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Mostra concorso a cura del Rotary Club Ceramica contemporanea
PESARO - Terza Mostra Concorso di Ceramica d'Arte Contemporanea Rotary Club Pesaro. La giuria del concorso, presieduta dal professor Giancarlo Bojani, si è riunita per selezionare gli artisti ammessi a partecipare. Il concorso è rivolto ai ceramisti delle Marche, compresi gli studenti delle scuole d'arte, sia pubbliche che private e, novità del 2007, anche dei comuni umbri di Gubbio, Costacciaro e Scheggia che facevano parte, insieme a Pesaro, Urbino, Casteldurante (Urbania), dell'antico Ducato di Urbino. Il concorso si concluderà con un evento espositivo nella sala Laurana di palazzo Ducale dall'1 al 22 luglio.

Mostra concorso organizzata dalla Cna
Le forme e i colori della Tuscia nelle creazioni di ventisei artigiani. Si inaugura oggi alle 17, a Viterbo, nelle sale del Museo della Ceramica della Tuscia (Palazzo Brugiotti, Via Cavour 67), la mostra concorso di artigianato artistico organizzata dall'Unione Cna Artistico e Tradizionale, con la collaborazione della Cooperativa Girolamo Fabrizio e con il patrocinio della Fondazione Carivit, dell'Assessorato alla Piccola e Media Impresa, al Commercio e all'Artigianato della Regione Lazio, della Camera di Commercio, della Provincia e del Comune di Viterbo. Il taglio del nastro sarà preceduto dalla premiazione delle opere ammesse al concorso dalla giuria di esperti presieduta da Aldo Perugi, presidente della Fondazione Carivit, e della quale fanno parte Michele Forlenza, della presidenza di Cna Artistico e Tradizionale del Lazio, Riccardo Monachesi, dirigente dell'Ufficio per la Promozione dell'Artigianato della Regione Lazio, Luciano Osbat, docente della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università degli Studi della Tuscia, Francesca Riccio, presidente della Cooperativa Girolamo Fabrizio, Franco Rosati, segretario generale della Camera di Commercio di Viterbo, Marcello Rossi, responsabile della Biblioteca del Comune di Acquapendente, e Gabriella Trani, docente di master in arteterapia e tecniche educative presso la Facoltà di Psicologia dell'Università La Sapienza di Roma. "Con questa iniziativa, Cna Artistico a Tradizionale, che ringrazio per la passione con la quale lavora, da poco più di un anno, per valorizzare le eccellenze dell'artigianato autentico, ha voluto stimolare l'energia creativa degli artigiani, invitandoli a presentare un'opera inedita ispirata ai colori e alle forme della nostra terra. Il risultato non sorprende noi addetti ai lavori, che conosciamo l'abilità manuale, l'elevata capacità tecnico esecutiva, la creatività e l'impegno dei nostri imprenditori, ma di sicuro stupirà i visitatori. Emerge, dalla visione dei lavori, realizzati nei diversi materiali, l'immagine di un settore, l'artigianato artistico e tradizionale appunto, che non solo è geloso custode della tradizione e di tecniche di lavorazione antichissime, ma studia, fa ricerca, si specializza, affina le proprie conoscenze, si innova" osserva, soddisfatto, il segretario della Cna, Adalberto Meschini. La mostra sarà aperta, fino al 1° maggio, tutti i giorni, nei feriali dalle 15 alle 19, nei festivi e prefestivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. L'ingresso è libero.

Una personale a Torino ha come protagonista l'artista valdagnese Il "progetto" della ceramica Franco Meneguzzo, la ricerca astratta e la materia Nelle tempere su carta l'evidenza dei passaggi creativi di Giovanna Grossato
Franco Meneguzzo (Valdagno, 1924) è uno di quegli artisti eclettici nelle cui mani ogni materia si pone con una diversa logica esecutiva a suggerire la forma da assumere; così egli travasa sulla carta o sulla tela, nel bronzo e nella pietra, nel marmo, nel legno, nella mescola di terre la "solida base artigianale" che, come disse Gillo Dorfles, "gli consente di sviluppare con eguale aisance aspetti diversi e anche opposti della sua "visione del mondo" e della sua "visione dell'arte"". L'ultima personale di Meneguzzo a Vicenza, dal bizzarro (ma non immotivato) titolo "La manopola della radio", venne allestita in Basilica Palladiana nel 2003 e in essa vennero raccolte una novantina di opere a partire da 1951 fino al 2000, soprattutto disegni, tempere, legni, oli, marmi, bronzi realizzati negli anni in cui Meneguzzo aveva quasi sospeso l'attività di ceramista per concentrarsi soprattutto sul segno pittorico. Ma uno degli aspetti fondamentali della sua produzione (e della formazione) artistica è certamente la scultura, alla quale Meneguzzo pervenne anche e soprattutto attraverso la pratica della ceramica. Proprio a quest'ultima attività la città di Torino allestisce ora al Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi (MIAAO) una mostra tematica che comprende 50 tempere su carta, dipinte dall'artista valdagnese tra il 1950 e il 1955. Sono progetti di vasi, ciotole, piatti, pannelli realizzati in esemplari unici, tra Valdagno, Vicenza e Milano, dove Meneguzzo si era trasferito nel 1953. Nel capoluogo lombardo egli era giunto dalla valle dell'Agno, dove lavorava per la Marzotto, spesso con turni di notte che gli permettevano contemporaneamente di seguire, a Vicenza, il laboratorio degli artigiani ceramisti Tosin, a Ponte degli Angeli. Sempre a Vicenza, tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta, Meneguzzo aveva anche avuto modo di conoscere alcuni intellettuali vicentini dell'epoca e di entrare in amicizia con Pietro Vaccari, socio importante delle Industria Ceramica Vicentina che, con notevole apertura e lungimiranza, accettava e incoraggiava la ricerca astratta di Meneguzzo applicata ai decori ceramici. L'incontro con Giuseppe Santomaso, nel 1951, fu poi fondamentale per il giovane Meneguzzo: il pittore veneziano, nel '46 tra i promotori del Fronte Nuovo delle Arti, non solo gli diede i segni della propria stima, incoraggiandolo a proseguire nel suo percorso astratto, ma lo propose per il prestigioso Premio Borletti a Milano. Nel capoluogo lombardo, dopo un periodo di impegno come pittore di scene presso una RAI che stava muovendo i primi passi, il trentenne Meneguzzo giunse ad attivare con Bruno Danese, nel 1955 la società DEM per la lavorazione e la vendita di oggetti in ceramica, una sorta di laboratorio di oggetti design realizzati però con criteri del tutto particolari. Ed è proprio su questo aspetto dell'attività di Meneguzzo che vuol ritornare la mostra in corso al MIAAO, inaugurata il 19 aprile. Essa fu preceduta da un allestimento del 1999, Franco Meneguzzo: l'avventura ceramica 1949-1963, curato dal direttore dello stesso Museo, Enzo Biffi Gentili che oggi propone le "carte". Le 50 tempere su carta, opere artisticamente autonome ma anche funzionali alla creazione di oggetti, sottolineano e anzi rendono esplicito il processo creativo di Meneguzzo in questo specifico ambito. L'artista, partendo dal progetto e poi operando personalmente le modifiche in corso d'opera tra questo e il prodotto finito, si pone come un designer che però non abbandona mai alla produzione artigianale o industriale di serie la propria idea germinale e, anzi, la racchiude rendendola anima immanente dell'opera in terracotta. Il percorso espositivo torinese si completa con alcune ceramiche di Meneguzzo coeve ai disegni e sei grandi quadri storici, tra cui Mantide del 1958, un dipinto della valdagnese collezione Paolo Marzotto. La rassegna "Franco Meneguzzo. Il progetto ceramico" al MIAAO di Torino rimarrà aperta fino al 27 maggio. Orari 16.00-19,30 da martedì a venerdì e 11.00-19.00 sabato e domenica.