aprile
Appuntamento sul Titano con il Futurismo in Romagna
di Giovanna Mancini
Provate a immaginare l'eleganza e la fragilità delle maioliche di Faenza reinterpretate e innovate attraverso gli elementi di forza e movimento caratterisitici della pittura futurista.
Oppure partiture musicali che si sforzano di tradurre in sonorità i principi di destrutturazione e scomposizione che già erano stati applicati nella letteratura e nell'arte. Sono solo due esempi del contributo che gli artisti romagnoli aderenti al Futurismo diedero a uno dei principali movimenti d'avanguardia della cultura italiana novecentesca.
Proprio agli sviluppi, precoci e originali, che questa corrente ebbe in Romagna dedica ora una mostra il Museo San Francesco di San Marino, da poco restaurato, che fino al 18 giugno presenta - con il titolo "Romagna Futurista" - dipinti, sculture, ceramiche, manifesti, poesie, libri e partiture musicali di autori come Ginna e Corra, Balilla Pratella, Mario Guido Dal Monte, Giannetto Malmerendi e molti altri, accanto a quelle, più note, di Boccioni e Balla.
Ma perché proprio la Romagna? Perché qui più che altrove fiorirono, parallelamente alle correnti principali che andavano affermandosi a Roma e Milano, numerosi esempi e gruppi rimasti tuttavia ancora oggi poco conosciuti e indagati dalla critica. Una fioritura resa possibile anche dai contatti e dall'influenza di Umberto Boccioni che, sebbene nato a Reggio Calabria e operativo a Milano, era di origini romagnole e rappresentò un importante "ponte" culturale tra gli artisti della sua regione e gli esponenti del movimento, da Filippo Tommaso Martinetti a Giacomo Balla, A Gerardo Dottori.
Senza mai dare vita a una vera e propria scuola, il movimento romagnolo propose e fece propri, nel corso di trent'anni, gli aspetti salienti del Futurismo elaborato dai fondatori: riprese i temi cari al movimento, come l'esaltazione della modernità e della velocità, delle città e delle innovazioni tecnologiche. E andò sviluppandosi in contemporanea con la nascita e la diffusione delle attività turistiche e balneari delle coste.
Il contributo più originale della Romagna al movimento futurista fu sicuramente quello di Francesco Balilla Pratella (nato a Lugo nel 1880), autore nel 1911 del Manifesto dei musicisti futuristi e di altri testi programmatici sulla musica. La sua casa divenne un punto d'incontro e di riferimento per artisti, letterati, studenti e musicisti. Il suo apporto fu tuttavia quasi esclusivamente teorico, dato che le sue idee non trovarono poi corrispondenza nelle realizzazioni musicali.
Prolifica e concreta fu al contrario la produzione di un altro filone caratteristico del futurismo romagnolo, quello legato alle ceramiche di Faenza e Cesena. Le botteghe di Riccardo Gatti e Mario Ortolani attirarono diversi artisti, come Benedetta Marinetti, Mario Guido Dal Monte e Giuseppe Fabbri. Dalle fornaci di Gatti uscirono i primi pezzi di una serie di ceramiche futuriste realizzate su disegni di Balla, Dal Monte e Dottori. La produzione si estese poi a servizi da tavola, pannelli decorativi e piastrelle. La prima mostra della ceramica futurista fu allestita nel 1928 e a questa ne seguirono altre, sempre ospitate all'interno di più altre esposizioni dedicate all'arte di questa corrente.
Dall'arte alla letteratura, dalla critica alla musica, dall'architettura al teatro, il Futurismo romagnolo lasciò il proprio segno in tutti gli ambiti culturali. Importanti furono ad esempio le figure dei fratelli Arnaldo e Bruno Ginanni Corradini (soprannominati da Balla "Ginna" e "Corra", con riferimento alla ginnastica e alla corsa, attività amate ed esaltate dai futuristi), pittori e letterati ravennati. Ginna fu infatti autore del film Vita futurista, girato nel 1916 con Marinetti, Balla, Corra, Settimelli, Chiti e altri. Corra fu invece autore, assieme a Marinetti e Settimelli, del Manifesto della cinematografia futurista, pubblicato nel 1916.
Infine, la mostra di San Marino presenta le opere di quella che fu l'unica vera e propria scuola futurista in Romagna, il gruppo di Imola, battezzato non a caso "Umberto Boccioni".
"Romagna Futurista", San Marino, Museo di San Francesco, dal 14 aprile al 18 giugno.
A cura di Beatrice Buscaroli e Alessandro Ortenzi.
Orari: fino al 10 giugno, dalle 9 alle 17 (sabato e domenica dalle 9 alle 18). Dall'11 giugno, dalle 9 alle 18.
Biglietto: intero 6 euro, ridotto 3 euro.
Catalogo a cura di Beatrice Buscaroli e Alessandro Ortenzi.
Informazioni: tel. 0549/882548; www.studioesseci.net