dicembre

Antologia Mostra mercato di Arte e Antiquariato
A Padova Fiere, da sabato 22 a domenica 30 gennaio 2005
La mostra collaterale
Nelle Tre Venezie Pittura, scultura e arti applicate 1900 - 1930
A cura di Anty Pansera
"Nelle Tre Venezie. Pittura, scultura e arti applicate" rappresenta una piccola e selezionata rassegna curata da Anty Pansera, tesa ad illustrare l'attività di alcuni di quegli artisti e artigiani che, nel primo scorcio del XX secolo, si sono formati ed hanno operato, in modo significativo, nel particolare contesto delle Tre Venezie. Idealmente al centro del percorso, ecco fare il loro ingresso, i preziosi cartoni preparatori agli affreschi per la Cappella di S. Francesco nella Basilica del Santo, a Padova di Adolfo De Carolis, incisore e pittore marchigiano (Montefiore dell'Aso, 1874 - Roma 1928), annoverato tra i grandi del Liberty italiano e, quasi a concluderlo, e sempre restando in tema di sacro, l'intensa "Maternità" dello scultore Arrigo Minerbi (1881 - 1960) che trascorse gli ultimi anni della sua vita proprio nella città euganea. Lo scultore, tra i preferiti del vate D'Annunzio, raggiunse la notorietà anche per aver scolpito la porta dell'Egitto di Costantino del Duomo di Milano. Altra figura poliedrica operante su diversi fronti, è quella del triestino Guido Massurig (Trieste 1885 - Gorizia 1972) che ha adoperato sempre materiali e linguaggi diversi, tali da consentirgli di praticare con successo "il mestiere delle arti": dalla pittura all'arredamento, alla grafica pubblicitaria, passando per il dibattito teorico tra arte e architettura. Il magico percorso si avvia alla conclusione con i veneziani Umberto Belletto (1882 - 1940) che dagli inizi del decennio Venti inizia a coniugare vetro e ferro battuto, e Vittorio Zecchin, (Murano 1878 - 1947) tra i più affascinanti creatori del vetro moderno, artista legato al gruppo secessionista di Ca' Pesaro, di cui sono espositori due dipinti che raffigurano la "Laguna" e un arazzo.

Viaggio nel lustro metallico di Lena Papadaki
(corriere romagna) Dagli antichi paesi islamici, al Rinascimento, all'arte contemporanea … una poetessa venuta da Oriente, con alchimie di fuoco e fumo, raccoglie e fissa scintille di luce su vasi di apeiron primordiale …Il viaggio culturale nel lustro metallico di Lena è finito concretamente in porto nel laboratorio ceramico dell'antica ex cappella della Madonna della Tosse, in centro storico a Forlì, nel 1983.Lo sviluppo di questa tecnica, che produce riflessi iridescenti simili al metallo prezioso, fu favorito, forse, dalla civiltà islamica, ove vigeva il divieto dell'uso dell'oro come emblema della sacralità. Dal X secolo d. C., fu tipico della ceramica ispano-moresca, nel Rinascimento fiorì in Italia e nel periodo Liberty e Decò fu adottato dai grandi maestri faentini come Melandri, Gatti, Bucci.Oggi pochi sono gli artefici che realizzano ceramiche in lustro, per la complessità, difficoltà e segreto del mestiere sempre imprevedibile.La sorpresa è nella reazione particolare di un composto di ossidi e sali metallici, mescolati con ocra (stesi sul manufatto smaltato) in presenza di fumi, provocati da sostanze carbonose in forno alla terza cottura. Nel forno si crea un'atmosfera priva di ossigeno, che riduce gli ossidi in metallo puro, mentre il calore lo fissa alla superficie. È tecnicamente impossibile produrre pezzi identici fra loro.Lena ha scelto il fascino di una vita creativa non monotona ed è diventata una personalità significante nel panorama contemporaneo della ceramica. Fin dall'inizio dell'attività si è impegnata nel campo dell'oggettistica e del design, proponendo forme innovative di vasi, piatti e pannelli, essenziali negli allungamenti e dilatazioni. Eleganti connubi di strutture primarie, avvolti da decori ove rivivono i miti ellenici, integrati da geometrie ornamentali, che ripropongono un mediterraneo dei nostri tempi. La luce del sole, riflessa sullo strato di lustro metallico, pervade i pezzi, diffonde calde brillantezze e crea un contrasto con la gamma fredda dei blu, dei grigi, impreziosisce i rossi, esalta le raffinatezze dei bianchi e conferisce alle sue figure giunoniche evanescenze pittoriche.Con queste seducenti opere, Lena si è fatta stimare nella città di Forlì, conoscere nella regione e all'estero.La chiesina che ospita il suo laboratorio è stata riaperta sabato 27 novembre, in presenza delle autorità cittadine, dopo un lungo restauro. Una gremita folla è rimasta fino a tarda sera per l'occasione festosa. Tavoli imbanditi di cibi "alla greca", cucinati dall'artista, hanno fatto da cornice e, con una danza tipica, Lena ha reso un omaggio all'energia creativa e vitale che la rappresenta.Lena Papadaki è nata a Creta, in Grecia, ha conseguito la maturità classica e il diploma in disegno architettonico, ha seguito corsi di ceramica artistica a Salonicco. Con una borsa di studio dello Stato Greco giunge in Italia nel 1981. A Faenza completa i corsi "Arte della maiolica" e "Tecnologia ceramica e di restauro". Vive e lavora a Forlì.Ha esposto per i concorsi nazionali ed internazionali della Richard-Ginori (premiata), concorso Italgas (premiata), Galleria Ambre (Spagna), Galleria Humus (Firenze), Arte Viva (Parigi), Progetti Euarca e Kassel (2002).Hanno scritto di lei critici come Giovanna Bubbico o Andrea Ferrari (Elle Decor, dicembre 1997).

NOVE
(Il Gazzettino) Inaugurazione in grande stile, sabato scorso al Museo civico della Ceramica di Nove, per la mostra di oggetti in ceramica e alcune opere a tempera o a tecnica mista su carta realizzate dall'artista pesarese Giovanni Battista Valentini. Alla presenza del consigliere regionale dei Ds, Claudio Rizzato, del presidente nazionale del settore ceramica Claudio Zanetti e di molti rappresentanti dell'Api e dell'Assoartigiani vicentina, un centinaio di persone hanno presenziato alla presentazione dell'assessore alle attività museali, Claudio Gheller, e dalla conservatrice del Museo di Nove Katia Brugnolo. "È da tempo - ha esordito Gheller - intenzione dell'assessorato a guardare anche oltre il confine territoriale, pur mantenendo un legame con il nostro territorio e con la tradizione che ci contraddistingue". Interessante ed apprezzata dal pubblico l'attenta prefazione eseguita da Cesare Sartori, Pompeo Pianezzola e Giuseppe Lucietti, tre volti noti nel mondo dell'arte del nostro territorio che hanno avuto l'opportunità di stringere alcuni rapporti di interesse artistico con Nanni Valentini. Katia Brugnolo ha quindi evidenziato la parte espressiva che caratterizza le opere allestite in sala Giuseppe De Fabris, la sua formazione e il modo di esprimere la sua arte: una cinquantina di opere sia in ceramica che pittoriche (quadri e bozzetti preparatori, ndr), oggetti in ceramica e alcune opere a tempera o a tecnica mista su carta. La rassegna tratta principalmente opere ceramiche con linee e forme che caratterizzano i pezzi di Valentini. "L'artista ha sottolineato l'assessore Gheller citando delle memorie che l'autore ha lasciato prima di morire - ha scelto la materia come poetica e soprattutto identificandola con la terra; non certo come potrebbe farlo uno scultore o come un pittore e tanto meno come una materia, ma come un "partner" che risponda con i segni suoi". La mostra promossa ed organzzata dal Museo di Nove in collaborazione con la Banca di Romagna e con il Museo Zauli di Faenza, rimarrà aperta al pubblico fino al 30 marzo 2005 nei giorni feriali dalle 9 alle 12.30 e nei giorni festivi dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Alessandro Carraro

IL MUSEO DI FAENZA RISCOPRE I SUOI TESORI
(Sesto Potere) Per qualità e varietà delle opere conservate, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, è nel suo genere, la più importante raccolta al mondo, documentativa della storia e della cultura della ceramica attraverso i secoli, con capolavori di tutte le epoche. Un patrimonio che si potrà ammirare con maggiore completezza da domenica 19 dicembre 2004 quando verrà inaugurato il rinnovato ordinamento espositivo delle sale rinascimentali e moderne con la presentazione di oltre 500 opere aggiunte al preesistente percorso. Alla cerimonia di inaugurazione (prevista per le ore 11), accanto a Dante Stefani e Jadranka Bentini, rispettivamente presidente e direttore del Mic, e al Sindaco di Faenza, Claudio Casadio, parteciperanno prestigiose personalità del mondo della cultura, quali il professor Antonio Paolucci, Soprintendente al Polo Museale Fiorentino, e il professor Andrea Emiliani, Presidente dell'Accademia Clementina di Bologna. Il nuovo allestimento, che verte sulle sezioni del Seicento, Settecento, Ottocento, interamente rinnovate, sull'infoltimento della sezione retrospettiva, arcaica e rinascimentale, segue gli orientamenti museografici in ordine cronologico, topografico e storico-sistematico. Nel caso del M.I.C., tutto ciò è stato conciliato con una realtà specialistica come quella della ceramica. L'allestimento delle sezioni del '600-'700 e '800, segue un impianto longitudinale a moduli affrontati che permette un percorso di visita scorrevole e chiaro in sequenzialità cronologica, articolato per macroaree geografiche (dall'Italia Meridionale, a quella Centrale, a quella Settentrionale passando attraverso i centri manifatturieri); vi è documentata l'evoluzione della ceramica italiana con particolare riguardo alla produzione faentina entro cui si inseriscono le brillanti esperienze della ritrattistica con la pittura su maiolica con autori come il caposcuola Achille Farina e i Minardi. La visita che inizia al primo piano del Museo, passa così senza soluzione di continuità, dal Medioevo, al Rinascimento, al Manierismo ed al Barocco, per poi arrivare all'800 ed allo storicismo di fine secolo. Da sottolineare che nel rinnovato ordinamento espositivo il periodo dell'Arcaico faentino è stato ampliato con alcune significative integrazioni, ben visbile nelle aggiunte dei "bianchi di Faenza". La parte del Rinascimento Italiano è stata arricchita di una cinquantina di capolavori espressione della migliore produzione delle officine italiane. La sezione del Seicento, Settecento ed Ottocento, che per molti aspetti si può definire il "cuore" del Museo, è stata integrata con l'inserimento di oltre 400 opere, per un totale complessivo di circa 1000 pezzi. Aspetto molto importante è la selezione delle opere messe in mostra, realizzata con un attento lavoro di studio e di ricerca, che ha permesso di esporre dopo molti decenni, capolavori a lungo inaccessibili, provenienti dai fondi pre e post bellici del Museo. Si tratta, in certi casi, di opere mai viste, ed è giusto parlare di una vera e propria riscoperta. "Alcune opere vengono da scavi e recuperi, altre sono state acquisite con grandi sacrifici, altre ancora sono donazioni, esempi di grande mecenatismo" sottolinea Carmen Ravanelli Guidotti, conservatrice del Museo Internazionale delle Ceramiche. "A Faenza quando si mette mano all'ordinamento museale, ci si può giovare di un'esperienza museografica che risale ad oltre 100 anni. In questo rinnovato ordinamento espositivo, come del resto accaduto con la recente mostra delle ceramiche datate, si individuano i lineamenti primari del disegno storico della maiolica italiana del fondatore del Museo, Gaetano Ballardini. Compiere il riordino, pur con questi strumenti scientifici, non era cosa semplice, perché nel tempo si erano creati grossi nodi espositivi da risolvere, quali: l'accorpamento di alcune sezioni del '500, uno stacco troppo sensibile tra il Rinascimento ed il Manierismo e Barocco e soprattutto il naturale passaggio alle sezioni del '900." Attraverso un percorso improntato alla continuità ed alla scorrevolezza, il nuovo ordinamento espositivo vuole essere in grado di attirare l'attenzione sia di un pubblico di specialisti sia di quanti si avvicinano per la prima volta alla ceramica. La prospettiva di avere tra qualche anno ulteriori spazi espositivi, consentirà poi la definitiva sistemazione di tutte le collezioni permanenti, per confermare la straordinaria ricchezza del M.I.C. e la sua centralità riconosciuta a livello mondiale.

Art.e
via delle Conce 14/r
50122 Firenze, Italia
www.arteschool.com
1° EDIZIONE CONCORSO NAZIONALE ARTI VISIVE
Segnalibro_2005

Bando Art. 1 Segnalibro_2005
Il concorso è aperto a tutti i creativi, italiani e stranieri, che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età allo scadere del bando e presenta una sezione unica.
Art. 2 Tema
L'istituto Art.e bandisce un concorso per la realizzazione di un nuovo segnalibro simbolo per l'anno 2005. Oggetto di ampio uso e di infinite soluzioni di restyling, il segnalibro resta un elemento del nostro quotidiano e strumento comunicativo a più livelli. L'Art.e invita tutti i creativi (artisti, grafici, designer e fotografi) a proporre una soluzione nuova studiata appositamente per la scuola.
Art.3 Presentazione progetti
Si può partecipare con un solo progetto presentato in un massimo di cinque tavole formato A3 e su Cd rom Pc compatibile. Le tavole dovranno evidenziare in maniera chiara e precisa gli aspetti innovativi e la fattibilità realizzativa del nuovo segnalibro, assieme a una scheda informativa inerente la documentazione presentata. Sono ammesse tutte le forme espressive realizzate con ogni tipo di strumento e/o tecnica. Sul retro di ogni tavola dovranno essere ben leggibili le indicazioni riguardanti l’autore e il progetto: nome, cognome, indirizzo, telefono, titolo dell'elaborato, dimensioni, tecnica. Tutto il materiale inviato non sarà restituito.
Art.4 Premio
Il progetto del vincitore sarà esposto per l'intero anno 2005 nella galleria virtuale del sito dell'Art.e, realizzato materialmente e verrà assegnato un premio per la somma pari a 300,00€. I primi venti progetti classificati saranno esposti in una mostra collettiva.
Art.5 Valutazione
Criteri di selezione e valutazione del progetto migliore sono l'innovazione, originalità, forma, dimensione, materiale. Il progetto vincitore dovrà dimostrare l’effettivo uso pratico e realizzativo, anche in termini economici, e l'attinenza con le attività didattico-culturali svolte dalla scuola stessa.
Art.6 Selezione
La selezione e la nomina del vincitore sarà effettuata da una Giuria composta da esponenti della cultura e dell’arte. La Giuria selezionerà il vincitore e il suo giudizio sarà insindacabile e inappellabile.
Art.7 Termine di partecipazione
Gli elaborati dovranno pervenire entro il 31/03/2005 presso la sede della scuola in un pacco chiuso recante la dicitura "concorso per segnalibro 2005". Gli autori possono allegare il loro curriculum vitae.
Art.8 Accettazione del regolamento
La partecipazione alla selezione comporta automaticamente l’accettazione integrale del presente regolamento e il consenso alla riproduzione grafica, fotografica e video dell'elaborato scelto per qualsiasi pubblicazione di carattere documentativo e promozionale per l'Art.e School.
Art.9 Condizioni
I diritti dell'elaborato vincitore apparterranno all'Art.e School di Firenze. Non possono partecipare al concorso coloro che hanno collaborato all'elaborazione del presente bando, i docenti della scuola Art.e e i giurati.
Art.10 Quota di partecipazione
Il costo di partecipazione al concorso è fissato nella somma di 5,00€ da versare sul cc postale n°47356670 intestato ad Art.e - via delle Conce 14/r - 50122 Firenze, Italia. Copia dell'avvenuto versamento dovrà essere allegato alla documentazione in plico.
Art.11 Informazioni
Per maggiori informazioni e chiarimenti di carattere tecnico è possibile contattare la segreteria didattica della scuola dal lunedì al venerdì (tel. 055.2478510), oppure scrivere a info@arteschool.com.