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ABRUZZO: TAGLIENTE INAUGURA MOSTRA SU CERAMICHE CASTELLI
(ASCA) - Roma, 30 apr - Il Presidente del Consiglio regionale abruzzese, Giuseppe Tagliente, e' intervenuto a Roma all'inaugurazione della Mostra ''L'Antica Ceramica da Farmacia di Castelli''. La manifestazione, organizzata dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e in collaborazione con il Comitato Promotore delle Mostre dell'Antica Ceramica di Castelli, e' stata allestita presso la Sala del Refettorio Quattrocentesco del Museo Nazionale di Palazzo Venezia. Si tratta di un evento interamente dedicato alla produzione artistica del Centro Ceramiche di Castelli (Teramo). La mostra, che restera' aperta fino al prossimo 28 giugno, si caratterizza per l'esposizione di preziosissimi ed in alcuni casi inediti manufatti della tipologia Orsini-Colonna, fastosa produzione rinascimentale della ceramica castellana affiancati da alcuni mattoni del primo soffitto della Cona di San Donato di Castelli poiche' caratterizzati dal medesimo profilo stilistico e decorativo. Sono presenti, inoltre, le numerose testimonianze della produzione ceramica seicentesca fortemente connotata dallo stile compendiario e ricca di riferimenti iconografici agli ordini monastici ed alle facoltose casate nobiliari, per lo piu' napoletane, committenti di sontuosi corredi ipotecari. ''Si tratta di una iniziativa di indubbio prestigio - ha commentato il Presidente Tagliente - che onora l'Abruzzo e la sua gente. La mostra riguarda la singolarissima produzione di vasi per uso farmaceutico di questa famosa manifattura di maiolica d'arte. Sono stati ricreati l'atmosfera e i colori delle storichefarmacie ospedaliere, monastiche e nobiliari per le quali i vasi di maiolica policroma erano stati prodotti a partire della meta' del Cinquecento fino agli inizi dell'Ottocento''.

Straordinaria mostra inaugurata al museo paolo orsi Siracusa e Gela sempre più unite dalla ceramica
(la sicilia) Fu il tempo della tirannide il più giocondo. Lo fu senz'altro nella colonia siceliota governata da Gelone ovvero Siracusa. E fu quello il periodo in cui si accertò uno straordinario incremento della produzione di ceramiche attiche, realizzate nelle più importanti officine ateniesi. Epiktetos, il Pittore di Berlino, il Pittore di Brygos e Myson diedero il meglio di sé. Certo è che il legame strinse ancor più Siracusa a Gela, da Cleandro a Gelone, protagoniste entrambe di questo rifiorire artistico che le ha unite ancora, nei secoli. Fino a quando l'inestimabile valore del patrimonio rischiò un'offesa temibile: la dispersione, tra l'800 e il '900, assorbito dai musei d'Europa e d'America. Fu Paolo Orsi ad impedire l'emorragia disastrosa, promuovendo da Siracusa una campagna di scavi, la prima, concepita per bloccare un versamento oltre i confini di tasselli, vasi e testimonianze inedite dei massimi ceramografi. L'evento è tutto siracusano, inaugurato ieri, al museo Paolo Orsi, riunisce per l'appunto le ceramiche attiche ritrovate a Gela, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. "Ta attika. Veder greco a Gela" è il titolo della mostra che sarà fruibile fino al 27 giugno. Una vetrina itinerante che ha toccato Palazzo Pignatelli (registrando circa 13 mila visitatori) e che, dopo Siracusa, raggiungerà Rodi. E' Rosalba Panvini, Sovrintendente di Caltanissetta, ad averla curata, con la collaborazione delle studiose Marina Congiu e Lavinia Sole. "La mostra - ha spiegato la Panvini - è dedicata alla storia rodio-cretese e siracusana. Tratterà un cinquantennio di tirannide che rappresentò il momento di splendore delle ceramiche figurate prodotte ad Atene". "Non è solo una promozione culturale - ha osservato Granata -. Vogliamo invece lasciare con forza segni di un radicamento culturale che vede unite le due città, Gela e Siracusa". Veronica Tomassini

ASSOCIAZIONE ITALIANA CITTA' DELLA CERAMICA SIGLA PROTOCOLLO CON ANCI
(Sesto Potere) - Faenza - 3 maggio 2004 - L'Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC) ha aderito al progetto dell'ANCI "RES TIPICA", un progetto di marketing territoriale per la tutela e la valorizzazione dei prodotti tipici e delle tradizioni locali. A seguito della convenzione siglata nei giorni scorsi, l'Associazione Italiana Città delle Ceramica si impegna a condividere le varie iniziative del progetto, in particolare le attività editoriali, che si articoleranno nella elaborazione di un magazine mensile informativo delle manifestazioni e delle attività di RES TIPICA, nella realizzazione di una Guida dei Comuni AiCC, nella elaborazione di una brochure da distribuire in manifestazioni, fiere, ed esposizioni, nella elaborazione di redazionali e infine nella realizzazione di iniziative rivolte ai media. Inoltre, l'Associazione Italiana Città della Ceramica ha confermato la sua disponibilità a partecipare agli eventi, nazionali e internazionali, per la diffusione del marchio RES TIPICA e per il raggiungimento delle sue finalità. L'Associazione Italiana Città della Ceramica (A.I.C.C.) è stata costituita nel 1999, con sede a Faenza. L'associazione non ha fini di lucro e persegue l'obiettivo della creazione di una rete nazionale delle città ove storicamente è venuta a svilupparsi una significativa attività ceramistica, in maniera tale che tra le singole comunità aderenti possano stabilirsi rapporti di reciproco scambio informativo, di fattiva collaborazione alle attività di sostegno della loro tradizione ceramica, nonché di ausilio ad una migliore conoscenza, tanto in ambito nazionale che internazionale, delle medesime. l'Associazione opera a tal fine in collaborazione con le autorità statali e regionali, con gli organi di governo territoriale, con i produttori della ceramica, con gli enti, le fondazioni, le istituzioni e le associazioni a vario titolo interessate - sia per fini organizzativi che statutari - alla conoscenza, studio, promozione e valorizzazione della ceramica italiana, alla formazione cioè di un patto di amicizia fra i centri di antica tradizione ceramica che possa avvalersi dell'apporto e del contributo di tutti gli aderenti per il raggiungimento delle proprie finalità.(Sesto Potere)

EVENTI: A MONTELUPO IL FESTIVAL DELLA CERAMICA
(adnkronos) Montelupo Fiorentino (Fi), - 6 mag. (Adnkronos Cultura) - Brocche, piatti e vasi dipinti a mano con grande maestria, antichi laboratori all'aperto, mercatini e bancarelle sparsi per il borgo. Dal 19 al 27 giugno, Montelupo Fiorentino, paese legato ad una lunga storia di produzione di maioliche, ospitera' il Festival Internazionale della Ceramica, la manifestazione piu'importante del settore. Per nove giorni, il passato e il presente, la tradizione e la cultura di una comunita' si fondono per dare vita ad una vera festa collettiva, che coinvolgera' non solo gli abitanti di Montelupo ma anche i numerosi visitatori. Molte le mostre in programma, tra cui "Beppe Serafini: un uomo e un artista a Montelupo", "Vincenzo Funghini: alle origini del collezionismo ceramico in Toscana" e "Ivo Lazzeretti detto Lazzaro: la ceramica e' colore". La Festa sara', inoltre, un'occasione per gustare gli antichi sapori tipici della cucina toscana e riscoprire, tra figuranti in costume del '600, musici e mercanti, gli antichi mestieri che fanno parte della tradizione fiorentina, come le fiascaie, le ricamatrici, le cappellaie e il fabbro. Lungo il corso principale, negli angoli e nelle piazze del centro storico, si possono ammirare e acquistare gli oggetti prodotti dai maestri ceramisti di Montelupo. Una vera e propria vetrina per gli artigiani. Le mostre e i mercati sono aperti tutti i giorni dalle 18 alle 24, la domenica dalle 10 alle 24. Per informazioni, chiamare l'Ufficio turistico, al numero 0571/518993.

Donate due maioliche al Museo di Faenza Risalgono al XVI e XVII secolo
(romagnaoggi.it) FAENZA - L'associazione "Amici della Ceramica e del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza" ha donato due opere in maiolica di notevole valore nonchè di produzione faentina. I manufatti, nel dettaglio, sono un piatto, realizzato nel 1524, e un boccale prodotto nel 1638. La donazione è significativa perchè rappresenta un generoso contributo al Corpus della maiolica datata raccolto da Gaetano Ballardini. Al mondo sono pochi e rari i reperti e i pezzi in ceramica che recano una data scritta sull'opera stessa e pertanto certa.