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CELLATICA. Si inaugura nel pomeriggio Pezzi di storia del '900 in mostra al centro diurno
(Bresciaoggi) Il passato che riaffiora attraverso una mostra di lavori domestici ed agricoli del '900. E' questa l'iniziativa, promossa dall'Associazione volontari per Cellatica, presieduta da Lucia Febbrari. Il Centro diurno anziani in via Manzoni ospiterà la rassegna che sarà inaugurata oggi alle 15.30 e resterà aperta fino l'11 dalle ore 15 alle 18.30. Mobilitati saranno il centinaio di soci del sodalizio che, prima di presentare la mostra hanno svolto un certosino lavoro di ricerca sul territorio, coinvolgendo decine di famiglie. In soffitte ed in cantine, sono stati recuperati oggetti del "bel tempo che fu", mentre da vecchie cassapanche o canterali sono usciti abiti, lenzuola e tovaglie confezionati manualmente e frutto del lavoro di ricamatrici, sarte o semplici casalinghe. Da non trascurare, inoltre il settore agricolo, retaggio di una Cellatica che non esiste più ma rimasta nel ricordo dei più anziani. Ancora una volta l'Associazione volontari, fondata nel 1996, si pone all'attenzione del paese per una rassegna che troverà un riscontro positivo, in quanto molti, vedendo i lavori, andranno con la mente ai "bei tempi andati" quando, non esistendo la tecnologia e strumenti derivati, i lavori erano eseguiti manualmente. Il sodalizio, che gestisce il Centro diurno anziani in cui la terza età si trova a conversare, consumare una bevanda, giocare a carte o tombola, guardare la televisione, svolge altre iniziative culturali, ricreative, assistenza a disabili in difficoltà. Inoltre promuove tornei di bocce, feste di compleanno, pizzate, feste con la fisarmonica, pranzi, castagnate, impegno giornaliero di accompagnare i bambini della scuola materna sugli scuolabus, la distribuzione di pasti a domicilio per gli anziani in collaborazione con l'assessorato ai Servizi sociali. Il quadro si completa con l'organizzazione di gite culturali e culinarie a città d'arte e storiche, senza contare le recite di commedie e poesia, cori musicali, corsi di cucito, ceramica artistiche e visite al santuario della Madonna della Stella. Nell'ambito della manifestazione natalizia, promossa dall'Amministrazione comunale di Cellatica, la mostra dell'Associazione volontari è un importante tassello perche il loro impegno sul territorio si sta dimostrando una carta vincente sul fronte della solidarietà e dell'amicizia nei confronti dei soggetti più deboli. s.b.

L'originale linguaggio pittorico di un protagonista del '900
(Corrierer romagna) Esposte le opere dal periodo veneziano ai primi anni 50La mostra che prende l'abbrivio questa sera alle ore 19.30 al Circolo degli Artisti di Faenza vuol essere un sentito omaggio alla variegata personalità artistica di un protagonista dell'arte del Novecento. Scultore, grafico, pittore e raffinato ceramista, il faentino Guerrino Tramonti iniziò il suo fare artistico presso la scuola "Tommaso Minardi" dove apprese gli elementi fondamentali del disegno, della grafica, della decorazione, della pittura, della ceramica, del modellare, preparando quindi le basi alla sua molteplice attività futura e perfezionandole poi alla Regia scuola di ceramica di Faenza dove ebbe come maestro Anselmo Bucci. In giovane età iniziò a esporre le sue sculture ottenne il suo primo riconoscimento importante a soli sedici anni allorché vinse il Premio Rimini nel 1931. Continuando a mietere significativi successi in Romagna, Tramonti a ventitrè anni venne premiato al 1° Concorso nazionale della ceramica creato a Faenza. Invero, l'artista aveva ampliato le sue esperienze nel campo della maiolica nella "Casa dell'arte" di Albisola dove modellò per circa un anno, avendo l'occasione di operare a fianco di grandi nomi del secolo scorso. Conobbe così Arturo Martini, Agenore Fabbri, Salvatore Fancello, Lucio Fontana, Aligi Sassu, impegnati come lui a sottrarre la ceramiche allo stato di arte minore con importanti opere di vera e propria scultura. Prima di dedicarsi, alla fine degli anni 60, alla pittura, di cui sentì presto il richiamo frequentando l'amico Franco Gentilizi, Tramonti consolidò la sua fama vincendo per ben due volte, nel 1952 e nel 1955, l'ambito Premio Faenza. Accanto al suo operare artistico, egli si dedicò all'insegnamento in vari istituti d'arte a Civita Castellana, Castelli d'Abruzzo, Cagli, Forlì e Nove di Bassano dove prese fine la sua carriera scolastica, con la direzione dell'Istituto d'arte di ceramica. I biografi di questo grande artista, che allargò i confini geografici della sua notorietà a livello europeo, sottolineano il valore innovativo, disancorato da ogni accademismo, del suo insegnamento, impregnato di stilemi picassiani e delle correnti più affermate della modernità. Quando Tramonti scomparve nel 1992 aveva già predisposto nella propria casa, ora trasformata in museo, una ricca collezione delle sue opere ceramiche, pittoriche e scultoree significative delle sue alte doti artistiche e della sua singolare e interessante umanità.La mostra che si apre al Circolo degli Artisti, organizzata con la collaborazione di Randi Group, Banca di Romagna e Tivuitalia, non percorre l'intero iter di Tramonti; anzi intende indagare sulla produzione del maestro dall'inizio del periodo veneziano (1944-1947) ai primi anni 50, momento importante per l'artista che lavorò gomito a gomito con Filippo De Pisis, con Antonio Scordia e il faentino Domenico Matteucci, giunto insieme a lui nella città lagunare. Saranno esposte una trentina di opere fra terrecotte, sculture ceramiche e quadri, in cui predominano le nature morte realizzate fra il 1945 e il 1948 in sintonia con la sensibilità di De Pisis, anche se dettate dal sentire e dalla formazione dell'autore. Uno stile e una tematica che sfoceranno nell'ultimo originale linguaggio pittorico di Tramonti, e negli splendidi soggetti decorativi dei suoi piatti ceramici.Odette Gelosi

Mostra di Mimmo Palladino a Faenza
Lunedì 5 dicembre inaugura alla Banca di Romagna, la mostra che celebra il pluriennale rapporto tra il grande artista e la Bottega d'Arte Ceramica Gatti FAENZA - Nella sua lunga ed affermata carriera artistica, in cui si è misurato con i più diversi materiali e la loro espressività e duttilità, Mimmo Paladino ha scelto Faenza come sede privilegiata per confrontarsi con la materia per antonomasia: la terra. L'esperienza, iniziata nel 1993, su invito di Davide Servadei della Bottega d'Arte Ceramica Gatti, si è consolidata nel tempo, Di questa proficua vicenda artistica, Banca di Romagna offre una significativa panoramica con l'esposizione che viene inaugurata lunedì 5 dicembre 2005 (alle ore 18.30) nella sede centrale di corso Garibaldi 1, dove sarà visitabile fino a venerdì 24 febbraio 2006. All'inaugurazione interverranno il presidente della Banca di Romagna, Angelo Bartolotti, il sindaco di Faenza, Claudio Casadio, il curatore della mostra, Claudia Casali, ed il direttore di Banca di Romagna, Francesco Pinoni. Da un primo approccio legato alla pura sperimentazione, per scoprire la materia ed indagarla nelle sue potenzialità, l'esperienza di Palladino è arrivata alle recenti realizzazioni dove emerge una piena padronanza. Accanto alle opere dei suoi inizi (il Dormiente e il Coccodrillo, il Testimone, lo Scriba, etc.), viene presentata nella sede della Banca di Romagnadi Faenza, per la prima volta, la serie di dieci vasi "Omero", multipli in maiolica dipinta ad ingobbi policromi, connotati da elementi che richiamano personaggi dell'Iliade e dell'Odissea, poemi che Paladino ha avuto modo di illustrare nel 2001, per la casa editrice Le Lettere di Firenze, e di mettere poi in scena al Teatro Mercadante di Napoli, con la straordinaria interpretazione di Toni Servillo. In totale sono esposte una ventina di opere di piccola dimensione. I vasi sono irriverenti e a volte giocosi, frutto dell'estro e della fantasia di questo grande artista, che ha selezionato pochi ma significativi protagonisti, connotati da brevi ma intensi tratti. Paladino è sempre stato legato alla sperimentazione del mezzo di volta in volta utilizzato, nella volontà di raggiungere risultati strepitosi indagando la materia nelle sue infinite potenzialità, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo nel rispetto di un linguaggio di antica tradizione. La mostra celebra il connubio tra Paladino e la sapienza esecutiva faentina. Nel suo fare "Paladino ha inteso rispettare l'iter processuale dell'esperienza della Bottega Gatti affiancando la genialità di un autentico e straordinario occhio creativo, capace di cogliere nell'immediato uno spazio, un ambiente, una situazione. - scrive Claudia Casali, curatrice della mostra - Paladino è la tradizione antica unita al segno nuovo e contemporaneo, il genio dell'innovazione e la certezza del mezzo, il fascino della fucina e la gestualità sperimentale." L'artista utilizza la terra e i suoi colori come se stesse dipingendo su una tela. Segni, elementi, forme vengono trattati come in pittura, anche se il risultato non è immediato. Molta parte nelle sue opere viene lasciata ad un "consapevole" caso: Paladino ama l'incertezza della sperimentazione, il trasformarsi della materia, l'alchimia degli elementi, e lo affascina l'idea di artigianalità dell'impresa. Con la Bottega Gatti Paladino riesce a misurarsi con tutte le fasi della terracotta, con l'idea della fucina, del luogo - laboratorio che possiede, per lui, il fascino dell'antro magico. Afferma Paladino "Per me la terracotta ha un valore di forma antica e primordiale. La ceramica parla di tempi storici acculturati", nel rispetto della mediterraneità della terra e della forma. Orari di apertura della mostra: dal lunedì al venerdì, 8.30-13.00 /15.00-16.00 Banca di Romagna

Dal 10 nel cuore della città, tra Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro e Palazzo dei Consoli
GUBBIO CELEBRA ALDO AJO' CON UNA MOSTRA PERMANENTE NELLA SUA CASA-STUDIO Circa 150 opere, compresi dipinti, disegni e bozzetti su carta, del maestro considerato fra i maggiori artisti della ceramica italiana del XX secolo A Gubbio, a partire da sabato 10 dicembre, prende avvio la ''Mostra permanente di ceramiche di Aldo Ajo'' in quella che fu sede della sua casa e del suo studio. Le opere, appartenenti alla signora Ines Spogli Ajo', vedova dell'artista, sono all'incirca 150, compresi dipinti, disegni e bozzetti su carta. Aldo Ajo' (1901-1982) e' stato pittore, grafico ceramista, considerato fra i maggiori artisti della ceramica italiana del XX secolo. La sua dimora a Gubbio e' stata frequentata da importanti poeti e letterati come Giuseppe Ungaretti, Carlo Betocchi, Maria Luisa Spaziani, Luciano Folgore, Umberto Marvardi, Leoncillo Leonardi, Jean Fautrier, spiritualisti e pacifisti come Nicola Lisi, Carlo Carretto, Aldo Capitini. Le sue opere, comprese quelle in ferro battuto, sono diffuse in tutto il mondo. Negli anni Cinquanta si sono occupati delle sue opere l'architetto Gio Ponti e il marchese Giovan Battista Giorgini, promotore della moda italiana nel mondo. Sue opere, anche di grandi dimensioni, si trovano in industrie, banche, ospedali, scuole, importanti dimore private, musei di molte parti d'Italia. La mostra permanente e' collocata nel cuore della citta' umbra, tra il Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro e il Palazzo dei Consoli, fra terrazze e giardini pensili. Mostra e catalogo sono a cura di Gian Carlo Bojani, con la collaborazione di Ilio Verona ed Ettore Sannipoli.

Parigi rende omaggio a Giò Ponti, maestro del design
(La sicilia) A oltre 25 anni dalla sua scomparsa l'architetto, giornalista, teorico italiano, Gio Ponti (1891- 1979), continua a tener alto il suo valore sulla scena internazionale. Prima in Olanda, nel 2003, con una mostra al Netherlands Architecture Institute (NAI) e ora in Francia con un'esposizione fino a metà gennaio alla Galleria italiana di Parigi che rende omaggio al lavoro di uno dei padri del design italiano. Parigi era stata tra le prime capitali a riconoscerne il talento assegnandogli, nel 1925, il gran premio all' Esposizione internazionale delle arti decorative. A Milano, le sue creazioni, come la Torre Pirelli, a forma di diamante, e i suoi mobili, tra cui la celebre sedia 'Superleggera' che si può sollevare con un dito, ne avevano consacrato un successo che non si è mai smentito. Tant'è che l'8 dicembre scorso, uno dei suoi cassettoni in nocciolo e ottone dipinto da Edina Altara è stato venduto all'asta organizzata da Philips de Pury per 80.000 dollari. E a Parigi è in vendita una mensola dipinta sempre da Altara per la cifra di 40.000 euro oltre a candelabri in latta (5.000 euro), testiere in nocciolo (6.000 euro) vasi in ceramica (5.000 euro), armadi in mogano e pergamena con interno in fornica (32.000 euro). I mobili esposti sono emblematici del suo stile fondato sul gusto dell'essenziale e sul lusso della semplicità ispirato agli affreschi etruschi e alla mitologia greca.

L'arte è femmina: pittrici al Consorzio Ceramica
(Il mattino) Stasera, alle 18 (20 dicembre), presso il Consorzio Ceramisti Cavesi, si inaugura la mostra "Arte è Femmina", riservata alle sole artiste che saranno premiate con un medaglione raffigurante l'Albero di Pomona, simbolo della creatività femminile, opera della scultrice Marlisa Palomba. Quando un artista, di qualsiasi genere, realizza un quadro, una scultura, fa quanto di più femminile esista in natura, crea, genera: sulla base di queste considerazioni nasce l'esposizione, curata de Beppe Palomba per l'Accademia della Bussola-Premio Amalfi che quest'anno è alla sua quarta edizione. La mostra resterà aperta fino al 3 gennaio tutti i giorni dalle 17 alle 20,30.