel museo spagnolo di Paterna (Valencia), nel Museum Expression di Tunisi, oltre che nel museo di Raito di Vietri sul Mare e nel Laboratorio Didattico del Museo Regionale di Caltagirone. Tutti "pezzi" che, nella cerimonia inaugurale prevista stasera a cominciare dalle 19.30, saranno presentati dai rispettivi responsabili, ospiti per l'occasione a Grottaglie. In questa atmosfera di festa inaugurale non mancherà poi un'altra simpatica cerimonia. La città di Grottaglie adotterà infatti l'unico ceramista che ancora oggi opera a Burgio, in provincia di Agrigento, che è un antico centro di produzione ceramica che negli anni ha purtroppo perso i suoi maestri. Così anche Burgio, proprio attraverso il suo artigiano "superstite" nell'arte dell'acqua, della terra e del fuoco, farà parte di questa rassegna-confronto-contaminazione. Una mostra che nella sua parte più importante è basata essenzialmente su un centianio di "pezzi" unici; manufatti che gli organizzatori non esitano a definire di particolare pregio artistico e cromatico, rimandandone la scoperta personale di ognuno solo ad inaugurazione avvenuta. STASERA CONCERTO - Dopo l'inaugurazione della mostra della ceramica, circa un'ora e mezza dopo, dalle 21 in poi largo al pianista Nunzio Dello Iacovo per un concerto che si terrà all'aperto, nel giardino "Mediterraneo" antistante il castello Episcopio di cui è poi parte integrante. Anche con la sua musica, il maestro Dello Iacovo calcherà i temi di questa rassegna della ceramica, edizione 2002. Il concerto - "allegro con fuoco" punta su "i colori, i ritmi, i suoni nelle terre del sole". E alla musica faranno da cornice le coreografie di Elena Nevoli. In programma musiche di Scarlatti, Berio, Schumann, Beethoven, Albeniz, Granados, Chopin, Ravel e De Falla; ed oltre che delle magiche mani di Nunzio Dello Iacovo, si avvarrà anche dell'estro di un'altra pianista, Palmira Esposito, e dei danzatori Dario Basile, Iole Monacelli e Giusy Portosi. Organizzano l'amministrazione comunale e la locale Associazione Musicale Jonica intitolata al tarantino Giovanni Paisiello. Ciro Petrarulo

LA CERAMICA CHE INCANTÒ IL MONDO
(la nazione) Ci sono voluti quasi trent'anni di lavoro e studio da parte del direttore del museo archeologico e della ceramica di Montelupo, Fausto Berti, e la collaborazione nel tempo di circa cento volontari del Gruppo archeologico di Montelupo, ma alla fine la città ha visto riconosciuto il suo ruolo fondamentale nella produzione della ceramica all'interno del panorama europeo dal Medioevo all'età moderna. Riconoscimento concretizzato dalla straordinaria mostra allestita a palazzo Medici-Riccardi a Firenze (aperta fino al 27 ottobre con orario 9-19 tutti i giorni escluso il mercoledì, biglietto intero 4 euro e ridotto 2,5 euro) che vale la visita non solo per l'unicità e la bellezza dei pezzi esposti, ma anche per l'opportunità che offre di conoscere l'evoluzione della tradizione ceramica montelupina. "Capolavori della maiolica rinascimentale - Montelupo "fabbrica" di Firenze 1400-1630" riunisce per la prima volta ottanta esemplari che rappresentano il periodo aureo della produzione di Montleupo e la metà delle maioliche in mostra proviene da musei stranieri e non è mai stata esposta in Italia prima di adesso. Le altre opere sono state messe a disposizione dal Museo di Montelupo, da quello nazionale del Bargello e da alcune collezioni private, come nel caso del piatto "rosso di Montelupo" datato 1509 e appartenuto ai Rothschild. La scoperta del ruolo chiave svolto da Montelupo come centro manifatturiero per la creazione di ceramiche nei tre secoli coperti dall'esposizione presente a palazzo Medici Riccardi è trapelata fra gli studiosi nei primi anni Settanta, dopo i ritrovamenti archeologici avvenuti al "pozzo dei lavatoi", ma la consacrazione di questa verità coincide proprio con questa esposizione, che argomenta e illustra in modo affascinante la ricchezza e versatilità produttiva dei maestri montelupini. Tutto è documentato, dagli influssi orientali nelle decorazioni alla profusione di opere realizzate per la corte medicea. Francesca Cavini

Nove. Dal 7 al 15 settembre serie di manifestazioni con dimostrazioni pratiche di maestri artigiani
"La festa della ceramica"
Tra musica e mostre un corso per aspiranti ceramisti

(r. b.) (il giornale di vicenza) Non ancora concluso il periodo vacanziero e già a Nove si annuncia un mese di settembre che definire ricco di eventi è davvero poco. Momento centrale di un mese di appuntamenti e manifestazioni, sarà la grande "Festa della ceramica", in programma dal 7 al 15 settembre. Sono in programma mostre, concerti, concorsi e persino un grandioso appuntamento conviviale in piazza. Coagulati intorno a sua maestà la ceramica artistica novese, si sono stavolta trovati in tanti, dall'amministrazione comunale alla pro loco e continuando con Camera di commercio, museo della ceramica, "Associazione terra di ceramica", associazioni artigiani e commercianti. Dal 7 settembre partirà l'articolato cartellone di appuntamenti e si parte con la manifestazione dei "Portoni aperti", dove decine di artisti ceramisti daranno dimostrazione del "far ceramica dal vivo" in angoli, porticati, giardini del centro di Nove pubblici e privati che accoglieranno il pubblico, prevista poi l'apertura delle mostre dei fischietti in ceramica, i "cuchi", della rassegna collettiva per la fondazione "Padre Alessi i fratelli dimenticati" e della mostra dei giovani artisti. L'8 settembre oltre alle mostre ci sarà in piazza un raduno di auto da velocità e da rally, serata con musica a una sfilata di moda. Tra le novità della "Festa della ceramica 2002" di Nove, anche un corso per aspiranti ceramisti, aperto a tutti. Previste inoltre serate e conferenze con autori e artisti famosi intervallati da momenti di danza e spettacolo. Durante la settimana dedicata alla ceramica saranno inoltre presentati in anteprima i dodici gruppi scultorei dell'artista cinese Cau Guo-Qiang. Si tratta delle famose statue che l'ente della Biennale di Venezia ha affidato al "Museo civico della ceramica" di Nove. Momento "clou" di tutta la "Festa della ceramica" sarà la cerimonia di premiazione del "Concorso internazionale della ceramica", in programma sabato 14 settembre alle ore 18 nella piazzetta del museo civico con apertura della mostra delle opere in concorso al piano terra del museo, nella stessa giornata premiazione anche del concorso per tesi di laurea sulla ceramica e conferimento della cittadinanza onoraria a due personaggi meritevoli per il loro operato a favore della comunità novese. Ancora prevista una elegantissima "Cena sotto le stelle", previsto l'allestimento di una gigantesca tavolata lungo tutto l'asse di piazza De Fabris, allietata da un concerto. Per tutta il periodo della "Festa ceramica", saranno aperti al pubblico il museo dell'istituto d'arte di Nove, sarà esposto anche un progetto sperimentale per recinzione in ceramica realizzato dagli studenti, museo civico e alcune aziende ceramiche.

UNA PIASTRELLADA COLLEZIONE
(rdc) FIORANO - E' ancora in vendita al Castello di Spezzano, a 50 euro, la piastrella 'Ferrari puntinista' (cm 20x20), realizzata in 99 copie da Alessandro Mendini. Si tratta di una rivisitazione della piastrella ideata nel 1998 in occasione di 'Omaggio a Enzo Ferrari'. In vendita anche le medaglie (in argento o in bronzo) del Castello e del Museo della Ceramica.

LA STORIA DELLA CERAMICAIN UNA VETRINA "ON LINE"
(la nazione) Una vetrina "on line" per la ceramica sestese. Da pochi giorni sul sito del Comune di Sesto (www.comune.sesto-fiorentino.fi.it) sono state attivate le pagine, in preparazione da diversi mesi, dedicate alla antichissima tradizione ceramica del territorio. In particolare una ampia sezione è incentrata sul tema della sicurezza sul lavoro e prevenzione dei rischi ambientali nel settore, tema già al centro, nei mesi scorsi, di una iniziativa di formazione promossa dai Comuni di Sesto, Campi, Calenzano. Per i gestori di aziende ed in generale per chi lavora nel campo della ceramica sono perciò disponibili tutta la legislazione sul tema sicurezza del lavoro e sulla protezione ambientale ma anche sulla prevenzione dei rischi nella lavorazione rispetto alle varie fasi, fabbricazione, decorazione, cottura, oltre che nella predisposizione di locali, attrezzature ed impianti. Spazio anche al capitolo dei rischi ambientali e alle materie prime, gesso, impasti, cristalline e smalti vari per spiegare la loro composizione ed i possibili danni alla salute che possono derivare dal contatto con questi elementi. Nei prossimi giorni sarà disponibile anche la parte dedicata all'esposizione "Terre fiorentine" in Palazzo Vecchio che riunirà capolavori provenienti da tre Comuni di antica tradizione in questo campo: Sesto appunto con la Ginori ma anche tante altre imprese a conduzione più o meno familiare, Impruneta e Montelupo. Alla fine dell'estate si potrà ammirare infine la sezione "storica" della ceramica sestese. Il progetto infatti è quello di aprire una vera e propria parte relativa alla storia della città ma soprattutto alla produzione del secolo scorso. oltre che ai musei ed archivi e alle mostre in atto sul territorio. Sandra Nistri

Le ceramiche si sono salvate
(la gazzetta di modena) Fiorano. Opere modenesi esposte al castello di PragaFIORANO. Notizie certe non ce ne sono: non dovrebbero essere finite sott'acqua, ma il recupero delle opere ceramiche fioranesi in mostra al castello di Praga slitterà prevedibilmente di parecchi giorni. La mostra, inaugurata in luglio, terminava ufficialmente domenica, ma da giorni, dopo la disastrosa alluvione nella capitale ceka, non ci sono novità sulla sorte dell'esposizione.All'ufficio cultura fioranese non sono preoccupati, "perchè il castello è proprio nella parte più alta della città, anche le immagini televisive mostravano che era rimasto al riparo dalla piena". Stupore, questo c'è, per come si è evoluta la situazione: "Proprio la mattina del disastro, un lunedì, avevamo chiamato il direttore del museo al castello e ci aveva assicurato che non c'erano problemi e che si prevedeva una situazione tranquilla. Poche ore dopo Praga era sommersa dall'acqua". Nessuno insomma si aspettava una simile tragedia, la città è stata colta totalmente impreparata. Adesso gli uffici fioranesi si stanno interessando per il recupero delle opere ceramiche, alcune antiche, altre originali di autori quotati, compresa un'intera collezione di pezzi dedicata a Enzo Ferrari. Dopo quel lunedì i contatti si sono interrotti, "ma è probabile che semplicemente nessuno sia andato a lavorare o che il castello sia irraggiungibile per le strade normali, ancora allagate".Il mezzo che da Fiorano doveva partire per recuperare i pezzi in mostra è stato ovviamente fermato, finchè non ci saranno notizie certe.

Nova, arti del fuoco a portata di clic
(il nuovo) E' online il museo delle Arti del Fuoco di Nova Milanese. Il sito permette di visitare sale inaccessibili a causa di lavori di ristrutturazione. di Silvia Villani MILANO - Visitare un museo senza spostarsi dalla propria abitazione. Un sogno che si è realizzato per tutti coloro che abitano lontano dalla provincia di Milano, per gli amanti di internet o semplicemente per i più pigri. Collegandosi al sito del comune di Nova Milanese, è infatti possibile effettuare la visita interattiva del Museo delle arti del fuoco, situato in via Garibaldi nella città del Nordmilano. Una collezione permanente di pittura su porcellana, seta, ceramica, creta, di smalti su metallo e vetrofusione è a disposizione di chi naviga. E' possibile consultare, per esteso, il catalogo completo delle opere presenti divise per sala e quello degli autori in ordine alfabetico. Gli artisti, infatti, non sono solo di origine italiana ma provengono dall'Arabia Saudita, dalla Germania, dalla Svizzera o dalla Russia.La sezione dedicata ai link invece offre l'opportunità di collegarsi con tutti i siti dei musei delle arti del fuoco presenti sul territorio nazionale. Il sito permette agli utenti di visitare il museo nonostante la storica villa Vertua - Masolo, dove si trovano le opere esposte, sia coinvolta in imponenti lavori di ristrutturazione.

Dal 31 agosto al 15 settembre esposizione delle maioliche artistiche in Palazzo Vecchio La ceramica di Montelupo in mostra(il tirreno) MONTELUPO FIORENTINO. La ceramica artistica di Motelupo sarà in mostra a Firenze in una manifestazione che vuole mettere in risalto lo splendore delle "Terre fiorentine". Questo è, infatti, il titolo della esposizione che si aprirà il 31 agosto (per chiudersi il 15 settembre) nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio. Nello splendido scenario del palazzo fiorentino verrà dato risalto alla ceramica, alla terracotta e alla porcellana. E se il primo materiale richiama indiscutibilmente alla mente il paese di Montelupo, la porcellana fa pensare a Sesto e la terracotta all'Impruneta. In questa splendida compagnia di "Terre", dunque, le maioliche artistiche di Montelupo faranno certamente la loro figura. Ma la mostra è anche il risultato dell'associazione "Terre di Toscana", che riunisce i comuni di Montelupo, Sesto Fiorentino e Impruneta nell'obiettivo comune di valorizzare le rispettive tradizioni produttive e di creare le condizioni favorevoli alla rinascita e all'innovazione in settori artigianali tanto pregiati quanto in declino. Il fatto che la mostra sia fruibile a Firenze non è un controsenso né un limite: gli organizzatori, infatti, hanno voluto sottolineare come il legame con il capoluogo di provincia sia stato sempre un elemento di sviluppo per le città e i borghi circostanti. L'esposizione è patrocinta dal ministero dei Beni culturali, dalla Regione, dalla Provincia e dall'Associazione italiana città della ceramica.

LA CITTÀ DELLA CERAMICA
(rdc) URBINO - La città ducale ha una grande tradizione nel campo della ceramica tanto che i più importanti musei del mondo espongono i capolavori delle famose botteghe urbinati. E i nomi dei suoi celebri maiolicari figurano in tutti i libri d'arte. La "Scuola del Libro" ha tenuto alto per molto tempo questa tradizione, eppure da tempo il settore ristagna. Ma a mantenere viva la fiammella di questo grande passato c'è ora l'associazione "Amici della ceramica", intitolata a Paolo Sgarzini (il più grande ceramista urbinate della seconda metà del '900), che promuove un concorso biennale tra gli studenti degli istituti d'arte e gli operatori delle botteghe artigiane della regione. C'è un gruppo di appassionati che si dedica a quest'arte in alcuni locali di palazzo Viviani, messi a disposizione dall'Accademia Raffaello. Ermes Ottaviani, l'unico artista - scultore urbinate che fa ceramica, crede nella ripresa del settore. Dietro suo consiglio, Valentina Carloni ha compiuto un atto di coraggio e di fiducia aprendo una bottega - laboratorio in pieno centro, all'inizio di via dei Fornari. Allieva di Paolo Sgarzini e Paolo Buchi alla "Scuola del Libro", la giovane urbinate ha deciso di fare il grande passo e ha dato vita all'Ars Decorandi. "L'obiettivo - spiega Valentina Carloni - è rilanciare il discorso ceramica ad Urbino, cercando di coinvolgere i giovani, promuovendo corsi di formazione, sollecitando l'attenzione delle istituzioni". Qual è la sua produzione? "Si punta sia sulla ceramica d'arte sia su quella d'uso. Si fanno i pezzi unici secondo il tradizionale stile urbinate, ma si affronta anche il genere moderno. Senza trascurare il dialogo con architetti e decoratori con proposte di rivestimenti e di arredamenti. Con la ceramica si può fare tutto". Un occhio al pezzo unico, al prodotto artistico per amatori, ma attenzione anche alla ceramica d'uso, bassorilievi, lampadari, piastrelle d'arredo, idee regalo. La speranza è che l'iniziativa abbia un seguito. Il Comune dovrà recitare un ruolo di primo piano per aiutare i giovani, mettendo a disposizione spazi e concedendo aiuti. Giancarlo Di Ludovico

A Castelli la rassegna dell'istituto d'arte "Grue"La ceramica guarda al futuroIn mostra le nuove tecniche
Manuela Martella
(il centro) CASTELLI. Una mostra per presentare alcune nuove tipologie ceramiche dell'artigianato locale. L'iniziativa, promossa dall'amministrazione comunale di Castelli, in collaborazione con l'istituto d'arte "Grue", si sta svolgendo in questi giorni nell'ambito di "Agosto in Castelli". Realizzata con l'intento di evidenziare le ricerche ceramiche promosse dalla scuola, la mostra è anche l'occasione per presentare il piano di offerta formativa di un istituto che, già da qualche anno, si propone di coniugare per i propri studenti, la cultura del sapere con quella del fare. Un impegno importante che ha già portato i suoi primi frutti con la vittoria di alcuni importanti premi assegnati agli studenti del Grue nel concorso nazionale Federchimica dello scorso anno e con una recensione della scuola nella rivista specializzata "Artis" di Milano.La qualità del lavoro didattico del Grue, inoltre, è testimoniata dagli ottimi risultati raggiunti dagli studenti dell'istituto di Castelli. Al termine dello scorso anno scolastico, infatti, il 30% dei candidati si è diplomato con il punteggio massimo mentre negli esami delle terze, per il raggiungimento del diploma di maestro d'arte, si è registrato il 98% di promossi.


CERAMICHE"RAKU"CHE PASSIONE
(la nazione) CASTELDELPIANO - Ha riscosso molto successo la mostra di Ornella Paoli Rambelli: una ceramista che fa della "toscanità" uno dei principali motivi di un percorso artistico coerente e proficuo, e che vive e lavora per sei mesi a Grosseto e per sei mesi sull'Amiata, ad Arcidosso. I suoi lavori, che offrono un'apprezzabile fusione tematica ed espressiva fra la tradizione della ceramica toscana con l'antica arte Raku di origini orientali, sono stati esposti in un mostra, svoltasi in questi giorni nella saletta "preconsiliare" del Comune di Casteldelpiano. Una delle caratteristiche di questa rassegna è stata anche l'interessante e apprezzata esposizione di foulard e altri dipinti su stoffa di Nadia Giusti. L'antica arte Raku, che l'artista ha personalizzato e interpretato in maniera originale ed efficace, risale al XIV secolo e si sviluppò principalmente in Giappone. La materia subisce in pratica un trauma termico, passando in circa venti minuti dagli oltre 900 gradi di calore a una temperatura ambiente, nelle fasi di doppia cottura la creta si trasforma e si modella con colorazioni straordinarie, assolutamente uniche e irripetibili. Cosicché la rete di accostamenti compositivi e cromatici, sempre altamente suggestivi, rendono audace la semplicità formale del Raku, quella tecnica particolare di trattamento della ceramica che nell'attualità trova sempre motivi di innovazione nell'incontro con le culture occidentali, toscane in particolare, come nel caso degli oggetti realizzati da Ornella Paoli Rambelli. di Rodolfo Fazzi


LA PORCELLANA A PALAZZO VECCHIO
(la nazione) La porcellana di Sesto approda nel "salotto buono" fiorentino. Da domani fino al prossimo 15 settembre (con orario 10-19 tutti i giorni) alcuni dei preziosi capolavori esposti al Museo delle porcellane di Doccia assieme a tanti oggetti creati nel primo Novecento nelle più importanti manifatture artistiche sestesi saranno visibili infatti nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio nell'ambito di una mostra, "Terre fiorentine", che accoglierà anche le preziose maioliche di Montelupo Fiorentino e le terrecotte di Impruneta. "Questo è il primo importante risultato pubblico ottenuto dall'Associazione Terre di Toscana costituita alla fine della scorsa legislatura dai Comuni di Sesto, Montelupo e Impruneta per valorizzare la loro produzione- sottolinea l'assessore sestese alle attività economiche Antonio Biricolti (nella foto col sindaco Andrea Barducci). E' fondamentale che la mostra si svolga proprio nel cuore di Firenze e dobbiamo ringraziare l'Amministrazione del capoluogo che ha fatto sì, davvero al di là di tutti i campanilismi, che questa iniziativa potesse essere ospitata in uno scenario così prestigioso". Accanto alla "vetrina storica" da sottolineare però anche un ponte verso la produzione attuale e le possibilità di mercato: Terre di Toscana infatti con i responsabili del prossimo Pitti immagine casa sta lavorando perché all'interno della manifestazione sia allestito uno spazio riservato a oggetti creati oggi nelle aziende di Sesto, Montelupo e Impruneta. Esemplari che troveranno posto, durante il periodo della mostra, anche alla "Rinascente" di piazza della Repubblica a Firenze che ospiterà anche, in alcune vetrine, copie di piatti, vasi e oggetti di arredamento delle collezioni di un tempo. "L'augurio- conclude il sindaco Andrea Barducci- è che tanti fiorentini e sestesi, ma anche tanti turisti possano visitare la mostra che supera davvero i confini municipali per offrire una bella pagina di storia, oltre che della nostra zona, dell'intera Toscana". Sandra Nistri