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IN MOSTRA A RIMINI LE CERAMICHE DI PABLO PICASSO
(Sesto Potere) Si inaugurerà domani - sabato 18 febbraio - alle ore 18.00 al Palazzo dell'Arengo di Rimini la mostra promossa da CNA.COM, Pablo Picasso: ceramiche e incisioni, a cura di Giovanni Tiboni della Galleria Fabjbasaglia. 32 ceramiche e 66 fra acqueforti e acquetinte che rappresentano un'occasione davvero preziosa per comprendere tutta l'opera del grande maestro spagnolo (1881-1973) e che possono essere considerate uno spiraglio attraverso cui apprezzare con maggiore profondità anche la sua attività, ovviamente più nota, di pittore e di scultore.
In mostra potrà infatti essere ammirata la serie di incisioni che Picasso realizzò nel 1968 per illustrare La Célestine (1499) - prima opera drammatica spagnola - nell'originale edizione tradotta in francese da Pierre Heugas, tirata in 400 esemplari numerati e firmati su carta Canton du Moulin Richard-de-Bas. Il racconto drammaturgico attribuito a Fernando de Rojas, e incentrato su Celestina, simbolo fatale ed ironico del femminino, ha generato uno dei più importanti casi letterari della cultura spagnola: numerose edizioni del testo originale, traduzioni in tutta Europa, riletture e completamenti dell'opera che giungono a coprire più di un secolo e che attraversano i più svariati generi letterari.
Le illustrazioni di Picasso per La Célestine non sono una fedele e filologica trasposizione del testo: a lui va riconosciuto un assoluto primato in quanto a freschezza ed originalità; le scene proposte non accompagnano la narrazione ma procedono autonomamente rispetto ad essa abbondando di riferimenti letterari o mitologici incentrati come sempre sui temi dell'eros, della gelosia e della morte.
Allo stesso immaginario simbolico si richiamano anche le 32 ceramiche realizzate fra il 1950 ed il 1969 a Vallauris per diverse produzioni in serie limitata. La loro importanza risiede soprattutto nel superamento della distinzione accademica fra artigianato e belle arti e nella riproposizione dei grandi valori della cultura antica e medioevale.
Picasso subito dopo il secondo conflitto mondiale si trasferisce nel piccolo villaggio della Provenza dove, fin dall'età romana, sono sempre state prodotte ceramiche di alta qualità estetica. Qui nel solo 1946 il Maestro dà vita ad oltre 2000 opere, entrando sempre di più nel processo di lavorazione, per adattare la decorazione alla forma propria dell'oggetto d'uso, generando così una rinnovata unione fra arte e artigianato, bellezza e utilità. Il successo della sua presenza è stato tale che l'industria ceramica del borgo ha finito col rifiorire, creando copie di opere di Picasso o nuovi lavori d'intonazione picassiana; tanto che si può parlare di un contributo notevole dell'Autore alla sfera del design. In queste opere ricompaiono molti archetipi della poetica picassiana, fondata sulla contrapposizione e la fusione fra uomo e animale: il toro, il cavaliere (picador) ed il centauro, la capra ed il fauno, la civetta e il volto umano.