aprile
Faenza: i cento anni del Museo internazionale delle ceramiche
di Donata Marrazzo
Nell'argillosa Atene di Romagna la ceramica ha tenuto legate nei secoli arte, cultura e manualità. Così oggi Faenza è sinonimo dell'antica "arte del fuoco", e con il suo nome pronunciato alla francese Fa?ence si indica ormai in tutto il mondo la produzione di maioliche smaltate.
A Roma, nella biblioteca della Camera dei deputati, si celebrano i cento anni del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, con una mostra che propone una collezione unica: 150 capolavori dal XV al XXI secolo, comprese opere di Matisse, Chagall, Fontana, Picasso.
L'esposizione rivisita la tradizione storica della ceramica faentina, dalle prime pratiche artigianali alla produzione industriale: scodelle, boccali, fiasche di uso quotidiano realizzati da piccole botteghe e pezzi d'arte e d'arredo dal Settecento in poi varcano i confini nazionali per entrare nelle cucine e nei salotti della vecchia Europa. Fornaciai, pentolai, mattonieri e poi disegnatori e ceramisti di alta scuola trasformano i laboratori artigiani in officine dell'industria artistica.
Rami di foglie e bacche, tralci e serpentine blu arancio e verde, tipiche della tradizione gotico-floreale dell'epoca, fregi a occhio di penna di pavone, decorano i boccali, i piatti, i vasi e le coppe di maiolica risalenti al 1300 in apertura della mostra.
E' della fine del '500 il versatoio a foggia di osso di crostaceo con sfondo blu mare dal quale affiora un giovane che trattiene due cavalli marini; il rinfrescatoio a navicella è una grande coppa ovale blu scuro, appartenente ai vasellami del corredo di Alessandro Farnese, con orlo e pareti baccellate, decorate con arabeschi dorati. La monumentale credenza dei Cavina di Faenza si compone di quattro pezzi bianchi e stemma colorato: rarissima la cassetta portabottiglie a pianta circolare. Riprende i decori ispirati ai ricami francesi l'orlo arabescato dell'alzata pescarese del 1788: al centro una farfalla, blu, verde e gialla.
Il pannello marino di ceramica policroma firmato da Achille Calzi apre la sezione dedicata al Novecento e in particolare all'Art nouveau; a Giuseppe Piombanti Ammannati, grafico, incisore, pittore e scrittore, influenzato dalla ceramica viennese, appartiene la "Testa in rosso". Ma è il grande vaso a ventre ovale di Pablo Picasso a catturare l'attenzione: l'artista nella metà degli anni '50 si dedica alla ceramica piegandola a finalità pittoriche e scultoree. "Le quattro stagioni" riproducono con ironia in nero e rosso i particolari anatomici delle figure femminili.
Inconfondibili blu colorano il piatto di Matisse con volto di donna, mentre Chagall traccia una figura femminile di profilo con un grande fiore in mano. Sono fogli di maiolica accartocciati e liberamente attraversati dal colore le opere di Fausto Melotti, mentre Lucio Fontana taglia lo spazio vergando un ovale graffito. Surrealista la donna tagliata in due e riempita di telefoni neri di Armand Fernandez, a rappresentare l'accumulazione come deriva della modernità.Nella sezione dedicata alla ceramica moderna, favola e folklore si riassumono nel canopo di Luigi Ontani, con chiare suggestioni thailandesi, visto che l'artista nei primi anni del Novecento soggiornò a Bangkok per decorare la sala del trono del Palazzo reale.
Albisola: concorso 'Brocche e vasi del Futurismo'
"Brocche e vasi del Futurismo" è il tema del concorso che è stato inserito nell'ambito della quarta Edizione del "Festival Internazionale della Maiolica" che si terrà dal 18 aprile al 1° maggio 2009, promosso da Regione Liguria e Provincia di Savona in collaborazione con i Comuni di Genova, Savona, Albisola Superiore e Albissola Marina.
Il concorso si articola in 3 sezioni riservate a ceramisti artigiani e ad artisti presentati dai laboratori artigianali iscritti alle camere di commercio liguri, nonché agli allievi dei Licei Artistici, Istituti d'Arte, Corsi Universitari di Disegno Industriale e Accademie di Belle Arti della Liguria.
Le dimensioni massime del corpo dell'oggetto dovranno essere comprese in un cubo ideale di cm 60 di lato (comprensivi di manici e coperchi).
Le opere da esporre dovranno pervenire entro il 25 marzo 2009 nella Scuola Comunale di Ceramica in Località La Massa.
Arianna Pinto
Ceramica contemporanea, in Umbria raccolta permanente di Nino Caruso
Circa sessanta opere, per documentare il percorso dell'artista a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso fino ai nostri giorni. L'artista in questione è Nino Caruso, uno dei massimi esponenti a livello mondiale della creatività legata alla ceramica, mezzo che ha profondamente indagato anche a livello teorico. E le opere sono quelle della raccolta di sculture in ceramica che ha donato alla città di Torgiano, in Umbria, e che saranno esposte in permanenza nelle sale, funzionalmente attrezzate, di Palazzo Malizia. Le opere documentano l'iter artistico di un maestro dell'arte ceramica contemporanea dagli inizi dell'attività sino ai giorni nostri, con le tipologie della stele, della colonna, del vaso, della lucerna, che attestano il rapporto culturalmente pregnante con le forme della tradizione, reintepretate in chiave contemporanea. Caruso è legato profondamente alla città, alla quale ha dato un notevole apporto di idee e di opere, contribuendo alla qualificazione del centro storico e del territorio. Nel corso degli anni, un legame sempre più forte si è stabilito tra l'artista, i cittadini e l'Amministrazione Comunale la quale, in riconoscimento dei meriti acquisiti, ha voluto conferirgli la cittadinanza onoraria.
I Della Robbia, il dialogo tra le Arti nel Rinascimento
Allestita nelle sale del Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo e curata da Giancarlo Gentilini e Liletta Fornasari, la mostra I Della Robbia, il dialogo tra le Arti nel Rinascimento, si propone di illustrare il poliedrico e affascinante sviluppo della terracotta invetriata 'robbiana' nel Rinascimento - dalle misteriose motivazioni della geniale "invenzione" di Luca della Robbia, alla diffusione di quest'arte "nuova, utile e bellissima" nella attività della famiglia Della Robbia e della bottega concorrenziale dei Buglioni - ma soprattutto intende affrontare, per la prima volta, il serrato e fecondo dialogo tra le arti.
Scultura, pittura, architettura, arti decorative si confrontano in un percorso affascinante che permetterà di ammirare, oltre ai capolavori dei Della Robbia, opere dei più importanti esponenti del Rinascimento - Donatello, Ghiberti, Andrea del Verrocchio, Rossellino, Pisanello, Filippo Lippi, Pollaiolo, Ghirlandaio, Perugino, Lorenzo di Credi, Leonardo, Fra' Bartolomeo, Domenico Veneziano, Fra' Carnevale, Sansovino - ripercorrendo un secolo di storia dell'arte italiana e il fervido clima della Toscana rinascimentale.
Un'esposizione dunque ambiziosa ed assolutamente nuova che consentirà di rileggere e di comprendere a fondo il significato e il valore di un'arte straordinaria di cui restano importanti testimonianze anche nella provincia di Arezzo. La mostra diventa così il cuore di un percorso che si sviluppa sul territorio - tra le valli del Casentino, del Valdarno, della Valdichiana e della Valtiberina - in una serie di itinerari di grandi suggestioni, in cui arte e natura si intrecciano in un connubio di assoluto fascino.