luglio

Le tre più importanti città ceramiche del Mezzogiorno Grottaglie si "gemella" con Vietri e Caltagirone
(la gdm)C'è un filo comune che lega operativamente Grottaglie, il Comune salernitano di Vietri sul Mare e il Comune siciliano di Caltagirone. Quel filo è rappresentato dall'arte ceramica, anzi dalla cultura della ceramica, visto che ognuno dei tre enti locali possiede un'entità museale espressamente dedicata allo studio e alla conservazione di questa nobilissima manifestazione artistica. Grottaglie, Vietri e Caltagirone hanno siglato nei giorni scorsi un protocollo d'intesa finalizzato ad una politica culturale comune in sostegno della ceramica. L'impegno formale assunto a Vietri, nella splendida sede di Villa Guariglia in Raito, è quello di intraprendere azioni sinergiche di valorizzazione del prodotto locale, anche attraverso stage dei ceramisti delle tre realtà coinvolte; di favorire una forte politica di scambi culturali tra strutture museali con la circolazione dei rispettivi patrimoni storici; di costituire un solido punto di riferimento nell'intero Mezzogiorno d'Italia per tutti i centri ceramici che versano in difficoltà, sostenendoli attraverso un concorso comune di esperienza e capacità operativa. La delegazione grottagliese presente alla "storica" firma dell'accordo (guidata dal Sindaco Raffaele Bagnardi, con l'assessore alla Cultura Marisa Patruno e Daniela De Vincentis, responsabile del Museo Civico della Ceramica di Grottaglie) ha anche presenziato all'inaugurazione della mostra "Nel mare delle sirene", nel cui ambito Grottaglie ha esposto una serie di interessanti manufatti provenienti dal Museo Civico della Ceramica, datati fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, fra cui delle rare matrici in gesso della fabbrica Calò.

A Fiorenzuola la ceramica di Grottaglie
(il massaggero) PESARO - Si intitola "Grottaglie" la mostra allestita nall'ambito della quinta edizione dell'iniziativa "La ceramica d'uso del Mediterraneo, tradizioni a confronto". L'esposizione sarà inaugurata domenica alle 18.30, a Fiorenzuola di Focara, e resterà aperta fino al 15 settembre. Le ceramiche di Grottaglie (città in provincia di Taranto) è ancora oggi uno dei più importanti centri attivi della ceramica popolare d'uso in Italia. L'artigianato ceramico è stato per secoli il settore trainante della vita e del commercio del luogo. Forte è stata e lo è ancora oggi, l'identità delle forme e dei colori di questa ceramica utilizzata in tutto il sud d'Italia e nei paesi del bacino dell'Adriatico, tra Croazia e Albania. Per informazioni, 4^ Circoscrizione Fiorenzuola di Focara, tel. 0721 208104. Visite: luglio e agosto, dalle 17.00 alle 23.00. (chiuso lunedì); settembre, dalle 9.30 alle12.30, 1dalle 16.00 alle 19.00 (chiuso domenica mattina e lunedì); ingresso gratuito. La mostra è stata promossa dalll' Ente Parco, dal Servizio Musei e dall'assessorato al Turismo del Comune, dalla 4^ Circoscrizione, dalla Provincia, dal Comune di Grottaglie, dal Museo della Ceramica di Grottaglie.

Cerreto. Questione di ceramica
(il tirreno) Dopo esser usciti dall'A1 al casello di Caserta Sud, imboccherete la strada per Valle di Maddaloni - Dugenta, dove, esattamente in località Cantinella, prenderete la strada a scorrimento veloce Fondovalle Isclerio e confluirete sulla superstrada Telese - Benevento, uscita Telese Terme - Cerreto. Il tutto per soli settanta chilometri dalla città di Napoli. ANTONELLA DURAZZO L'età della ceramica è cominciata prima della storia ma non è ancora finita. Piatti, tegami, vasi, mattonelle: manipolare argilla è gesto antico e consueto, alchimia naturale tra l'acqua, la terra, il fuoco e una sapienza tramandata da lontano. "Cocci" e opere d'arte: le città della ceramica sono tante, meno invece i luoghi dove l'artigianato sfocia nell'arte, tra questi è Cerreto Sannita, dove è da poco partita la III edizione della "Biennale d'Arte Ceramica Contemporanea", una rassegna che parte dalla tradizione e guarda al futuro attraverso la opere di grandi maestri ceramisti. LA MOSTRA Nel suggestivo scenario del chiostro di Palazzo S. Antonio saranno in mostra fino a settembre le opere di dodici artisti provenienti da tutta Italia, l'occasione è buona per un viaggio nella cultura della ceramica che parta proprio dai musei cerretesi per giungere sino all'esposizione contemporanea. Al Museo Civico della Ceramica Antica, che ha sede presso il Palazzo Municipale sono infatti esposte un centinaio di opere di grande valore che raccontano proprio dell'evoluzione dell'arte ceramica a Cerreto, che nel '700 visse la sua magnifica stagione. Nel centro della cittadina vi sono inoltre un Museo della Ceramica Contemporanea, ed un Museo di Arte Sacra. Tutti aperti nel fine settimana. (info. 0824/815211). PAESE DI BOTTEGHE Cerreto Sannita è una cittadina particolare, diversa dal dedalo di viuzze che siamo abituati a immaginare nei centri antichi. Interamente ricostruita dopo il 1688, quando un terremoto la distrusse completamente, Cerreto è città "pensata", ordinata lungo strade molto ampie che ne fanno un modello urbanistico davvero unico e persino "sicuro" dal punto di vista sismico. Lungo il Corso Umberto I si aprono numerose botteghe artigiane, dove è possibile acquistare begli esempi di ceramica cerretese. Siano di gusto contemporaneo o d'ispirazione settecentesca, ne troverete per ogni gusto. FUSILLI E PORCINI Ci sono molti buoni motivi per trascorrere qualche giorno nel Sannio: e tra natura, storia e artigianato, la ragione in più può essere una tradizione enogastronomica di grande, squisito, interesse. Appena fuori Cerreto, in via Cerquelle, salendo per il verde del Monte Coppe troverete La Vecchia Quercia, osteria dall'aria familiare e dalla saporitissima cucina tradizionale. Salumi locali e ricottine col miele, i primi porcini di stagione cucinati con i Carrati, una pasta fresca simile ai fusilli, e poi le carni alla brace cotte a puntino. Anche i dolci sono casalinghi, ed il vino è ovviamente sannita: Guardiolo bianco o rosso, Falanghina, Aglianico, per esaltare la buona cucina dell'entroterra. Il prezzo medio è tra i 20 e i 25 Euro (0824/861263)

GROTTAGLIE - Da domenica a settembre
A Pesaro ceramiche del Mediterraneo messe a confronto

(gdm) GROTTAGLIE Si intitola "Grottaglie" la mostra allestita per la quinta edizione dell'iniziativa "La ceramica d'uso del Mediterraneo, tradizioni a confronto", che sarà inaugurata domenica 7 luglio alle 18.30, a Fiorenzuola di Focara, vicino Pesaro, e resterà aperta fino al 15 settembre. Grottaglie è ancora oggi uno dei più importanti centri attivi della ceramica popolare d'uso in Italia, un tipo di artigianato che è stato per secoli il settore trainante della vita e del commercio del luogo. L'identità delle forme e dei colori di questa ceramica, utilizzata in tutto il sud d'Italia e nei paesi del bacino dell'Adriatico, tra Croazia e Albania, è ancora forte e utilizza colori come il bruno manganese, l'ocra, il blu e il verde macero, cromatismi che caratterizzano le iconografie tratte da un vasto repertorio faunistico, floreale, paesaggistico e figurativo. La mostra è stata promossa dall'ente Parco naturale del Monte San Bartolo, dal Comune di Pesaro, dal Museo della Ceramica di Grottaglie.

E' sorto a Carbonera nella sede di Cottoveneto Andrea Zanzotto inaugura il museo della ceramica
Carbonera
(il gazzettino) Un percorso di suggestioni artistiche attraverso la storia della ceramica. Da oggi Cottoveneto, l'azienda di Carbonera guidata dai fratelli Armando e Mario Sutor, oltre che un modello imprenditoriale, si apre come riferimento culturale per tutti coloro vogliano conoscere l'applicazione dell'arte in quei materiali che derivano dalla terra attraverso la cottura e la smaltatura. Il Museo della ceramica verrà inaugurato oggi alla presenza dell'architetto Manlio Brusatin e del poeta Andrea Zanzotto, con un incontro sul tema "Oltre la materia". Una frase, quest'ultima, che l'impresa trevigiana ha fatto propria e che viene presentata come la sintesi del processo creativo che ha sempre contrassegnato la genialità dei ceramisti. E' in una grande mansarda dell'edificio di Carbonera, studiato e allestito dall'architetto Luciano Gemin, che si snoda il singolare itinerario. Un itinerario che inizia nel 1400, quando maioliche e terrecotte vantavano grandi espressioni di talento artistico in oggetti di uso quotidiano, e si conclude nel 1900. Un lungo percorso attraverso piastrelle, stoviglie, vasellame, statuette, formelle votive, manufatti vari. Oggetti di pregio, con firme che lo sono altrettanto a conferma di un'arte contigua alla scultura e alla pittura. Nelle bacheche c'è anche una caraffa francese, uscita dalle mani di Pablo Picasso negli anni Quaranta, e ci sono opere plasmate da Arturo Martini, il trevigiano considerato il maggior scultore del Novecento. Un nome strettamente legato alla tradizione trevigiana - nonostante lo scarso successo in patria - quello di Martini. E la volontà di mettere insieme un patrimonio legato alla tradizione del territorio è stata la prima molla che ha ispirato il lavoro dei fratelli Sutor nella creazione del museo. Nel solco di una lunga storia, si susseguono i marchi delle ceramiche Gregorj, Cacciapuoti, Appiani, Lazzar, o delle pordenonesi Galvani. Un patrimonio esteso su un'ottica planetaria abbracciando le settecentesche piastrelle olandesi Delft, quelle spagnole e portoghesi del '600 insieme a quelle venete, passando a quelle siciliane e napoletane, fino a quelle inglesi vittoriane e a quelle liberty. Una raccolta che non ha perso di vista ciò che è entrato nelle case di tutti, magari per celebrare una vittoria coloniale con la figura del generale Rodolfo Graziani, un Anno santo con il ritratto un po' kitsch di Papa Pacelli o un grande personaggio come John Kennedy. Fabio Bruno

UN ARTISTA INGIUSTAMENTE DIMENTICATO
(la gazzetta del sud) Una grande affascinante esposizione allestita ai Sassi di MateraLeoncillo, incantevole dialogo con la sculturaMichele De Luca N on si può dire certo che il grande scultore umbro Leoncillo (pseudonimo di Leoncillo Leonardi; Spoleto 1915 - Roma 1968) sia stato baciato in vita da grande fortuna; non solo perché morì appena cinquantatreenne, nel pieno di un'attività che aveva rinnovato tutta la sua scultura, ma anche perché in fondo, per quanto i maggiori critici, a cominciare da Roberto Longhi (che presentò la sua prima personale alla Galleria Fiore di Firenze nel 1949), si fossero precocemente interessati di lui, e nonostante grandi esposizioni nelle sedi più prestigiose, forse non ha ottenuto in vita quel largo consenso che era doveroso tributargli; intorno al suo nome non si è formata, come scriveva Cesare Brandi, "quell'aria di risonanza che la sua scultura avrebbe meritato, per cui, con Marini e Manzù, rappresentava il terzo scultore italiano". Come diceva ancora Brandi, Leoncillo, "sulla base di una sensibilità capillare e attenta a ogni fruscio, era artista introverso e allo stesso tempo esplicito, di forte impegno morale, pronto a recepire i problemi del suo tempo, ma ugualmente critico e non affatto supino alle impostazioni e alle formulazioni che politicamente ricevevano. La sua raffinatezza di gusto era una raffinatezza di base, che muoveva da una fantasticheria nutrita di buona cultura e dalla grande attenzione che prestava al mondo che lo circondava. Leoncillo non era mai ovvio, né si contentava facilmente di risonanze sempre sottili e mai superflue. Per questo, soprattutto, aveva trovato nella ceramica il mezzo preferito, perché il colore, nella sua scultura, non era aggiunto ma nasceva con la forma, era forma". A Leoncillo è dedicata una splendida antologica alle chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci a Matera, nella prestigiosa tradizione di grandi mostre (tese a indagare nelle vicende, spesso non opportunamente considerate, della ricerca espressiva del secolo appena trascorso) che negli anni sono state dedicate a Pietro Consagra, Fausto Melotti, Arturo Martini, Duilio Cambellotti, Andrea Cascella, Pericle Fazzini, Umberto Milani, Sebastian Matta, Libero Andreotti, Stanislav Kolibal, Mario Negri, e di importanti rassegne sulla scultura contemporanea in Italia, Francia e Stati Uniti. La mostra, curata da Giuseppe Appella, Vittorio Rubiu e Fabio Sargentini, promossa e organizzata dal Circolo La Scaletta insieme al Comune di Matera, comprende un centinaio di opere (sessanta sculture, tra le quali quasi tutte quelle di proprietà della Galleria l'Attico, e quaranta disegni che vengono esposti nella sede del Circolo (via Sette Dolori, 10), provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, che coprono l'intero arco creativo di Leoncillo e la sua costante evoluzione, dal 1938, ancora legato alla cultura figurativa romana di esperienza espressionistica, al 1968, analizzando, quindi - come dice Appella - "i diversi momenti della sua istintiva e raffinata sensibilità: la lezione picassiana; la costruzione analitica della forma per una maggiore libertà evocativa delle immagini fantastiche; il colore e la materia per il raggiungimento di quell'emozione e di quel sentimento della natura che, come scrive lui stesso nel 1957, riconduce a stile una realtà descritta; l'adesione all'informale come coscienza del proprio tempo e possibilità di affermare, attraverso la tradizione della ceramica, le metamorfosi della forma che, senza mai rinunciare alla costituzione autentica della scultura, non rifiuta la sintesi surreale dell'immagine". A Roma, tra il 1935 e il 1939 (dopo aver frequentato l'Istituto Tecnico di Spoleto e l'Istituto d'Arte di Perugia), l'artista entrò in contatto con gli artisti della Scuola Romana e realizzò in chiave espressionistica ceramiche colorate di soggetto mitologico; dal 1939 al 1942 diresse ad Umbertide la manifattura di ceramiche Rometti, realizzando opere bellissime come Le quattro stagioni, La sirena, L'Arpia e L'Ermafrodito; due anni dopo scolpì la bellissima Madre romana uccisa dai tedeschi, considerata dalla critica il suo capolavoro, in cui il linguaggio espressionista è sviluppato nel senso di una scomposizione plastica dei volumi che già prelude al neocubismo del dopoguerra. Alla metà degli anni Cinquanta Leoncillo abbandonò la semplificazione cubista per volgersi a esperienze informali, pur conservando un'estrema attenzione per la materia usata e le sue proprietà espressive. Dopo che, nel 1948, aveva esposto alla Biennale di Venezia, che nel 1952 e nel 1968 gli riserverà una sala personale. L'intera vicenda artistica di Leoncillo viene quindi riproposta con una selezionatissima scelta di opere (tutte riprodotte nel catalogo realizzato dalle Edizioni della Cometa) allestite da Alberto Zanmatti nello scenario ineguagliabile dei Sassi di Matera, che, come è ormai consolidata tradizione, come ogni estate tornano a "dialogare" con la grande scultura del Novecento italiano; con un elemento - quest'anno - di incanto e di suggestione in più: il colore delle ceramiche (magistralmente esaltate da mezzo artigianale alla forma più autonoma e rarefatta) di uno degli artisti più originali, colti e fantasiosi del nostro tempo.

GROTTAGLIE
Con Vietri e Caltagirone
Ecco nuove alleanze per arte e ceramica

(GROTTAGLIE (la gdm)La Ceramica di Grottaglie, ambasciatrice dell'arte pugliese. Ha avuto inizio ieri con un grande successo di pubblico e durerà fino al 15 settembre, la preziosa mostra di ceramica all'interno della rassegna internazionale "Ceramica d'uso del Mediterraneo", in svolgimento a Pesaro nello splendido parco naturale San Bartolo di Fiorenzuola di Fogara. L'appuntamento pesarese, è monotematico e dunque dedica l'edizione 2002 solo ed esclusivamente alla ceramica grottagliese, presente grazie all'impegno dell'Amministrazione comunale ionica, con 32 pezzi dell'800 e della prima metà del '900, provenienti dal Museo della Ceramica; 150 pezzi di ceramica contemporanea; 100 pezzi che costituiscono un'intera parete di "capase"; e con la rappresentanza di 10 botteghe, sintesi del comparto produttivo grottagliese. La riserva naturale, è aperta ogni sera fino alle 23 e, fino a settembre, saranno decine di migliaia i visitatori che potranno ammirare la pregiata ceramica di Grottaglie. Un altro colpo, dunque, dopo l'intesa sottoscritta non più tardi di dieci giorni fa dai comuni di Grottaglie, Vietri sul Mare (Salerno) e Caltagirone (Messina). Accordo mirato a sostenere iniziative congiunte di sviluppo e valorizzazione in favore della ceramica. "Questo - dice il sindaco, Raffaele Bagnardi - per la nostra ceramica è un anno essenzialmente favorevole. Il via libera definitivo del Doc, che apre nuovi spiragli di rilancio ha aperto una nuova fase che vede al centro di tutto l'antica arte del nostro Quartiere. Con Vietri e Caltagirone abbiamo dato il via a quello che potrebbe assumere i connotati concreti di un primo progetto di polo ceramico meridionale, ognuno con le sue caratteristiche e le sue peculiarità. E la presenza di Grottaglie all'interno di rassegne e mostre di caratura internazionale, sottolinea in modo spontaneo l'importanza della ceramica grottagliese". "I riflettori puntati dalla prestigiosa rassegna di Pesaro - commenta l'assessore alla Cultura Marisa Patruno, presente al taglio del nastro insieme alla direttrice del Museo Daniela De Vincentis - confermano la bontà della produzione grottagliese. Certo, l'analisi è monotematica e riservata prevalentemente alle forme tradizionali e della ceramica rustica o d'uso, ma è pur sempre una sfumatura importante della storia artigianale della nostra città, considerata a Fiorenzuola di Pogara una fra le più importanti a livello a livello internazionale. La ceramica grottagliese continua così ad essere protagonista nelle teche delle più importanti mostre, in attesa anche dell'evento che si terrà ad agosto nella nostra città con la Mostra della Ceramica che, sicuramente, non sarà da meno".

Artigianato artistico. Oggi le finali mondiali. La ceramica berica si fa onore a Faenza
(il giornale di vicenza) Eventi per promuovere l'economia locale. Faenza è nota come uno dei massimi centri mondiali di produzione della ceramica d'arte, tanto che il nome della città è in molte lingue sinonimo di ceramica o maiolica. Faenza diventa quindi la cornice ideale per iniziative ed happening che hanno per protagonista la ceramica e la sua creazione artistica. Un appuntamento ormai tradizionale, che richiama nella città romagnola numerosi visitatori ed appassionati d'arte ed artigianato doc, è la competizione internazionale Mondial Tornianti - L'Oro del Vasaio. Sotto gli occhi del pubblico, i migliori artigiani vasai, provenienti da vari paesi del mondo, si sfideranno da oggi in dimostrazioni di maestria. Con i gesti rapidi ed affascinanti di un'arte antica quanto l'uomo, saranno modellati al tornio, nel minor tempo possibile, vari oggetti in morbida creta. Il Mondial Tornianti assegna i titoli di Campione Mondiale per la realizzazione del cilindro più alto e della ciotola più larga, di Campione Mondiale Esteta e di Squadra Campione Mondiale. La 23ª edizione del Mondial Tornianti si svolgerà in Piazza Nenni, a Faenza, alle 15 le eliminatorie alle 21 finali e premiazioni. Importante la partecipazione di maestri tornianti provenienti dal vicentino che vanta un'antica tradizione nella ceramica artigianale. I partecipanti provengono da Marostica, Vicenza e Bassano, città del maestro Claudio Reginato, affezionato ospite del Mondial Tornianti e plurivincitore dei titoli di Campione Mondiale Esteta e Campione Mondiale Tecnico. Domenica 23 luglio alle 21 ci sarà la Sfornata di ceramica dal grande forno, in Piazza del Popolo. I pezzi unici realizzati dai maestri ceramisti nella competizione del Mondial Tornianti 2002, saranno messi all'asta tra il pubblico. Faenza è facilmente raggiungibile con escursione giornaliera dalla costa romagnola. Per lo shopping alla ricerca di oggetti d'autore per l'arredamento e per la tavola, c'è l'imbarazzo della scelta tra più di 60 botteghe artigiane, che ripetono modelli e stili della tradizione o sperimentano il design più innovativo. Faenza è anche terra del buon vivere, con le tradizioni enogastronomiche legate ai suoi prodotti tipici (vini Doc, olio extravergine di oliva, frutta, erbe officinali), che sono altrettante tappe del gusto nei ristoranti di città e del territorio.

Ceramiche e collezionismo investimento nella cultura Nelle grandi aste nazionali di ceramiche pregiate anche l'opportunità del dialogo tra cultura e mercato
(il giornale di vicenza) di Katia Brugnolo Meloncelli* L'importanza storica delle manifatture di Nove e l'attuale straordinaria produzione delle ditte novesi, mantengono vivo nel nostro territorio l'interesse dei collezionisti, generosi benefattori nei confronti dello stesso Museo Civico della Ceramica. Termometro di questo interesse sono le aste a livello nazionale di ceramiche pregiate, per l'opportunità che danno di offrire spazio di riflessione e dialogo con i collezionisti sulle aggiornate quotazioni di oggetti che fanno strettamente parte del nostro patrimonio culturale. È quindi sulla base di questa precisa volontà di comunicazione e dialogo tra cultura e mercato, che che riteniamo utile offrire una panoramica delle aste che in questi ultimi mesi hanno proposto al pubblico ceramiche di pregio. È dell'aprile scorso un'asta comprensiva di Arredi e dipinti antichi, Arredi e dipinti del secolo XIX, Arte giapponese, Arti applicate del secolo XX, Gioielli organizzata da Il Ponte Casa d'Aste con interessanti ceramiche del '900. Sono state aggiudicate quattro grandi sculture in terracotta decorata in policromia di Fausto Melotti (Rovereto 1901- Milano 1986), raffiguranti Allegorie (h cm 60), modellate in termini figurativi anche se la tendenza alla dematerializzazione risulta già riconoscibile nell'allungamento e assottigliamento dei corpi. Le valutazioni di catalogo partivano per tutte e quattro le sculture da Euro 8/10.000, raggiungendo cifre considerevoli, che variano da Euro 13.800 a Euro 15.600. A testimonianza dell'impegno nella ceramica dei maggiori artisti contemporanei, sono stati proposti e aggiudicati per le cifre di Euro 18.760 ed Euro 18.960 (contro una valutazione di catalogo di 14/16.000 Euro per entrambi i pezzi) due gra ndi Piatti con Corrida dipinti da Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè 1899-Varese 1968) nel 1953. Il "padre dell'Informale" soggiornò per diversi anni ad Albisola, celebre terra di ceramica ligure, ove con tutta probabilità dipinse questi Piatti che richiamano nel soggetto le ceramiche dipinte da Pablo Picasso. È stata venduta nella medesima asta al prezzo di aggiudicazione di Euro 2.160 anche una coppia di sculturine della Manifattura di Lenci, raffiguranti una Bimba con cesto di fiori e un Bambino con flauto , interessanti per il collezionismo locale perché la celebre ditta vicentina La Freccia, di Tarcisio Tosin, e la altrettanto notoria manifattura novese Zanolli Sebellin e Zarpellon, proposero sculturine ideate secondo il medesimo gusto a partire dagli anni '30 del secolo scorso. Nella successiva ed eccezionale Asta Christie's di Milano, battuta il 10 giugno scorso, dedicata a Importanti Vetri, Porcellane e Arredi e che rimarrà nella storia per la qualità dei pezzi e i rialzi straordinari dei prezzi di aggiudicazione, è stata posta in vendita una splendida raccolta di porcellane di un collezionista siciliano, ricca di finissimi pezzi di Meissen, Doccia, Capodimonte, di celebri manifatture napoletane quali la Real Fabbrica Ferdinandea e la Giustiniani o del Vecchio. Le sculture in porcellana di Meissen con Venditori ambulanti , degli anni 1753-57, raffiguranti il Venditore di liquori con lanterna e il Panettiere , dalla valutazione di catalogo di Euro 2/3.000, hanno quasi triplicato la loro quotazione nel prezzo di aggiudicazione di Euro 8.820. I pezzi della Real Fabbrica di Ferdinando IV sono ambiti ed acquistati dai collezionisti napoletani, residenti in varie città italiane, che esprimono così il loro profondo amore per la città natale. Diverso è il discorso per le splendide porcellane di Capodimonte, che hanno assunto interesse mondiale nel collezionismo, grazie anche alle importanti donazioni che ne furono fatte da collezionisti napoletani al Metropolitan Museum di New York, come rileva Angela Carola -Perrotti, esperto Christie's. Considerando i cosiddetti "top ten", è stato aggiudicato per la cifra di Euro 11.760 uno splendido Canestrino in porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea, degli anni 1784-88, facente parte del Servizio Farnesiano, il primo eseguito dalla fabbrica borbonica con le vedute del Regno di Napoli. Per questo importante set Domenico Venuti utilizzò come modelli iconografici le tavole del volume Voyage Pittoresque , edite in cinque volumi nel 1776 a spese dell'Abbè de Saint-Non. Strepitoso il rialzo per il raffinatissimo Rinfrescabottiglie in porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea, degli anni 1784-88, parte del set appena menzionato, con le vedute del Regno di Napoli, aggiudicato per la cifra di Euro 44.100. Un eccezionale gruppo di Tazze (5), tutte di forma rastremata, e Piattini (4) in porcellana bianca della Real Fabbrica Ferdinandea, del 1790 ca., decorati con vedute di Napoli, è stato aggiudicato per la cifra di Euro 49.000. Altro incredibile rialzo va registrato per il Solitaire in porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea, degli anni 1790-1800, composto di Plateau, Caffettiera, Zuccheriera e Piattino, decorato con le più belle vedute archeologiche del regno delle Due Sicilie: la valutazione di catalogo era di Euro 10/12.000, il prezzo di aggiudicazione di Euro 51.450. La scultura raffigurante un Venditore di inchiostro fino in porcellana bianca di Capodimonte, marcato con giglio incusso, degli anni 1748-1750, splendido modello inedito di Giuseppe Gricci ripreso fedelmente dalla tavola 38 della raccolta dei venditori ambulanti di Annibale Carracci, edita nel 1646, è approdato alla cifra strepitosa di Euro 33.075. Lo stesso dicasi per altre due opere di Capodimonte: un gruppo simpaticissimo con Colombina e Pulcinella mangiamaccheroni , che da una valutazione di catalogo di Euro 30/40.000 è balzato al prezzo di aggiudicazione di Euro 133.950; così per il Domatore di leoni del 1755 ca., che dalla cifra di partenza di Euro 15/20.000 ha raggiunto i 37.975 Euro. Per il modello della scultura con Colombina e Pulcinella mangiamaccheroni Giuseppe Gricci trasse ispirazione da uno dei dipinti di Gian Domenico Ferretti, per i quali l'artista prese spunto dagli spettacoli che vertevano su Le trentadue disgrazie di Arlecchino , tenuti da una Compagnia di Commedianti a Firenze nel 1742. Il Gricci sostituì Arlecchino con la maschera napoletana di Pulcinella, ritratto teneramente abbracciato da Colombina. Si è svolta da poco a Milano, in data 19 e 20 giugno, un'importantissima Asta Sotheby's con Ceramiche Mobili Argenti e Oggetti d'arte dalle collezioni dei Principi d'Assia di Gonzàlez-Palacios e di Toni Facella Sensi . I risultati nella vendita delle ceramiche sono stati ottimi, e a tal proposito così commenta Luca Melegati, consulente Sotheby's Italia: "Questa Asta conferma che le provenienze fanno Asta. I pezzi erano belli, ma per merito della provenienza prestigiosa hanno subito forti rialzi. Così le ceramiche veneziane di Cozzi, il cui mercato era da tempo bloccato, ha subito un'impennata notevole". Hanno registrato un ottimo consenso tra i collezionisti le maioliche venete di Collezione di Famiglia veneta, per la qualità, per essere presenti in pubblicazioni e per essere rimaste fuori dai circuiti del mercato negli ultimi venticinque anni. Tutto ciò a conferma che la ceramica veneta è ambita da un collezionismo attento. Una coppia di tazze con piattino in porcellana policroma della manifattura Cozzi, della seconda metà del secolo XVIII, decorate con ghirlande floreali e figure orientali, è stata aggiudicata per Euro 20.187. Le porcellane Ginori, di Doccia, hanno raggiunto buone quotazioni, come i Biscuit di manifattura napoletana, il cui collezionismo è sempre partecipe ed informato. Si nota invece un andamento incerto per le terraglie, a riprova di un collezionismo non ancora consolidato in Italia. Conclude gli avvenimenti della stagione estiva l'importante asta della Semenzato Casa d'Aste di Venezia, con Mobili italiani dal XVI al XIX secolo Oggetti d'Arte Dipinti antichi e dell'Ottocento Una Raccolta di avori europei , battuta nei giorni 12 e 13 luglio scorsi. Sono stati aggiudicati, tra gli altri, una coppia di Vasi in porcellana di Sévres per la cifra di Euro 2.975, due bei Candelieri in porcellana di Meissen, XIX secolo, venduti per la cifra di Euro 5.950, ed un Tavolino in porcellana decorata a motivi floreali, opera francese del periodo Luigi Filippo, aggiudicato per Euro 5.474.

FIORANO MOSTRACERAMICA A PRAGA FIORANO
(il rdc)Fino al 18 agosto la sala grande di Palazzo Lobkowicz a Praga ospita un'esposizione di ceramica dalla raccolta del Museo della Ceramica di Fiorano, da collezioni private e dalle aziende: "Omaggio a Enzo Ferrari - Dove regna la ceramica: Fiorano arte e industria".

Premio Fancello, i ceramisti in gara
Tra arte e commercio con un'ambizione:
diventare la capitale sarda della cultura

Massimiliano Cossu (la nuova sardegna)NUORO. E' stata presentata ieri la prima edizione del "premio Salvatore Fancello", manifestazione riservata ai ceramisti residenti e operanti in Sardegna, che avrà luogo tra febbraio e marzo del prossimo anno. Erano presenti il sindaco Mario Zidda e gli assessori alle politiche educative Teresa Pintori, e alla cultura Roberto Deriu "Il premio - spiega il sindaco - nasce con due intenti: concretizzare l'aspirazione di Nuoro a essere capitale culturale della Sardegna, e promuovere il territorio dal punto di vista sia turistico che culturale. Noi crediamo fortemente nelle potenzialità della ceramica sarda; abbiamo un'idea molto precisa dell'impegno da sostenere per valorizzare l'arte in tutte le sue espressioni". L'assessore Pintori ha ricordato che la prima edizione si era conclusa senza l'assegnazione del premio finale, anche perché i ceramisti in concorso erano pochi, di età inferiore ai 35 anni e avevano avuto poco tempo per preparare le loro opere. "Quest'anno, invece, abbiamo cambiato il regolamento, pubblicandolo sette mesi prima, togliendo i limiti di età e aprendo la partecipazione a ceramisti singoli o associati in botteghe, piccole, medie e grandi industrie, con una sezione riservata agli istituti d'arte sardi. Vi sarà poi una giuria di alto livello, con nomi molto conosciuti nel mondo della ceramica nazionale e internazionale. Questi cambiamenti ci hanno fatto considerare la manifestazione come se fosse alla sua prima edizione". La presenza di due componenti della giuria, Ugo Collu e Antonello Cuccu, ha chiarito meglio alcuni aspetti dell'iniziativa. Il professor Collu ha auspicato che "il premio possa mettere in luce i tanti talenti presenti in Sardegna, e che inauguri un circuito virtuoso tra cultura, arte e sviluppo. Il discorso economico non deve contrastare con quello culturale, deve esserne il sostegno. La precedente edizione del premio non ha avuto successo perché non vi è stata alcuna ricaduta sul territorio". L'architetto Cuccu ha rievocato la straordinaria figura di Salvatore Fancello, ceramista geniale e innovativo, le cui opere hanno costituito il punto di svolta della ceramica italiana negli anni venti. Cuccu ha sottolineato che "il premio deve costituire il salto di qualità, che imponga la ceramica sarda all'attenzione del mercato nazionale e internazionale. Ma per fare questo, occorre un tipo di ceramica formato da due figure, l'artigiano e il progettista, il primo che applica la sua arte, il secondo che lo aiuta a esprimerla meglio. Così la tradizione viene disciplinata in modo da divenire ricchezza. Il premio è regionale - ha concluso Cuccu - e vuole creare una sensibilità nuova sulla produzione della ceramica sarda, valorizzando le tecniche e i materiali dato che, ad esempio, oggi l'argilla che forma la ceramica viene acquistata da altre regioni italiane".

CERAMICA QUANTI PREMI
(la nazione) GUALDO - Andrà al giornalista Antonio Di Bella, direttore del Tg3, il premio "Ceramica Città di Gualdo Tadino" edizione 2002. Lo ha deciso il comitato organizzatore della festa del ceramista, che consegnerà il riconoscimento nel corso della serata programmata per sabato 20 luglio, quando la centralissima piazza Martiri della Libertà verrà trasformata in una grande sala-ristorante per una cena collettiva degli operatori del settore e degli ospiti. Il premio a Di Bella è stato assegnato con motivazioni legate alla carriera ed al "magazine" quotidiano di approfondimento "Primo piano". Altri premi andranno a Fulberto Frillici come ceramista dell'anno, alla memoria di Ezio Rondelli ed alla ditta "Viventi Rosmundo".

LA CERAMICA PASSAPORTO CULTURALE
PESARO - Il Comune di Pesaro, all'interno del Progetto Marketing Territoriale, ha ottenuto un finanziamento comunitario per l'attuazione di un progetto annuale di cooperazione denominato "Artigianato dell'arte ceramica moderna" (Art.Ce.Mo.). "Il progetto, partendo dalla tradizione ceramica pesarese, mira a far conoscere la tradizione mediterranea della ceramica come patrimonio culturale europeo", ha sottolineato l'assessore alle attività economiche Anselmo Lorenzetti. "E' un progetto maturato - aggiunge Antonio Mezzino, responsabile Art.Ce.Mo. - all'interno di una strategia che vuole valorizzare la ceramica pesarese nel mondo, attraverso una collaborazione con centri specializzati sloveni e greci che fungeranno da partner". Al progetto non poteva mancare la consulenza di Giancarlo Bojani, direttore dei Musei Civici, di Antonio delle Rose e di Athos Tombari. Art.Ce.Mo. che durerà 12 mesi, si avvale di un budget di 169 mila euro. Al progetto collaboreranno l'Istituto d'arte Mengaroni, l'associazione "Amici della ceramica", il centro arti visive "Pescheria" e alcuni laboratori ceramici pesaresi. Beatrice Terenzi

Ceramica, anche Patti avrà presto un museo
PATTI - Grazie ad una convenzione stipulata tra il Comune di Patti e la Provincia regionale di Messina, sarà realizzato nella nostra città un museo della ceramica pattese. La proposta era stata presentata alla Provincia qualche tempo fa dal sindaco Giuseppe Venuto e accolta con un finanziamento di 7.700 euro. Obiettivo del nuovo progetto, che inizialmente disporrà come sede di Villa Pisani, è la valorizzazione della produzione locale con esposizione della collezione, favorendo tutte le iniziative tese a riscoprire l'antica tradizione delle lavorazione della ceramica con laboratori, stage, seminari, restauro e acquisto di nuovi pezzi di collezione. Verranno realizzati giornate di studio, mostre, convegni alla presenza di esperti che vedranno ospiti gli studenti. (m.b.)

A Montelupo
Maioliche in riva all'Arno

Capolavori della Maiolica Rinascimentale, Montelupo "fabbrica" di Firenze, 1400-1630. Mai titolo fu più appropriato di questo che sventola all'ingresso della mostra allestita negli antichi spazi di Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Si tratta di una serie di veri e propri capidopera venuti dai più celebrati musei del mondo e integrati da un cospicuo gruppo di capolavori concessi dal museo della vicina Montelupo che, dal 1400 al 1630, come spiega il titolo, fu la "fabbrica" di Firenze. La mostra è allestita secondo un percorso cronologico che illustra l'evoluzione della maiolica di Montelupo: da una prima produzione, influenzata dalla tradizione islamica e caratterizzata da un forte decorativismo alla creazione di un nuovo stile "rinascimentale italiano", destinato a influenzare, nel corso del Cinquecento, le altre esperienze europee. Agli inizi del Quattrocento, con la trasformazione di Pisa e Livorno in "porti fiorentini", l'Arno diviene per Firenze, la via principale di trasporto per le merci e Montelupo, posizionata lungo l'Arno, conosce in breve tempo un forte sviluppo. E' questo il periodo in cui Montelupo entra in contatto con la tradizione islamica, d'Oriente e d'Occidente, assorbendone sia motivi decorativi che le tecnologie operative. In mostra, per illustrare questa fase, sono esposte alcune "zaffere" (maioliche dipinte con il blu cobalto) prodotte per i più importanti esercizi di spezieria fiorentini e per i maggiori ospedali della città. Verso la seconda metà del Quattrocento i soggetti principali delle maioliche cominciano ad essere realizzati in scene sempre più articolate e complesse, inseriti in ambientazioni "naturalistiche": un'evidente evoluzione verso una pittura su ceramica di tipo realistico. I primi esempi di raffigurazione realistica sono illustrati nella mostra da maioliche come la Diana di Cluny Musée National de la Renaissance di Ecouen) esposta per la prima volta con il "gemello", scoperto negli scavi archeologici di Montelupo, che ne ha permesso l'attribuzione. Si può aggiungere, a ulteriore testimonianza, il bellissimo piatto, Giovane donna e falcone, del Kunstgewerbemuseum di Berlino, ispirato ai tempi del Gotico Internazionale. E si può concludere con il boccale, Figure di angeli, concesso dal Victoria and Albert Museum di Londra: un altro, incredibile capolavoro uscito dalla "fabbrica" di Montelupo. La mostra prosegue entrando nel pieno dei "motivi rinascimentali" con una serie di maioliche smaltate di grande bellezza. Ed ecco il celebre piatto commemorativo che raffigura l'ingresso di papa Leone X in Firenze. E' questo il momento d'oro della ceramica di Montelupo. Attraverso i grandi mercanti fiorentini la maiolica uscita dalle botteghe affacciate sull'Arno è esportata in tutto il Mediterraneo. E' il momento delle grandi forniture nobiliari: le potenti famiglie fiorentine fanno a gara per avere i servizi da mensa di Montelupo con gli stemmi della casata (Strozzi, Medici, Peruzzi, Pandolfini, Pucci, Machiavelli, Corsini, solo per citarne alcune). E' una storia di capolavori preziosi e rari questa che viene narrata nella mostra di Palazzo Medici Riccardi (a cura di Fausto Berti, aperta sino al 27 ottobre). Al nostro "viaggiatore in arte" si consiglia una visita a Montelupo, la piccola località posta a pochi chilometri da Firenze: qui c'è il Museo della Ceramica e qui c'è la mitica "fondazione" diretta da Paolo Pinelli e in cui operano più di cento volontari del "gruppo archeologico", impegnati ancor oggi a scavare gli strati della storia. Per l'appassionato ci sono poi i quattro volumi (il quinto uscirà entro l'anno) su cui si possono leggere i distinti capitoli di una storia meravigliosa. Gianni Cavazzini

Ceramiche raku di Rossana Zen
In mostra alle Terme di Comano

g.m. (alto adige) È APERTA fino al 4 agosto nella sala esposizioni del palazzo delle Terme di Comano, la mostra personale di ceramica raku e mosaico dell'artista trentina Rossana Zen. Orario: 9.30 - 12 e 15 - 18.30; tutti i giorni. Oltre a confermare la brillantezza che ha sempre contraddistinto l'artista nelle edizioni precedenti, le novità sono rappresentate da formelle di gres, di varie forme, cotte fino a 1.100 gradi, nelle quali la Zen ha fissato del vetro colorato, dando origine a composizioni davvero suggestive. Altra innovazione in mostra è quella della creazione di pannelli in bianco e nero dai quali emergono lampi di luce creati con il mosaico rosso fuoco. Nella sua collezione Rossana Zen continua poi ad esporre delle sculture in ceramica originalissime e immediatamente gradevoli, ricavate con l'applicazione della tecnica raku. Sono lavori impreziositi da tessere musive, da filetti e foglie d'oro zecchino. L'artista dona alle sue creazioni i principi dell'antica tecnica giapponese. Dopo la delicata fase di cottura, l'abilità consiste nel modellare l'argilla, abbinando ad essa le tonalità con gli elementi della natura costituiti da terra, acqua, fuoco ed aria.

CERAMICHEDELL'800 RINVENUTEIN TUNISIA
(la nazione) S. GIOVANNI - Ceramiche dell'800 appartenenti ad antiche tradizioni sangiovannesi, sono state rinvenute nell'Italia meridionale e in Tunisia grazie alle ricerche e gli studi condotti dal dottor Marco Milanese, illustre professore di archeologia medievale e metodologia delle ricerche archeologiche all'Università di Pisa. Il suo obiettivo è adesso quello di riuscire a ricomporre una dettagliata cartografia di distribuzione delle coste bagnate dal Mediterraneo, in grado di identificare i prodotti tipici - in prevalenza ceramiche - anticamente legati alla piccola frazione vicarese. L'opportunità offerta dalla Provincia di Pisa mediante l'attivazione di un corso di formazione in cui far lavorare allievi e ricercatori sul territorio dei Monti Pisani, assegna di diritto un'impronta significativa ai risultati sinora portati alla luce. Risultati, per i quali il professor Milanese ha dedicato a partire dagli anni '90 intere giornate di ricerche e sacrifici: intervallo temporale in cui son state appunto rinvenute le ceramiche - meglio note come 'catini verdi' - originarie di San Giovanni alla Vena. Le scoperte più recenti risalgono a circa due mesi fa, in prossimità di un castello di Alghero e a Napoli. Ma le ricerche continuano e grazie al corso di formazione - diretto dal professor Milanese e Scalfati - saranno attinte dagli archivi indicazioni precise circa le lavorazioni della ceramica e delle fornaci insediate a San Giovanni alla Vena che, data la circostanza assumerà i contorni di un vero e proprio laboratorio di studio e ricerca. Le testimonianze raccolte permetteranno di ricostruire la vita e le abitudini dei villaggi e delle città cui erano legate. San Giovanni costituirà dunque il fulcro di questo affascinante processo di rivisitazione storica. Gianmaria Melani

COLOGNOLA. L'opera collocata in sala consigliare e a disposizione della cittadinanza
Collezionista dona al Comune una scultura di Pino Castagna
È in ceramica e s'intitola "Il canneto", compiaciuti sindaco e assessore.

(l'arena) Un collezionista del paese ha donato al Comune una scultura del noto maestro veronese Pino Castagna. L'opera, intitolata "Il canneto" e tutta in ceramica, è stata collocata in sala consigliare mediante un'apposita cerimonia a cui hanno preso parte il sindaco Antonio Zambaldo, l'assessore alla cultura Maria dal Dosso, altri amministratori locali, numerosi cittadini e la famiglia donatrice che ha preferito non essere citata pubblicamente e rimanere nell'anonimato. "Abbiamo accettato con molto piacere questo regalo", ha esordito il primo cittadino, "perché si tratta di un'opera di grande valore eseguita da un artista prestigioso, che va ad abbellire il municipio". "Dire che si tratta semplicemente dell'opera di uno scultore mi pare piuttosto riduttivo", ha incalzato l'assessore Dal Dosso, "se si tiene presente che la produzione di Castagna investe vari campi dell'arte e del sociale. E' una realizzazione monumentale che forse meriterebbe un'esposizione all'aperto per essere apprezzata nella sua interezza, ma qui è a disposizione di tutta la cittadinanza che ne potrà fruire tutte le volte che verrà in sala consigliare. Pensando al titolo, "Il canneto", mi sono venuti in mente stagni e uccelli migratori anche perché l'autore ama la natura e riesce a essere uno straordinario intermediario tra uomo e il mondo naturale". Alla cerimonia erano presenti anche gli alunni della scuola media "Gino Fano", accompagnati da alcuni insegnanti e dal preside Mario Mendica, i quali, dopo un approfondimento sull'opera fatto in istituto, speravano di poter incontrare personalmente il maestro Pino Castagna. L'artista non ha invece potuto presenziare in quanto, ha fatto sapere, impegnato in un museo in Spagna nella realizzazione di un'altra grande scultura. Lo scultore, nato a Castelgomberto nel Vicentino e operante dal 1969 nel suo atelier di Costermano sul Garda, dopo aver studiato all'accademia di Verona e Venezia, ha lavorato in bottega di restauro di affreschi e vetrate, senza mai traslasciare l'insegnamento di disegno in vari istituti superiori. Nel 1959 ha organizzato un laboratorio di ceramiche artistiche con Michael Noble con cui ha anche collaborato nell'esperienza di recupero mediante la pittura e la scultura dei malati ricoverati in un ospedale psichiatrico. Le prime mostre del maestro risalgono al 1959 e continuano tuttora a essere numerose e molte visitate. Monica Rama

L'ARTE DELLA CERAMICA RIVIVEGRAZIE AL PREMIO "SGARZINI"
(rdc) URBINO - Urbino ha una grande tradizione nel campo della ceramica e nelle sue botteghe hanno lavorato i più grandi maiolicari di tutti i tempi. Oggi questa tradizione, nonostante offra molteplici possibilità di lavoro e di soddisfazioni artistiche, è poco più di un ricordo e a tenere viva la tradizione restano un gruppo di appassionati, che si dedicano per puro piacere a quest'arte e la associazione artistico culturale "Paolo Sgarzini", che ogni anno bandisce un concorso con due sezioni, una riservata ai giovani ceramisti della regione, allievi degli istituti d'arte e delle scuole regionali ed una per operatori di botteghe artigiane. Quest'anno hanno partecipato al concorso: Chiara Violini di Urbania (con fiasca), Marcella Molaroni di Pesaro (con boccale), Iluska Costantini di Folignano di Ascoli P. (con piatto); Giuliano Smacchia e Gilberto Galavotti di Urbania (con rinfrescatoio); Istituto statale d'arte di Fermo (con 5 piatti e un boccale). La commissione, composta da Giovanni Bischi (presidente), Claudio Giardina, Francesco Colocci, Marinella Topi, Marcello Lani, Rossano Guerra, Antonio Fontanoni, Andrea Pierleoni, Giovanna Ucci Fabi (segretaria), ha deciso di soprassedere alla assegnazione del premio per quanto riguarda la partecipazione degli allievi della sezione ceramica delle scuole, pur riconoscendo "apprezzabile l'impegno espresso nella progettazione dei manufatti", mentre per quanto riguarda i concorrenti artigiani ha assegnato il primo premio alla Bottega di Smacchia e Galavotti. Il premio alle scuole è stato destinato alla organizzazione di una mostra della produzione delle concorrenti Chiara Violini e Iluska Costantini. La commissione ha espresso un particolare apprezzamento per il manufatto di Adriano Giavoli da Pesaro presentato fuori concorso. gdl