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Ceramiche pavesi o venete? Il giallo affrontato in una conferenza all'Ateneo
(la provincia pavese) PAVIA. L'annosa questione dell'attribuzione delle maioliche pavesi è stata al centro di una conferenza che ha tenuto Nadir Stringa, ieri nell'aula G3 dell'Università. Il titolo della relazione,"Ancora aperta la disputa dei latesini: Venezia, Angarano, Bassano, Pavia" sintetizza bene le "imbarazzantissime vicende" (come ebbe a definirle nel 1889 lo studioso pavese Carlo Bambilla) sorte intorno alla maiolica pavese sei-settecentesca. Poichè Pavia, dalla metà dell'Ottocento, ha perso ogni traccia dell'antica e cospicua produzione di ceramiche, gli studi del secolo scorso avevano attribuito alla produzione veneta di Angarano alcuni esemplari di ceramica pavese; studi recentissimi hanno definitivamente risolto la questione in favore di Pavia. Il dott. Stringa ha condotto ricerche di archeologia urbana e archivistiche intorno alla fornace Manardi di Angarani, la cui produzione nulla ha effettivcamente in comune con quella coeva pavese. Il suo intervento ieri ha ripercorso le fila del "giallo" sulle maioliche, presentaqndo l'ottica veneta e i rapporti intercorsi tra la scuola veneta e la pavese. Il ciclo di conferenze sulle ceramiche è stato organizzato dall'associazione Amici della Ceramica presieduta da Paola Casati Migliorini.

AL MUSEO ANCHE I 'PICCOLI' CERAMISTI
(il resto del carlino) Per la prima volta nella storia quasi centenaria del Museo delle ceramiche, gli artigiani ceramisti di Faenza hanno un'intera sala, forse un po' piccola, riservata alle proprie opere migliori. La sala delle botteghe d'arte ceramica sarà inaugurata venerdì sera al Museo. Si tratta di un'importante novità, frutto dell'incontro tra la volontà della dirigenza del Museo e la disponibilità dei ceramisti faentini. La sala, alla quale si potrà accedere senza acquistare il biglietto, è a piano terra a fianco della biglietteria del Mic.Vi troveranno posto quattro ceramisti per volta; ogni esposizione durerà circa un mese e mezzo. Il 'calendario' è già stabilito fino a metà dell'anno prossimo. Hanno aderito all'iniziativa di esporre il meglio della propria produzione tutti i ceramisti faentini - quasi cinquanta botteghe, che rappresentano circa un terzo dell'intera Regione - che nel corso dei mesi scorsi hanno ricevuto la visita della commissione insediatasi per scegliere le opere. La novità della sala delle botteghe d'arte ceramica è stata presentata ieri al Museo nelcorso di un incontro con la stampa. Erano presenti il presidente del Museo, Dante Stefani, Carmen Ravanelli Guidotti, conservatrice al Museo, Jader Dardi per la Cna, Vittorio Ghinassi per la Confartigianato-Fapa e Maria Concetta Cossa, presidente dell'Ente ceramica Faenza e curatrice dell'allestimento della mostra. E' stato spiegato che l'intenzione del Museo è di presentare "il volto più selezionato delle botteghe faentine, per esaltarne la qualità". "I ceramisti sono stati molto contenti di essere contattati per questo tipo di iniziativa", ha detto Carmen Ravanelli Guidotti. "Hanno aderito tutte le botteghe d'arte faentine iscritte alla Camera di commercio", ha aggiunto Maria Concetta Cossa. Vittorio Ghinassi ha sottolineato "l'importanza storica della sala. Il rapporto tra Museo e ceramisti è stato molto sofferto in questi anni, c'è stato un rapporto di amore-odio protrattosi nel tempo e tanti conflitti. Speriamo che ora si apra una pagina nuova: oltre al Museo, c'è la vitalità creativa delle botteghe". Della commissione che ha scelto i pezzi fanno parte Tiziano Dalpozzo, Guido Mariani, Arnaldo Sangiorgi, Mario Pezzi, Maria Concetta Cossa, Carmen Ravanelli Guidotti e Claudio Casadio. Le opere esposte per l'inaugurazione sono di quattro ceramiste faentine. Dei quattro artisti presenti, ogni volta due rappresenteranno la tradizione, uno tradizione e contemporaneità, il quarto la contemporaneità. L'allestimento - con cinque-dieci opere per ceramista - prevede anche la possibilità di vedere in tempo reale via Internet la produzione della bottega presente nella sala; la pianta topografica della città permetterà di conoscere dove la bottega è ubicata. Si tratta di informazioni fondamentali per eventuali acquisti, perchè nella sala non sarà possibile comprare nulla. "Abbiamo voluto tenere separati i due percorsi, l'artistico e il commerciale - è stato detto in conferenza - Ma non escludiamo che la parte commerciale possa essere percorsa in futuro".

Anticipazioni sulla mostra della ceramica che compie 10 anni
Montelupo, il museo virtuale e i pezzi pregiati dalla Spagna

(il tirreno) b.a.MONTELUPO. Riecco la festa della ceramica, e compie, con questa edizione, dieci anni di vita. Il cliché è noto: musica in ogni angolo del centro storico, spettacoli itineranti, la rappresentazione teatrale esclusiva (quest'anno è "Bianca Cappello o la ribellione dell'amore", di Riccardo Cardellicchio, per la regia di Fabrizio Fioravanti), allestimenti scenografici, ma soprattutto maestri ceramisti all'opera, mostre d'arte, lavorazioni dal vivo. La mobilitazione, dal 22 al 30 giugno, come da copione sarà totale. Eventi. Martedì 25 giugno presentazione di "www.museomontelupo.it", il nuovo sito del Museo Archeologico e della Ceramica. Tra le novità il catalogo della biblioteca specializzata consultabile in rete, la sezione didattica, la possibilità di navigare virtualmente alcune sale del museo in via Sinibaldi. Mostre. Tante, e tutte sono il risultato di studi e ricerche di esperti. Al Centro Risorti è di scena la ceramica spagnola ("L'oro d'Occidente: influenze della maiolica valenciana sulla ceramica fiorentina del 1400"), mentre il cinema Risorti ospita "Manifattura Mancioli: dalla maiolica alla porcellana" (secondo la ricerca di Marina Vignozzi Paskowski) Altre mostre sono "Lo scaldino toscano dal XVIII secolo all'età contemporanea", "Le vie della porcellana", "Il suono della terra" (ritornano i fischietti di terracotta), le sculture di Pietro Bartolini riunite in "Illuminazione". E poi le sculture e pitture di Denise Martini, le terrecotte monumentali di Gloriano e Francesco Bitossi, i lavori dei degenti dell'Opg al mulino Elmi. I maestri ceramisti espongono alla fornace Pasquinucci di Capraia. Città del lavoro. Torni in tutti gli angoli del centro, esposizione dei lavori degli studenti della scuola della ceramica. Inoltre, dimostrazioni dal vivo di maestri del vetro e della terracotta. Bambini. Si chiama "Ceramicando" lo spazio dove i piccoli potranno sbizzarrirsi con argilla e pennelli. Funzionerà anche un baby parking, animato dagli operatori dell'associazione "Terrerare".

UN'OPERA D'ARTE RITROVATA
(la nazione) MONTECATINI - Cominciamo con la buona notizia: i due stupendi banchi di mescita in ceramica, poggianti su colonne con teste leonine di gres, creazioni del genio del liberty Galileo Chini, saranno presto riposizionati nella loro sede e nella loro funzione originarie alle Terme Tamerici. Il restauro, appena iniziato, terminerà entro il 30 giugno, in contemporanea con la conclusione della bella mostra Ad vivendum, voluta dall'amministrazione comunale (con altri enti e fondazioni) e organizzata da Artout. Tutti i sabato e domenica, fino al 30, ai visitatori sarà possibile assistere dal vivo al restauro eseguito della società Per il restauro con il supporto di due studenti del corso di ceramica dell'Istituto d'Arte di Palazzo Spinelli a Firenze. La brutta notizia è che i banchi, utilizzati dagli inizi degli anni '70 come banco-bar - furono uniti e coperti da un tavolato posticcio - hanno rivelato una totale assenza di attenzione, in quegli anni non troppo lontani, per il patrimonio artistico delle Tamerici. Il sindaco Ettore Severi parla giustamente di "abuso della vecchia gestione delle terme" e di grandi opere che "hanno subito notevoli danneggiamenti dal punto di vista artistico". Probabilmente durante lo spostamento di trent'anni fa - manca peraltro una precisa documentazione - i pesanti banchi hanno subìto la rottura di quattro colonne (delle 16 totali), sostituite da copie cave e di fattura nettamente inferiore. Solo oggi la cosa è portata a conoscenza. "La parte più difficile del restauro - dicono Rosa Scannella e Gaetano Calvi - è stata staccare i banchi dalla muratura in cemento e spostarli nella sala di mescita. Il rischio era di vederli sgretolare. E' allora che ci siamo accorti delle colonne rotte e sostituite. Vi sono poi poche piccole piastrelle di ceramica mancanti, che sostituiremo con manufatti molto simili". Nella foto: seduti, da sinistra, Paola Chini (nipote di Galileo) la dott. Nannelli della Soprintendenza e il sindaco Severi

Saranno messe in mostra domenica a Gravina, nel museo della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi", le ........
(gdm) Saranno messe in mostra domenica a Gravina, nel museo della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi", le maioliche di Castelli. Si tratta di trentotto oggetti, fra piatti e lastre figurate, esibiti finora nell'appartamento di rappresentanza dei Pomarici Santomasi, precisamente nella saletta cosiddetta "veneziana". E appunto domenica mattina Luciana Arbace, soprintendente ai Beni culturali di Napoli, nonché conoscitrice delle maioliche di Castelli, terrà una conferenza sul tema (cinema Sidion, ore 11), mentre nel pomeriggio illustrerà la mostra con una visita guidata (ore 17). Parteciperanno all'iniziativa Mario Terlizzi, presidente della "Pomarici Santomasi", Remo Barbi, sindaco di Gravina, Elio Scarciglia, dell'Associazione nazionale amici della ceramica, Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce, Antonio Cassiano, direttore del museo leccese "S. Castromediano" e Pasquale Vitucci. La presenza dei rappresentanti leccesi è dovuta al prestito di ventidue maioliche di Castelli, effettuato dal museo leccese appunto per la mostra: piatti e mattonelle illustrate (con figure tratte da celebri quadri di Carracci, Maratta, Tintoretto...). Anche tra le trentotto maioliche del Pomarici, quattro rettangoli e vari piatti, vengono riprese immagini di tele celebri ed evocative di un gusto tutto sei-settecentesco. E infatti al XVII-XVIII secolo sono databili ambedue le collezioni. A cavallo di questi due secoli la maiolica di Castelli (il paesino abruzzese ora in provincia di Teramo) tocca il suo apice di produzione, con le sue ceramiche dipinte con motivi figurati, delimitate da bordi ornamentali e a volte con applicazioni dorate: scene di genere o religiose e allegoriche, trattate con tipica "tavolozza languida" (con l'uso del turchino, del paglierino, del verde chiaro, del bruno e violetto che si fondono nello smalto). Le famiglie maiolicare più note di Castelli sono i Gentile e i Grue: e non a caso, alcune maioliche di Gravina sono firmate da Gentile (1700), mentre su alcune di Lecce appare la firma di Grue. Con questa iniziativa continua la rivalutazione del proprio patrimonio, iniziata lodevolmente dalla Fondazione "Pomarici Santomasi" alcuni anni fa. g. annib.

Ceramiche in mostra (il massaggero) PESARO - Oggi alle 18.30, presso la sala Laurana di Palazzo Ducale, si inaugura l'esposizione "Ceramica in mostra", organizzata dall'Associazione Amici della Ceramica con il contributo del Comune di Pesaro. L'iniziativa vede coinvolti più di 60 decoratori amatoriali che per l'occasione esporranno loro creazioni, frutto di insegnamenti maturati durante i corsi tenuti dai ceramisti dell'associazione stessa, attenta a promuovere e divulgare, a tutti i livelli, l'antica arte della terra e del fuoco. Ancora, dunque, un altro appuntamento con la ceramica a testimonianza dell'interesse sempre vivo della nostra città intorno a questa tradizione; quindi visibilità ai lavori di pesaresi che si impegnano e dilettano a dare forma e colore a ceramica d'ogni genere.

ARTISTI INTERNAZIONALI E BOTTEGHE ARTIGIANE PENSANO ALL´EDIZIONE DEL 2003
Biennale di Albissola, tutti al lavoro Opere "esportate" anche a Ginevra

(la stampa) ALBISSOLA M. Per la Biennale della ceramica nell´arte contemporanea di Albissola questo è l´anno del lavoro e non della vetrina. L´anno scorso, prima edizione e grande successo. Si sta preparando l´edizione del 2003, gli artisti e le botteghe artigiane sono in piena attività. Ma lo è anche la macchina organizzativa che anche all´estero sta raccogliendo i frutti dell´ottimo lavoro dello scorso anno. In effetti la Biennale albissolese curata da Tiziana Casapietra e Roberto Costantino, è stata invitata alla prestigosa Conferenza Internazionale "Biennali in Dialogo" organizzata dall'Istituto per gli Affari Esteri tedesco e dal Museo d'Arte Moderna di Francoforte (da domani all´11 giugno). Alla Conferenza Internazionale di Francoforte parteciperanno i Direttori e i Curatori delle più interessanti Biennali d'Arte Contemporanea sparse per il mondo. Per l'Italia è prevista la partecipazione della secolare Biennale di Venezia, della Biennale di Fotografia di Torino e della giovanissima Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea. Un ulteriore riconoscimento alla Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea verrà tributato quest'estate da uno dei templi mondiali della Ceramica, il Museo Ariana di Ginevra, dove l'esposizione, già tenutasi nelle Albisole, migrerà dal 26 giugno al 4 di settembre. Al Museo Ariana di Ginevra saranno visibili le opere realizzate nelle manifatture albisolesi, nel 2000 e nel 2001, da 25 artisti di rilevanza internazionale, provenienti da Italia, Francia, Austria, Spagna, Kosovo, Danimarca, Inghilterra, Svizzera, Camerun, Nigeria, Giappone, Corea, Cina, Iran, USA e Argentina. p. p.

Successo a Nove della mostra di De Maria
(il gazzettino) Nove (A.C.) Sta ottenendo un lusinghiero successo a Nove la mostra "Otello De Maria Un maestro della pittura del 1900 opere dal 1924 al 1994" allestita presso il Municipio della cittadina della ceramica fino al 28 luglio prossimo. Nove e Vicenza (queste le due città dove à in allestimento la mostra) due realtà diverse unite in questo omaggio ad un artista che con il proprio lavoro é riuscito a trasmettere cariche emotive che scaturiscono dal sapiente trattare con amore i materiali più svariati quali la tempera, l'olio e la ceramica. "Un maestro che ha dedicato la vita e la sensibilità al poliedrico dell'arte" lo definisce Giuliano Menato nel catalogo di presentazione della mostra. De Maria si cimenta con la pittura, la scultura, la ceramica. La rassegna - continua Menato - propone una rilettura di quanto De Maria é andato producendo nel corso della sua esistenza, sottolineando i momenti dell'azione artistica che appaiono più significativi per profondità di indagine e impegno di ricerca.

CORSO DI CERAMICA E VINO DOC (il resto del carlino) Un grembiule, tanta creta, la storia dell'arte e un calice lieto di vino assolutamente doc. E' la ricetta per un week-end speciale con un breve corso di ceramica che si terrà, sabato 20 e domenica 21 luglio, a Montecchio Emilia. Il corso è riservato a una decina di persone, alle quali necessiterà solo un grembiule perché materiali e attrezzature sono fornite dal laboratorio di Sonia Giavelli nel quale si svolge (il costo è di 104 euro, per info: "Le maioliche di Sonia Giavelli", strada Bassa 20, 42027 Montecchio Emilia, Reggio Emilia, tel. 0522.866925 340.4996602), così come i risultati. Sia che abbiate realizzato una personalissima coppa per il vostro tè (del resto la tecnica giapponese raku che sarà qui utilizzata per gli ovvi limiti di tempo nacque proprio per questo), sia che il profilo del vaso che volevate mettere in salotto vi sia riuscito alla perfezione, gli oggetti saranno proprio vostri, diploma e testimonianza d'autore. E dove alloggiano gli artisti? Nel cuore antico del capoluogo, nello storico Hotel Posta di Reggio Emilia. Cinquecentesco albergo abbracciato dal Duomo, dal Battistero, dal Palazzo del Vescovado e da quello del Monte di Pietà. Travi antiche, vetrate a piombo, affreschi del XIV-XV secolo (il delizioso caffè-salotto arredato coi mobili di una pasticceria reggiana dell'Ottocento) l'Hotel Posta è insomma celebre quanto chi lo frequenta. Per il weekend dedicato al raku, gli ospiti che frequenteranno il corso godranno di prezzi altrettanto speciale. L'hotel è disponibile anche ad organizzare la navetta per raggiungere il corso di ceramica.

Al via la Biennale della ceramica
(la città) E' stato lanciato a Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, il programma della III edizione della ''Biennale di Ceramica Contemporanea'', per il quale è stato proclamato un manifesto, ''Ceramica è...'', con la richiesta ad artisti, poeti, giornalisti, critici d'arte, letterati, architetti e uomini di cultura generale, di esprimere un pensiero o di scrivere una pagina sull'argomento della mostra. Gli scritti saranno pubblicati nel catalogo della mostra, perché, come ha affermato Salvatore Cipolla, direttore artistico della manifestazione, "s'intende rivalutare la ceramica in ogni suo aspetto, in quanto essa è arte totale, e non un fanalino di coda delle altre branche". A tutt'oggi alla Biennale della ceramica contemporanea hanno aderito oltre duecento personaggi, e, tra questi, Mario Maiorino, già presentatore con Giorgio Segato dela seconda Edizione , di Cava de'Tirreni; Giorgio Di Genova, Domenico Cara e LUigi Paolo Finizio, di Roma; Tommaso Paloscia, di Firenze; Pierre Restany, di Parigi; Giammarco Sgatone, di Teramo, Angelo Calabrese, di Caserta; Emilio Sidoti, di Savona; Giorgio Sevaso, di Milano. Per l'antico paese di Cerreto Sannita, uno dei maggiori centri di produzione ceramica, in cui l'arte figulina ha conosciuto un lungo periodo di splendore dovuto all'affermazione nel Settecento della Scuola di Maioliche Cerratesi con i grandi artisti Ruso e Giustiniani, le cui opere sono custodite nei maggiori musei del mondo, hanno offerto i loro contributi anche il generale Roberto Conforti, dei Carabinieri, e Antonio Santacroce, della Polizia, nonché l'Assessore regionale Gianfranco Alois. Quest'anno la Biennale che si inaugurerà il prossimo 22 giugno, ospiterà una mostra dei maggiori artisti nazionali, e vi sarà, inoltre, una particolare sezione dedicata agli artisti emergenti. A partire da questa edizione 2002, infine, verrà istituito anche un premio speciale messo a disposizione della Presidenza della Camera dei Deputati per caratterizzare ancora di più una manifestazione significativa per lo studio e la diffusione dell'arte della ceramica.

Conferenza sulle antiche ceramiche
(la provincia pavesae) PAVIA. E' dedicata alle migrazioni dei ceramisti faentini in Lombardia e a Pavia la quinta conferenza del ciclo organizzato dalla delegazione pavese dell'associazione nazionale "Amici della ceramica" (oggi alle 17.30 all'Aula Volta dell'Università). Relatrice è Carmen Ravanelli Guidotti, conservatrice del Museo nazionale delle ceramiche di Faenza, che parlerà della presenza a Pavia, nel Cinquecento, di maestranze emigrate da Faenza. Si deve a loro la diffusione, alla fine del 1500, dello stile nuovo compendiarlo, caratterizzato da forme ricercate, spesso mutuate dai più importanti argenti, ricoperte da uno spesso e cremoso smalto bianco candido, vanto dei ceramisti faentini. A Pavia lo stile compendiarlo alla faentina si sviluppa soprattutto con decorazioni di tipo araldico, appartenenti alle nobili famiglie di città e di contado, come testimonia la presenza in città di Tomaso da Faencia attivo nel 1568.

Da luglio rassegna della ceramica (la città ) Indetta dal Centro Internazionali di Studi Sociali e Culturali per la Ceramica la XIV Rassegna della Ceramica-Premio Mediterraneo. La manifestazione, che si svolgerà tra luglio e settembre nei locali di S. Maria del Rifugio, sarà divisa in tre sezioni: ceramica d'arte, istituti d'arte, ceramiche d'uso. "Questa iniziativa Ð ha spiegato Lucio Barone Ð sarà possibile grazie alla sensibilità dimostrata dal sindaco Messina. L'Amministrazione ha già assicurato la sua disponibilità ad ospitare il Museo della Ceramica con una scuola, nei locali della Manifattura. Vogliamo coinvolgere tutta la cittadinanza, gli imprenditori e le Banche". Al momento sono già 40 le adesioni alla Rassegna, oltre a quelle di circa 90 ceramisti. Il Centro Internazionale di Studi Sociali e Culturali per la Ceramica, sorto nel 1977, ha organizzato in questi anni già diverse rassegne e mostre.

UN PROGETTO PER LA CERAMICA (il rdc) PESARO - L' "Artigianato dell'arte ceramica moderna": il progetto del Comune di Pesaro che sarà realizzato con Lubiana (Slovenia) e Kilkis (Grecia) è stato approvato dall'Unione europea. Sarà realizzato tra il secondo semestre 2002 e l'inizio del 2003, per un valore di 168.000 euro, ha due obiettivi: far conoscere il grande patrimonio culturale europeo dell'artigianato artistico della ceramica e introdurre innovazioni favorendo la contaminazione con le arti visive moderne e contemporanee e con altre forme artistiche, per dare continuità alla produzione ceramica moderna. Saranno coinvolti nell'iniziativa l'istituto d'arte "Mengaroni", il Centro per le arti visive "Pescheria", i musei civici, artisti e artigiani della ceramica, nei laboratori che saranno organizzati in collaborazione Lubiana e Kirkis. I risultati dei lavori svolti saranno pubblicati in un manuale e in Cd rom. Il progetto, che si concluderà con una mostra, è stato elaborato nell'ambito del Piano di marketing territoriale per valorizzare la ceramica locale.

Mostra di porcellane ungheresi (il denaro) Napoli. Nella sala Carlo V del Maschio Angioino (Castel Nuovo, si svolgerà (ore 9) la presentazione della mostra dal titolo "Arte e tradizione della porcellana ungherese". L'iniziativa è organizzata dalla manifattura di porcellane di Herend nell'ambito della "Stagione culturale ungherese". La mostra si chiuderà domenica 30 giugno e potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19 e la domenica dalle ore 9 alle ore 13.

Montelupo si tuffa nel Rinascimento
Da domani la festa internazionale della ceramica tra eventi e esposizioni
Sono coinvolte venti associazioni e quasi tutto il paese Obiettivo: superare centomila presenze

di Emilio Chiorazzo
(il tirreno) MONTELUPO.Fa dieci anni, si dà arie internazionali, grazie ai gemellaggi stretti con paesi della Spagna e della Francia e coinvolge l'intero paese. La festa della ceramica si ripresenta così. Con grande vitalità, per mettere in mostra quella che, di Montelupo, è il più importante pilastro della vita economica. Da domani e fino al 30 giugno, le strade del paese si trasformano. Si calano in un clima rinascimentale. Lo diventano grazie a costumi e scenografie che aiutano a fare questo salto all'indietro, nel tempo. "In un'epoca - spiega l'assessore alla cultura Simone Terreni - che ha visto la nostra comunità ai massimi splendori. La festa della ceramica avrà questo carattere rinascimentale. E non solo perché le strutture che utilizzeremo cercheranno di ricreare questa atmosfera. Ma anche perché, ad esempio, i nostri artigiani, scenderanno nelle piazze con le loro botteghe, metteranno a nudo i segreti del loro mestiere, della loro arte". La festa si svolge su due livelli. Ci sarà la parte delle esposizioni e quella degli eventi. "Saranno nove giorni in cui il paese scenderà in piazza - prosegue l'amministratore comunale - La manifestazione coinvolge circa venti associazione, lo scorso anno è stata visitata da oltre centomila persone. È soprattutto una festa popolare, con danze, musica, rievocazioni, con il teatro di strada e, ovviamente, le lavorazioni". Un calendario ricco; difficile anche da sintetizzare. Ma che è stato allestito per rispondere alle esigenze di tutti, grandi e piccini. E che farà da preludio ai preparativi per la festa del prossimo anno, quando si festeggeranno anche gli ottocento anni dalla nascita di Montelupo. "Fu allora - conclude Terreni - che nacque la prima cinta muraria. Vogliamo ricordarlo con un grande evento il prossimo anno". Al fianco degli eventi, le esposizioni. "Sono quattro - spiega Fausto Berti, direttore del Museo della ceramica - La prima riguarda la maiolica valenciana. Saranno in mostra esemplari che hanno ispirato, nel 1400, molti artisti toscani, fiorentini e quindi anche della nostra zona". Poi c'è quella sugli scaldini. "Un oggetto - sottolinea Berti - che sta diventando da collezione. Noi ne esponiamo alcuni anche molto belli, dal Settecento ad oggi. E qualcuno precedente, del Cinquecento, rinvenuto negli scavi di Montelupo". Una mostra è dedicata alla ceramica... innovativa. "Ci sarà la produzione dell'azienda Mancioli - dice il direttore del museo - oggi di Altopascio, ma con radici a Montelupo: negli anni Sessanta era una azienda molto attenta alle innovazioni". Concludono le mostre una rassegna sui fischietti (a Montelupo c'è un'associazione) e sulle vie della porcellana. Altre esposizioni sono quelle dedicate alle sculture e alla pittura di Denise Martini (nella Cappella della Misericordia); alle terrecotte monumentali di Gloriano e Francesco Bitossi; l'esposizione dei lavori dei degenti dell'Opg (al mulino Elmi), la personale di Staderini e, alla fornace Pasquinucci, una mostra dei lavori di alcuni maestri ceramisti. Durante i giorni di festa, oltre ai tornianti e ai ceramisti, si esibiranno all'aperto anche i pittori; gli allievi della scuola di ceramica; i terracottai e i maestri vetrai.

Molti artisti fiorentini si ispirarono all'arte spagnola nel Quattordicesimo secolo
L'influenza della maiolica valenciana

(il tirreno) MONTELUPO. Quattro appuntamenti importanti. Sono le esposizioni che tengono banco in questi giorni di festa. Li ha annunciati fausto Berti, direttre del Museo della ceramica di Montelupo. Eccoli. L'oro d'occidente: influenze della maiolica valenciana sulla ceramica fiorentina del 1400". Cinema Risorti via Baccio, 13 fino al 21 luglio (ingresso Carta Festa. Orario di giugno: 10-13; 16-24; domenica 10-24; luglio: 10-18 e lunedì chiuso). Si potranno ammirare a confronto manufatti della tradizione spagnola con quelli realizzati a Montelupo, per notarne le affinità. Manifattura Mancioli: dalla maiolica alla porcellana. Cinema Excelsior, corso garibaldi 39. Orario giugno: 10-13; 16-24; domenica: 10-24; luglio: 10-18, lunedì chiuso). L'esposizione di oggetti prodotti da un'azienda che, negli anni Sessanta più di altre cavalcava l'innovazione. Lo scaldino toscano dal XVIII secolo all'età contemporanea. Centro espositivo, via XX settembre 34. Orario: 10-13; 16-24; domenica 10-24. In mostra scaldini realizzati dal Settecento a oggi e provenienti da più parti d'Italia. La via della porcellana. Museo archeologico e della ceramica, via Baccio 45, fino al 21 luglio. Orario giugno: 10-13; 16-24; domenica 10-24; luglio: 10-18; lunedì chiuso. Il suono della terra. Il fischietto di terracotta tra tradizione e innovazione; sala espositiva giardino del Museo, via Giro delle Mura.

Due ricercatrici hanno chiarito la provenienza
"Restituite" a Castelli
preziose collezioni
della ceramica del '500

(il centro) TERAMO. Nonostante il caldo soffocante un pubblico numeroso e attento ha partecipato ieri pomeriggio in municipio alla conferenza sulla ceramica castellana, promossa dall'associazione culturale Il Poliorama. "Il corredo Orsini Colonna e la grande produzione cinquecentesca di Castelli" era il titolo dell'interessante incontro, basato sulle dotte relazioni di Berardo Pio, ricercatore di Storia medioevale nell'ateneo bolognese, e di Carola Fiocco e Gabriella Gherardi, docenti di Storia della ceramica. Si è partiti da una puntuale ricostruzione del contesto storico per poi approfondire il tema della produzione ceramica castellana del XVI secolo, la cui storia si allaccia soprattutto a quella della famiglia Pompei, mettendo un punto fermo sulla definitiva attribuzione all'antico paese teramano di Castelli di tutta una manifattura di qualità che si tendeva in passato ad attribuire ad altri centri, a partire da collezioni preziose come il corredo Farnese, del '500, e la collezione Acquaviva-Ruffo, di inizio '600. Già nel 1985 le due studiose ieri ospiti a Teramo iniziarono a far luce sulla questione con i risultati di un'importante campagna di scavo, consegnati a un convegno cui seguì quattro anni dopo un'esauriente mostra. Da allora si cominciò a parlare del corredo Orsini Colonna come di una produzione cinquecentesca castellana, escludendo altre provenienze come Deruta o Faenza. Anna Fusaro

SI INAUGURA A FRATTEROSAIL MUSEO DELLE TERRACOTTE
(il rdc) FRATTEROSA - A Fratte Rosa nasce il museo delle terrecotte. Verrà inaugurato domani pomeriggio, alle 18, la nuova struttura museale all'interno del Convento di Santa Vittoria. L'edificio ospiterà, in alcune sale i "cocci", come li chiamano da sempre i vecchi vasai del paese. Proprio gli oggetti, dei diversi periodi e forme, illustrano l'evoluzione dell'antica arte e ripercorrono la storia millenaria legata ad una particolare attività economica intorno alla quale è pulsata per anni la vita del paese. "Sono passati molti anni - afferma il sindaco, Maria Adele Berti - dopo una complessa elaborazione concettuale il progetto si è delineato con un carattere chiaro ed incisivo. Due le prospettive: un museo per conservare il patrimonio storico prodotto, una scuola per innovarlo". La storia del recupero dell'antica tradizione legata alle terrecotte parte circa venti anni fa. Il comune, con l'apporto del professor Franco Bucci (il noto ceramista pesarese recentemente scomparso), sottoposero all'attenzione di esperti i problemi relativi allo sviluppo della formazione tecnico-artistica, alla commercializzazione dei prodotti locali, al rilancio del territorio e al progetto di una scuola di ceramica. "Il Convento di Santa Vittoria, allora in corso di restauro -prosegue il rpimo cittadino- venne individuato e proposto come spazio adatto, con i necessari e finalizzati adeguamenti, per la realizzazione dell'ambizioso progetto. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro composto dallo stesso Bucci, affiancato da Gian Carlo Bojani (l'allora direttore museo delle Ceramiche di Faenza) ed altri docenti universitari, esperti e storici del settore. Nel 1997 partirono i restauri del Convento. Di seguito si è progettato e allestito nelle stanze dell'edificio storico il "Centro di Formazione e documentazione dell'artigianato della tradizione dei cocci di Fratte Rosa"". Finalmente oggi l'apertura, alla quale prenderanno parte esponenti civili, militari e religiosi a livello regionale.

Il volume presentato oggi a Urbania
Tre secoli di maioliche e una sola famiglia
Esce il libro sui Picchi

(il massaggero) URBANIA - Oggi alle 17, 30, nella sala Volponi del Palazzo Ducale di Urbania, verrà presentato il volume "I Picchi Maiolicari da Casteldurante a Roma", edito dall'Istituto Culturale e sociale Arcidiocesano di Urbania, promosso dalla Altomani & Sons di Pesaro e finanziato dalla Koelliker di Milano. Un esempio di come il mondo dell'antiquariato e dell'impresa possano mettere a disposizione della ricerca esperienza e risorse che assumono un particolare valore in settori, come quello degli studi ceramici, spesso emarginati dalla grande editoria, sempre più attenta a pubblicare ciò che vende e non ciò che vale. Il volume nasce dall'incontro tra due studiosi, Corrado Leonardi e Massimo Moretti, divisi anagraficamente da più di sessanta anni, ma uniti dalla comune passione per la storia e per l'arte, in particolare per la ceramica di Casteldurante. Corrado Leonardi, conosciuto per le sue numerose pubblicazioni e iniziative volte alla valorizzazione della cultura Metaurense, è il fondatore del Museo Diocesano di Urbania al quale ha donato una preziosa raccolta di maioliche che spazia dal XIII al XX secolo. Massimo Moretti si è laureato al dipartimento di Storia dell'Arte della facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma con una tesi sul pittore Giorgio Picchi di cui ha ricostruito l'intera carriera artistica cominciata nella Roma di Gregorio XIII e conclusasi a Casteldurante nel 1605. E' nel corso della ricerca sulla figura più interessante di questa numerosa famiglia di artisti (dal 1373 al 1680 ne vengono citati ben 55, in buona parte maiolicari) che sono emersi, soprattutto negli archivi della capitale, nuove e fondamentali acquisizioni sulle quali gli autori si sono lungamente confrontati, dando oggi alle stampe il risultato della certosina ricerca. Attraverso la famiglia Picchi si documentano due secoli di storia della celebre produzione maiolicara durantina che ha reso famosa in tutto il mondo la piccola cittadina del Montefeltro. Dalla lavorazione del guado, una pianta coltivata lungo i margini del Metauro da cui si ricavava un colorante azzurro adoperato anticamente per la tintura dei tessuti, attività a cui si dedicava il capostipite Picchio già nel 1373, i Picchi approdano alla ceramica sul finire del XV secolo. La fama di questi maiolicari oltrepassò presto i confini del ducato e a metà del Cinquecento cominciano i fitti rapporti dei fratelli Ludovico e Angelo Picchi con gli aromatari di Palermo mediante il genovese Nicola Canizia e il palermitano Andrea Boverio, esigenti committenti di centinaia di vasi da farmacia, tra cui molti istoriati con scene tratte dalla letteratura sacra e profana, secondo il gusto del tempo. Nel 1565 i due fratelli lasciano Casteldurante per trasferirsi a Roma e mettersi in società con il parente Luca Baldi e Antonio del Franzese, servitore fedele e aiuto di Michelangelo Buonarroti. Il sodalizio dura pochi anni e nel 1578 i Picchi aprono una propria bottega nell'attuale piazza di Spagna. La ruggine creatasi per gelosie d'arte e d'amore tra la bottega di Antonio del Franzese e alcuni componenti della famiglia Picchi, conduce i maiolicari durantini ad una rissa armata nel pieno centro della capitale di cui riferiscono i passi salienti di un avvincente processo rintracciato da Massimo Moretti nell'Archivio di Stato di Roma. Nella capitale pontificia i maiolicari Picchi, Superchina, Nanni, Gilietti, Cresci, Basoia, Baldi, aprono le loro botteghe nei punti nevralgici della città, a Trinità dei Monti, in piazza della Trinità, in Borgo San Pietro, ai Monti, a Ripa, favoriti dalla vicinanza con Michelangelo Buonarroti e dalla stima del Vasari che, nella seconda edizione delle sue Vite (1568), non fa economia nell'elogiare i vasai durantini le cui pitture su maiolica "non sarebbero state migliori, quando fussero state fatte a olio da eccellentissimi pittori". Con Andrea da Negroponte, lo stile della vaseria Picchi, a partire dagli anni '60 del Cinquecento, evolve verso una maniera felicemente sgrammaticata nella quale le tinte raggiungono una inedita brillantezza e i motivi decorativi, deformati dalla fantasia e dalla improvvisazione, si disperdono mantenendosi tuttavia entro le partiture delle movimentate fogge. E' uno stile spensierato dove il culto per l'antico convive con il gusto per il grottesco, entrambi rivisitati dallo spirito genuino del vasaio.

Cerreto Sannita Biennale d'arte ceramica dodici artisti in mostra
(la repubblica) Parte oggi a Cerreto Sannita la terza edizione della Biennale di Arte Ceramica Contemporanea. In mostra fino a settembre, nel suggestivo Chiostro di Palazzo S. Antonio, le opere di dodici fra i maggiori artisti nazionali: Turi Aquino, Lee Babel, Giuseppe Lucietti, Alessio Tasca, Federico Bonaldi, Marco Borgianni, Giulio Busti, Giovanni Cimatti e Sergio Gurioli, Salvatore Cipolla, Mario Guarini e Pompeo Pianezzola. Alla cerimonia d'inaugurazione sarà presente l'assessore regionale Gianfranco Alois.

Una mostra a Vietri sul Mare in omaggio a Mario Carotenuto
Maria Rosaria Voccia

(la città) Omaggio a Mario Carotenuto con una complessa retrospettiva a Vietri, a Palazzo della Guardia, dal 5 luglio al 18 agosto. In quest'occasione sarà scoperta anche un'edicola votiva in ceramica realizzata dal Maestro. La presentazione si è svolta ieri mattina nell'ambito di una conferenza stampa al Comune di Vietri. La mostra, curata da Massimo Bignardi, mette in evidenza la raffinata capacità dell'artista di interpretare la ceramica e di saperne sfruttare le insite potenzialità estetiche. Il percorso, allestito da Gelsomino D'Ambrosio, si sviluppa in settanta opere realizzate dai primi anni Cinquanta ad oggi, ed evidenzia una linea di continuità che, dalle piccole piastrelle ed oggetti maiolicati realizzati nella fabbrica Tre Felci di Salerno fra il 1952 e il 1954, giunge ai vasi ed ai pannelli eseguiti con Giancappetti ed Alfredo Della Monica nel 1971, fino a giungere ai grandi piatti, alle ciotole eseguite presso la Ceramica Rifa di Molina di Vietri, alla faenzera di Matteo Rispoli. Si possono ammirare i lavori realizzati presso la Ceramica Fornelle di Salerno a metà degli anni settanta, poi presso la fabbrica Terraviva di Montecorvino Rovella, nel laboratorio Bottart di Ravello nell'estate del 1984 e in quello di Vittorio Ruocco a Minori fra il 1995 e il 1997, nonché la grande produzione di piatti, di vasi, di oggetti eseguiti nel corso degli ultimi due decenni nella bottega di Romolo Apicella a Vietri Sul Mare, che è la sezione più cosistente. Un ultimo segmento è dedicato alle recenti sperimentazioni condotte presso il laboratorio Ravello Arte. Dice Massimo Bignardi: "Questo appuntamento con le ceramiche del maestro Mario Carotenuto presenta un vasto repertorio di oggetti, segnalandosi, ciascuno, quale pagina di un'intensa e frenetica sperimentazione".

SI INAUGURA LA III BIENNALE
Manifesto per la ceramica a Cerreto Sannita

(il denaro) Si presenta oggi a Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, il Manifesto della Ceramica, al quale hanno aderito oltre 200 appassionati tra cui critici ed esperti d'arte come Angelo Calabrese, Mario Maiorino, Domenico Cara, direttore della rivista Laboratorio delle Art, Giorgio Di Genova, Tommaso Paloscia, Luigi Paolo Finizi, Pierre Restany, direttore del Palais de Tokyo di Parigi, Gianmario Sgatone. L'evento si inserisce nella Terza edizione della Biennale di Arte ceramica contemporanea a Cerreto, promossa dal Comune e dalla Pro Loco: fino a settembre, nel Chiostro di Palazzo S. Antonio, saranno esposte le opere di dodici artisti provenienti da tutta l'Italia. Si tratta di: Turi Aquino di Grammichele (Catania), Lee Babel, Giuseppe Lucietti, Alessio Tasca e Federico Bonaldi di Bassano del Grappa (Vicenza), Marco Borgianni di Barberino Val D'Elsa (Firenze), Giulio Busti di Deruta (Perugia), Giovanni Cimatti e Sergio Gurioli di Faenza (Ravenna), Salvatore Cipolla di Sesto Fiorentino (Firenze), Mario Guarini di Avellino e Pompeo Pianezzola di Nove (Vicenza). Come per le precedenti edizioni , inoltre, ogni artista alla fine della manifestazione donerà un'opera al Comune, in modo da arricchire ulteriormente il Museo di arte ceramica contemporanea ospitato, assieme a quello Ceramica del Settecento, nel suggestivo Chiostro di Palazzo S. Antonio La ceramica cerretese e laurentina ha il suo massimo splendore nel Settecento: a Cerreto è possibile ammirarne capolavori nell'apposito museo. I contributi dei ceramisti contemporanei sono raccolti nel Catalogo della Biennale di Ceramica Contemporanea, curato dal Direttore artistico della manifestazione, Salvatore Cipolla. Il Manifesto della Ceramica, secondo il direttore artistico, servirà a richiamare l'attenzione sul problema della ceramica che, a causa della sua complessità, resta la meno conosciuta tra le varie forme d'arte esistenti.

In migliaia alla festa della ceramica
Folla nei primi due giorni della mostra internazionale
Piacciono gli artigiani impegnati a plasmare l'argilla

(il tirreno) MONTELUPO. Migliaia di persone hanno affollato le strade e il parco dell'Ambrogiana nei primi due giorni di apertura della festa internazionale della ceramica giunta alla decima edizione che si concluderà domenica. Dopo l'inaugurazione i visitatori hanno iniziato ad addentrarsi nelle scenografie rinascimentali con le quali gli organizzatori hanno allestito la kermesse che celebra uno dei cardini storici ed economici del paese, la produzione di ceramica. Tra esibizioni dal vivo dei maestri dell'argilla, mostre a tema e richiami iconografici di sicuro effetto, i promotori dell'iniziativa contano di superare le centomila presenze registrate lo scorso anno. Sabato sera lo spettacolo teatrale "Alba Bianca" (La veneziana) di Riccardo Cardellicchio, ha fatto il tutto esaurito nel parco dell'Ambrogiana per la prima volta prestato ad un evento di richiamo pubblico. Sabato prossimo si replica, sempre alle 19.45, con ingresso gratuito. Come gratis è l'accesso alla festa. Nonostante l'afa record e le temperature africane, la gente si è mossa per ammirare le ceramiche di Montelupo. Anche ieri, in serata, i visitatori hanno cominciato a riempire strade e piazze abbinando spesso il tour turistico ad una tappa gastronomica in uno dei ristoranti del borgo dove vengono serviti piatti tipici locali. Tra le attrazioni di maggiore presa, di sicuro quelle degli artigiani all'opera hanno catturato più di altre l'interesse delle persone che hanno popolato il paese. Veder plasmare l'argilla facendo crescere tra le sapienti mani di questi artisti pezzi rifiniti con dettagli di pregio è un calamita che attira il pubblico più di ogni altra offerta messa in cartellone. Per i più piccoli, poi, è stato ricavato uno spazio ad hoc, "Ceramicando", dove i bambini si divertono a "manipolare" l'argilla a loro piacimento. Al fianco degli eventi, le esposizioni. Sono quattro, la prima riguarda la maiolica valenciana (cinema Risorti) con esemplari che hanno ispirato, nel 1400, molti artisti toscani, fiorentini e quindi anche della nostra zona; quella sugli scaldini (centro espositivo via XX Settembre) con pezzi molto belli, dal Settecento ad oggi. E qualcuno precedente, del Cinquecento, rinvenuto negli scavi di Montelupo; quella sui fischietti (Sala espositiva via Giro delle Mura); quella sulle vie della porcellana (Museo archeologico e della ceramica). Da visitare anche, al cinema Excelsior, la manifattura Mancioli, dalla maiolica alla porcellana, un'azienda che negli anni '60 investiva molto nell'innovazione produttiva. Altre esposizioni sono quelle dedicate alle sculture e alla pittura di Denise Martini (nella Cappella della Misericordia); alle terrecotte monumentali di Gloriano e Francesco Bitossi; l'esposizione dei lavori dei degenti dell'Opg (al mulino Elmi), la personale di Staderini e, alla fornace Pasquinucci, una mostra dei lavori di alcuni maestri ceramisti. Durante i giorni di festa, oltre ai tornianti e ai ceramisti, si esibiranno all'aperto anche i pittori; gli allievi della scuola di ceramica; i terracottai e i maestri vetrai.

MOSTRE
Ceramica in "vetrina"

(il tirreno) Quattro appuntamenti importanti. Sono le esposizioni che tengono banco in questi giorni di festa. L'oro d'occidente: influenze della maiolica valenciana sulla ceramica fiorentina del 1400". Cinema Risorti via Baccio, fino al 21 luglio (ingresso Carta Festa). Orario di giugno: 10-13; 16-24; domenica 10-24; luglio: 10-18 e lunedì chiuso). Si potranno ammirare a confronto manufatti della tradizione spagnola con quelli realizzati a Montelupo, per notarne le affinità. Manifattura Mancioli: dalla maiolica alla porcellana. Cinema Excelsior, corso garibaldi 39. Orario giugno: 10-13; 16-24; domenica: 10-24; luglio: 10-18, lunedì chiuso). L'esposizione di oggettiprodotti da un'azienda che, negli anni Sessanta più di altre cavalcava l'innovazione. Lo scaldino toscano dal XVIII secolo all'età contemporanea. Centro espositivo, via XX settembre 34. Orario: 10-13; 16-24; domenica 10-24. In mostra scaldini realizzati dal Settecento a oggi e provenienti da più parti d'Italia. La via della porcellana. Museo archeologico e della ceramica, via Baccio 45, fino al 21 luglio. Orario giugno: 10-13; 16-24; domenica 10-24; luglio: 10-18; lunedì chiuso. Il suono della terra. Il fischietto di terracotta tra tradizione e innovazione; sala espositiva giardino del Museo, via Giro delle Mura.

Polloniato si è spento a 73 anni. Le esequie domani pomeriggio, alle 17
Addio a Giulio, ultimo grande decoratore: oltre mezzo secolo di tradizione ceramica (il gazzettino) Nove (C.S.)Settantatreenne si è spento, dopo alcuni anni durante i quali un male incurabile lo aveva consumato, Giulio Polloniato. Un nome che a Nove vuol dire ceramica, e che tutti conoscono. Giulio Polloniato, infatti, è stato uno degli ultimi decoratori novesi, se non l'ultimo grande decoratore novese (senza voler far torto a quelli che ancora "resistono"), nel senso di essere interprete di una scuola che affonda le sue radici nei secoli. C'è un dato che dice già tutto: Polloniato, giovanissimo, negli anni Quaranta approda alla antica manifattura Antonibon, dagli inizi del '900 in mano ai Barettoni (ancor oggi la più antica d'Italia con ininterrotta attività dalla prima metà del '700), fabbrica nella quale opererà per 45 anni. Quasi mezzo secolo di lavoro in uno dei "santuari" della terraglia e della maiolica, nella fabbrica che proseguiva e prosegue la missione affidata nel 1732 e poi nel 1762 dalla Serenissima con i privilegi e le esenzioni emessi dal Senato veneziano per rendere grande il nome delle maioliche e delle porcellane novesi-veneziane. Allievo di Pompeo Pianezzola, negli anni '50 impegnato nel lavoro e nella scuola d'arte serale, la vita di Giulio Polloniato è stata tutta famiglia e decorazione. Un maestro nel suo campo, capace di far rivivere quotidianamente le tecniche decorative storiche e tradizionali di Nove, il "ponticello", il "tacchiolo", il "delft", tecniche quasi preservate dalle sue mani, quasi salvate da una modernità avanzante, spesso senza memoria popolare, spesso di qualità sempre minore. E poi sugli oggetti in ceramica prendevano corpo i paesaggi tipici di Giulio, ispirati al Guardi del '700 veneziano. Era già in pensione da parecchi anni, Polloniato, ma la decorazione ceramica era rimasta il suo hobby, il suo passatempo, la sua passione, il suo modo di vivere. Nel '94 una mostra organizzata a Bassano rese omaggio a lui e al collega Comacchio, col quale aveva condiviso le tante passioni da ceramista. I funerali domani, alle 17, nella parrocchiale di Nove. Giulio Polloniato lascia la moglie Elda, che l'ha seguito e assistito passo passo nella sua vita e nella malattia, e i quattro figli Marina, Flavio, Ruggero e Paolo. Ma la saga artistica dei Polloniato continua: Flavio è da anni un professionista del design e della progettazione ceramica, mentre Paolo sta frequentando l'Accademia delle Belle Arti a Venezia.

Grandi mostre
La ceramica pesarese fa scuola in Europa

(il messaggero) PESARO - La Comunità Europea ha promosso il programma "Cultura 2000" di cui recentemente è stato riconosciuto anche un progetto dell'Ufficio Marketing dell'Assessorato al Turismo del Comune di Pesaro per l'innovazione della ceramica. Il programma svilupperà nel tempo azioni future in comune tra i diversi partecipanti. Precedentemente a questa iniziativa era già stato approvato un progetto dal titolo "Ceramica, cultura e innovazione" elaborato da sei partner europei: Italia, Francia, Ungheria, Inghilterra, Portogallo e Germania. Partito nel 2001, si concluderà nel 2004 e prevede una serie di meeting nelle nazioni partecipanti tra cui, in Francia a Parigi, in Italia a Faenza e a Herendt in Ungheria. In questo momento è in corso l'incontro in Inghilterra, a Stocke-Hon-Trent, cui sta partecipando come rappresentante per l'Italia il professor Gian Carlo Bojani, direttore scientifico della Pinacoteca, del Museo delle Ceramiche e del futuro Museo delle Arti Decorative e del Design di Pesaro. Il meeting metterà a fuoco l'avvio di una mostra che - attraverso 240 ceramiche dalla metà dell'800 al 2000 - intende documentare le innovazioni portate nel campo della ceramica, e soprattutto in quella dell'arte (nuove forme, nuovi decori e forme espressive), rispetto alla tradizione. Ad attestare il ruolo fortemente significativo della produzione pesarese nella ceramica nazionale, il fatto che la selezione italiana si apre e chiude con due pezzi della nostra città. La selezione di 40 pezzi circa operata per l'Italia dal professor Bojani, inizia infatti con un'opera della Casali Callegari e termina con Franco Bucci, grande ceramista pesarese scomparso di recente.

AL MUSEO DELLE CERAMICHEINIZIA UN CICLO ESTIVO DI INCONTRI
(il rdc) Al Museo delle Ceramiche inizia stasera un ciclo estivo di incontri e conferenze: alle 21 la conservatrice delle collezioni retrospettive Carmen Ravanelli Guidotti parlerà sul tema 'La ceramica musicale strumentale'. L'incontro si inserisce nel programma delle celebrazioni dedicate a Giuseppe Sarti, musicista faentino del Settecento. In chiusura la Caviro offrirà una degustazione dei vini 'Duca del Valentino'.

LA CERAMICA TORNA REGINA D'ESTATE
(il rdc) Torna l'appuntamento con Estate Ceramica - Pianeta Faience, la mostra mercato della ceramica artigianale ed artistica faentina organizzata dall'Ente Ceramica. Com'è sempre accaduto negli ultimi anni, ad ospitate la kermesse sarà il Palazzo delle Esposizioni, in corso Mazzini. La mostra è in programma da domenica prossima (inaugurazione sabato alle 18,30) a domenica 20 ottobre; con apertura quotidiana dalle 10 alle 21 ed ingresso libero. Attorno ad 'Estate Ceramica' si articoleranno iniziative collaterali. Ad aprire le danze sarà 'Arte sul loggiato', rassegna di opere uniche realizzate dai ceramisti faentini. Il loggiato superiore di Palazzo Manfredi, che si affaccia sulla piazza del Popolo, è il luogo prescelto per l' installazione di questi pezzi unici, che sono esposti al pubblico fino al 20 ottobre. Nella chiesa di S.Giovanni, di fianco al Palazzo delle Esposizioni, dall'1 al 20 ottobre sarà invece allestita una mostra di ceramisti di Vietri sul Mare, la cittadina sulla costiera amalfitana, in provincia di Napoli, che già in passato ha avuto occasioni di scambi artistici e culturali con Faenza. Vietri è la città 'amica' che ha regalato momenti di grande espressione artistica tramite le opere di Guido Gambone, il grande ceramista più volte vincitore in passato del Premio Faenza, un artista che nelle sue opere ha dato un'idea di modernità, di tecnica e di suggestioni allo stesso tempo. Fra l'altro questa mostra giunge dopo una visita a Vietri sul Mare fatta da un gruppo di ceramisti faentini nel gennaio scorso. L'idea di una serie di scambi era nata nel settembre dello scorso anno a Faenza, durante il dodicesimo Mondiale Tornanti. Un altro evento collaterale alla mostra mercato della ceramica artistica ed artigianata faentina, sarà 'La bottega del ceramista', un laboratorio che sarà allestito all'interno di palazzo delle Esposizioni. 'Estate Ceramica' si pone l' obiettivo di dare visibilità ai ceramisti faentini, evidenziandone i diversi livelli espressivi riscontrabili sia nelle produzioni più strettamente artigianali, sia in quelle artistiche. Si vuole inoltre proseguire nell'azione, già avviata a livello nazionale, di promozione del marchio doc per la ceramica artistica e tradizionale, riferendosi alla vigente legge nazionale per la tutela della ceramica artistica e tradizionale e della ceramica di qualità. t.z.

Ceramica artistica a Palazzo Sasso Vasi e ''onde'' nella personale di Wanda Fiscina.
(la città) Vasi dalle forme eleganti, oggetti di ceramica che sono autentiche opere d'arte dalle forme perfettamente intarsiate, concrezioni che richiamano all'immaginazione i fondali marini, creature immaginifiche stilizzate in code di squame madreperlate. Questo ed altro nella mostra di ceramica realizzata dall'artista salernitana Wanda Fiscina ed allestita in questi giorni a Palazzo Sasso di Ravello. L'esposizione sarà visitabile fino al prossimo 11 luglio, di mattina dalle 11 alle 13, e di pomeriggio dalle 17 alle 21. Originaria della Costiera, Wanda Fiscina, crea dalla terra degli splendidi micropaesaggi marini. Ogni recipiente, ogni scultura, come la foglia, la sirena ed altri ancora, ha una su a completezza e si inserisce, nel contempo, nel contesto più ampio dell'intera mostra. Una personale che prima di arrivare a Palazzo Sasso è stata allestita anche a Milano, alla galleria ''Caveri&caveri'', dove si è conclusa lo scorso 25 maggio. Tra le mani dell'artista la ceramica si assottiglia come fogli di carta turchese. Onde frastagliate e ventri perfetti di vasi raccolgono e rifrangono la luce con un risultato suggestivo. La cromia è quella della costa campana e della vitalità sana e verace dell'artista: il bianco, il verde, l'azzurro, insieme alle colate e agli squarci di rosso. Wanda Fiscina rivive così la sua terra, ne rimugina i profumi, metabolizza la natura, fino a partorire dalle proprie mani quei paesaggi marini che tanta parte hanno nella scenografia e nella tradizione storica e culturale della costiera amalfitana. Palazzo Sasso, nella splendida cornice di Ravello, è la sede ideale per una mostra che rimanda alle suggestioni marine attraverso l'arte tipica di questi luoghi, come è quella della ceramica. Una pratica di tradizione che diventa ancora di più elaborazione artistica, sperimentazione di tecniche ed espressioni innovative.

Il maestro Elio Pulli con alcune sue creazioni in ceramica Elio Pulli in Umbria con i suoi lavori di artigianato artisticoEsposte a Gubbio le ceramichedella "Bottega" di Tramariglio t. m.
(la nuova sardegna) TRAMARIGLIO. Elio Pulli, l'abbiamo detto tante volte, è un artista poliedrico. Nella sua Bottega d'arte di Tramariglio, egli non si dedica soltanto alla pittura, ma la sua attività si esplica in molteplici espressioni artistiche. Questa volta si è voluto cimentare nella recamica e, manco a dirlo, dalle sue mani sono usciti ancora autentici e inimitabili capolavori.Opere che sono andate ad aggiungersi agli altri lavori di artigianato artistico che Pulli produce nella sua "Bottega" che ogni giorno viene visitata da intenditori e appassionati d'arte che giungono da tutta l'Italia. Tempo fa è arrivato a Tramariglio un ospite di riguardo, il sindaco di Gubbio, che ha subito invitato l'artista sardo a esporre nella sua città i suoi splendidi lavori e in particolare le ceramiche.Così, ieri, in un palazzo medievale di Gubbio è stata inaugurata un'esposizione di oggetti di artigianato artistico, che ci rivela un Pulli inedito maestro di forme e di colori anche nel settore della ceramica. I colori che si ammirano negli splendidi vasi sono quelli della Sardegna, gli stessi colori puliti e decisi che ammiri nei dipinti di Pulli, le stesse pennellate veloci e sicure, lo stesso equilibrio nella composizione.Gubbio ha da sempre una grande esperienza nel campo della ceramica. Ceramiche d'arte realizzate da artisti di grande valore. Ma difronte a queste opere nate in Sardegna, i suoi amministratori non hanno esitato a invitare Pulli nella sua nuova veste di "maestro ceramista" e hanno sollecitato con entusiasmo questa esposizione, che è stata bene ordinata dall'artista Gabriella Torri e che fin dall'inaugurazione ha destato ammirazione e consensi.La produzione di ceramiche è tutta di alto livello e in alcuni vasi, come detto prima, cogli i colori e soprattutto l'amima della Sardegna di ieri e di oggi, che non è solo colore e forma, ma anche la vibrazione e l'essenzialità delle espressioni del linguaggio pittorico.Con i vasi elegantissimi, nei quali l'artista continua il suo discorso pittorico, saranno in esposizione a Gubbio, per tutta l'estate, anche altri lavori di artigianato artistico: letti in ferro battuto, cassapanche sarde intagliate con i sistemi più antichi e riproducenti disegni del passato, panche, tavoli, smalti dai colori bellissimi e altre opere che fanno di Pulli uno degli artisti più interessanti e completi tra quanti oggi operino in Italia.Alle pareti, ovviamente, sono appesi alcuni dipinti che non mancheranno di rinnovare quell'ammirazione e gli incondizionati consensi che l'artista sassarese continua a riscuotere ovunque.