marzo
BENVENUTI NELLA CASA DELL'ARTE
(rdc) Un centro per l'esercizio della fantasia, dove le parole d'ordine sono sperimentazione, creazione e scambio di idee. E' a partire da questi presupposti che in questi giorni stanno prendendo il via le attività de 'La bottega della creta', il centro culturale per la riappropriazione della manualità e per l'educazione all'immagine che sarà inaugurato a Casalecchio, in via Don Gnocchi, il 15 marzo. Anima dell'iniziativa, che porta per la prima volta in città un laboratorio d'arte permanente, è il maestro di ceramica Evans Vivarelli, che dopo aver lavorato per un lungo periodo ad Amola di Persiceto dove ha creato un gruppo particolarmente attivo, approda a Casalecchio, in un locale messo a disposizione dal Comune, per dar vita a un'esperienza che unisce l'attività didattica alla ricerca artistica. Nel nuovo centro - con due ampie sale per il lavoro e una per la cottura completate proprio nei giorni scorsi, che 'La bottega della creta' dividerà con la sezione arte dell'associazione Basquiat - si terranno infatti laboratori per principianti, ma anche corsi avanzati sulle tecniche della cottura raku (un particolare tipo di ceramica di origine giapponese) e sulla preparazione dei colori che saranno tenuti da Vivarelli, che in questo ambito è un maestro riconosciuto a livello internazionale. E ancora, il centro si occuperà di corsi di manipolazione e per lo sviluppo della creatività per bambini nelle scuole, con la collaborazione di ceramisti e di pittori tra cui il casalecchiese Franco Bergamaschi (nella foto). Ospiterà anche un'intensa attività di stage in cui si unisce l'esercizio della manualità a uno sguardo sospeso tra antropologia e psicanalisi, dedicato alla simbologia degli oggetti. In questa linea s'inseriscono infatti i 4 appuntamenti intitolati 'Il vaso di Pandora' che prenderanno il via il 20 marzo e svilupperanno il tema del vaso come metafora del corpo. Dal 5 aprile al 4 maggio, invece, 'La bottega della creta' si dedicherà all'attività divulgativa con l'inaugurazione, nell'aula magna dell'istituto Salvemini - proprio nella zona in cui sono state rinvenute numerose suppellettili etrusche e romane -, della mostra didattica 'I segreti degli Etruschi e il loro passaggio lungo il Reno'. Pannelli, foto, plastici delle tombe a tumulo, riproposizioni di ceramiche antiche e copie di bucchero accompagneranno attraverso la cultura di questo popolo misterioso che proprio nella lavorazione della ceramica ha raggiunto un altissimo livello. D'altra parte, come sottolinea Evans Vivarelli, chi ama la ceramica non può non essere affascinato dagli Etruschi. La composizione del loro bucchero è a tutt'oggi ancora un mistero irrisolto e per il maestro, che ha alle spalle oltre 40 anni di studio nelle botteghe faentine e nei laboratori della Boemia, dalle opere e dalla cultura etrusca c'è ancora tanto da imparare. di Beatrice Grasselli
CASTELLI Acquistata una grande fiasca
(il messaggero) Nuovo acquisto della Fondazione Tercas, o meglio del museo delle ceramiche di Castelli "sponsorizzato" dalla Fondazione. Questa volta l'occhio è caduto su una grande fiasca da farmacia appartenente alla produzione di Gesualdo Fuina (1755-1822), un grande maestro al quale si deve l'introduzione del colore rosso nella ceramica castellana. Si tratta di un pezzo inedito, di cui non si conoscono esemplari analoghi per dimensioni e forma, che presenta, davanti, una corona di fiori che racchiude la scena di un uomo mentre gioca con un cane e, sul retro, le cifre intrecciate pc, uguali a quelle poste su due albarelli già nella collezione Bindi ed ora al museo di Castelli. Un importante acquisto che prosegue la politica di incremento e qualificazione delle collezioni in possesso. La fiasca è già esposta nelle vetrine del museo castellano, presieduto da Giovanni Giacomini.
PEZZI RARI DALL'ERMITAGE
(la nazione) MONTELUPO - "Il secolo d'oro della maiolica: ceramica italiana dei secoli XV e XVI. Dalla raccolta del museo statale dell'Ermitage" è l'evento culturale che caratterizzerà l'inizio dell'estate 2003. Una collezione di opere uniche nel settore che dal 7 giugno al 26 ottobre sarà nelle sale del Museo internazionale delle ceramiche a Faenza. L'esposizione proporrà, per la prima volta fuori dalla Russia, 125 opere ceramiche di maestri del nostro Rinascimento, pezzi di rara qualità artistica, selezionati dal patrimonio della ricca collezione dell'Ermitage. "Fra le ceramiche esposte - racconta non senza una punta di orgoglio il vicesindaco di Montelupo Cesare Baccetti - ce ne sono diverse anche di provenienza montelupina". Proprio in virtù di questa rappresentanza e per il ruolo che Montelupo sta assumendo come referente all'interno dell'associazione Città della ceramica, Cesare Baccetti è stato invitato a prendere parte alla presentazione ufficiale della mostra, avvenuta in questi giorni a Faenza. Ma la fortuna che sta conoscendo la ceramica di Montelupo non finisce qui. "L'associazione ha reso noti i risultati di un sondaggio fatto da un'agenzia che fa ricerche di mercato - racconta Baccetti - tramite il quale si riuscisse a capire come la ceramica sia percepita nell'immaginario collettivo italiano. Sono state quindi intervistate 2.000 persone residenti in centri non vicini a quelli dove si produce ceramica e dalle loro risposte risulta che al primo posto nella classifica dei luoghi ricordati per la produzione di ceramica c'è Capodimonte, al secondo Faenza e al terzo, distaccato di poco, Montelupo. Se si considera che 20 anni fa sembrava che sulla nostra ceramica stesse per scendere l'oblio, penso si possa parlare di un buon risultato". Francesca Cavini
NUOVE INIZIATIVE PER VALORIZZARE LA CERAMICA
Albisola sta diventando un museo a cielo aperto
ALBISOL S.
(la stampa) Due opere d'arte saranno collocate per le strade di Albisola Superiore. L'iniziativa è stata promossa dall'assessorato alla cultura del Comune albisolese. "E' un altro passo per il museo all'aperto cui Albisola tiene particolarmente. Il 2003 sarà l'anno della posizione di opere d'arte sul nostro territorio, per realizzare una rassegna permanente alla luce del sole che servirà ad arricchire il patrimonio artistico non solo all'interno del Museo Trucco ma anche nel paese, tra la gente", spiega l'assessore Antonella Briuglia. Le due opere, frutto della seconda edizione della Biennale della Ceramica, saranno collocate in siti opportunamente scelti ed è probabile che, in futuro, possano essere destinate ad abbellire la passeggiata a mare. I due lavori scelti per l'esposizione esterna sono "Skin" del camerunese Bili Bijocka e "Socle d'Albisola" di Carlo Levi (architetto milanese, omonimo del famoso pittore-scrittore nato a Torino) . "Bijockja, nel miglior spirito della Biennale, è stato anche protagonista di un progetto realizzato con i bambini della scuola elementare che vede la realizzazione del tenda-schermo in ceramica più grande del mondo poi oggetto di una performance artistica", spiega Briuglia. Sempre a proposito di Biennale ecco una curiosità: un'opera d'arte e di arredo architettonico piuttosto particolare arricchirà il panorama artistico di Albisola. Gli attuali pluviali (grondaie) in pvc del Museo Manlio Trucco saranno sostituiti da quelli in ceramica bianca, costituita da elementi ad incastro dell'artista Davide Minuti. Saranno poste altre opere provenienti sia delle passate edizioni di "Spiaggiarte" sia da collaborazioni tra artisti e manifatture. m. pi.
LE OPERE DI ALBINO REGGIORI IN MOSTRA AL MUSEO "PAGANI"
(il giorno) CASTELLANZA (Varese) - Verrà inaugurata domenica mattina alle ore 11, al Museo d'Arte Moderna "Pagani" di Castellanza, una grande mostra dedicata al noto ceramista varesino Albino Reggiori e curata da Luciana Schiroli. Più di ottanta le opere esposte fino al 30 marzo: da disegni a colori inediti alle linoluemgrafie, fino ad una accurata rassegna di pezzi dipinti e smaltati di grandi dimensioni. Reggiori, nato a Laveno Mombello (dove ancora abita) nel 1933, è artista di fama internazionale ed è stato tra l'altro per quindici anni direttore del Museo della Ceramica di Cerro, sul lago Maggiore. L'esposizione, che è stata patrocinata dalla Provincia di Varese e dal Comune di Castellanza, è il primo appuntamento della stagione espositiva del museo Pagani. "Le opere di Reggiori, che nascono dalla terra e che recano il sigillo del fuoco, si distinguono per una felice complicità tra pittura, segno e volume", ha detto l'assessore alla Cultura di Castellanza, Franco Azimonti. "Albino Reggiori, dipinti pittura ceramica" sarà visitabile al sabato e alla domenica dalle 10 alle 19. Negli altri giorni su appuntamento. A.F.
L'azienda consolida la propria immagine all'estero e in Italia: 3.100 punti vendita autorizzati e 350 negozi
Anno record per gli angioletti di Thun
Il gruppo chiude il fatturato 2002 con un incremento del 13,5%
(alto adige) BOLZANO. In costante crescita il gruppo Thun: ha chiuso il 2002 con un fatturato di 82 milioni di euro, registrando un incremento del 13,5% rispetto all'anno precedente. Un trend molto positivo che vede anche l'apertura di nuovi punti vendita e shop monomarca in diversi Paesi europei. Il gruppo, oltre che in Italia, ormai è saldamente presente anche in Germania, Svizzera e Austria. Insomma, i celebri angioletti ormai sono diventati un oggetto di culto, legato all'immagine del Natale, e richiestissimo dal mercato. Il gruppo punta a chiudere il 2003 con un fatturato di quasi 100 milioni di euro.
Anche quest'anno Thun, azienda leader in Italia nel mercato degli articoli da regalo, delle porcellane da tavola, delle bomboniere e delle mattonelle per stufe, registra una crescita notevole sul mercato nazionale ed internazionale. Ieri sono stati resi noti i dati del 2002.
Il gruppo Thun, presente anche in Germania, Austria e Svizzera, chiude il 2002 con un fatturato pari a 81,77 milioni di Euro, contro i 72,15 milioni dell'anno precedente, registrando una crescita del 13,5%.
La crescita esponenziale degli ultimi anni (il 2001 ha visto un incremento del 16% rispetto al 2000) conferma la vitalità e l'impegno del gruppo, rivolto tanto allo sviluppo in termini di ampliamento della produzione quanto allo sviluppo aziendale sul territorio nazionale.
Il gruppo Thun, nato nel 1950 dalla passione per la lavorazione della ceramica di Otmar e Lene Thun, conta oggi 1.469 dipendenti di cui 167 impiegati nella Thun Spa, guidati dal figlio Peter Thun.
L'azienda sta anche progressivamente ampliando la rete di vendita: 3.100 i punti autorizzati, 350 shop, e i due negozi monomarca, aperti tra il 2002 e il 2003 a Bolzano (in via Museo) e a Torino.
"Adesso - informa una nota stampa dell'azienda - apriremo il terzo shop monomarca a Mantova: 47 metri quadri per offrire a tutti gli amanti dei nostri prodotti l'assortimento completo della nostra offerta". I risultati di rilievo raggiunti sono confermati anche dal valore degli investimenti in comunicazione che sono raddoppiati rispetto al 2001.
Le previsioni per il 2003 sono ancora più ottimiste, il gruppo infatti prevede di chiudere con un fatturato pari a 96 milioni di euro e di aprire altri 10 negozi monomarca in Italia.
"Le linee strategiche di sviluppo - si legge ancora - sono: un costante aumento delle quote sul mercato; aumento della distribuzione sul territorio, monitorando costantemente la qualità; crescita e consolidamento dei prodotti da regalo (ramo aziendale cresciuto del 17%) attraverso consistenti investimenti dedicati allo sviluppo di shop monomarca; un costante monitoraggio delle tendenze e delle richieste del mercato per una produzione sempre in linea con la domanda del settore (come l'utilizzo di nuovi materiali abbinati alla ceramica); il concepimento di nuove linee di prodotti aventi come obiettivo l'ampliamento dell'assortimento, quindi una maggiore diffusione del marchio Thun; l'aumento costante della competitività e della flessibilità produttiva e logistica attraverso sinergie produttive sviluppate anche in territori extraeuropei".
Un'azienda, dunque, flessibile in costante espansione, che riuscito a trasformare del primo angelo di Bolzano della Contessa Lene Thun, in un oggetto quasi di culto, richiestissimo sul mercato.
MUSEO VIRTUALE PER LA CERAMICA
(la nazione) E' nato il "Museo virtuale della ceramica", dove la Toscana è rappresentata a pieno titolo da Impruneta, Sesto e Montelupo fiorentino. La notizia è stata data in anteprima dal coordinatore del progetto, dottor Mario Mantovani, nel corso della presentazione di uno splendido documentario sul "cotto tipico" di Impruneta, del quale faceva parte la quasi totalità dei produttori locali , realizzato per iniziativa dell'assessorato allo sviluppo economico. Il Museo è "visitabile" sul sito Internet www.ceramicatoscana.it ed offre riferimenti storici ed attuali di grande interesse, che per Impruneta, seppur di antica tradizione ceramistica, si concentrano principalmente sulla produzione del famoso "cotto". Il progetto è firmato dall'Associazione Terre di Toscana, della quale è presidente il sindaco di Impruneta, Maria Capezzuoli, e segue di un anno l'interessante mostra allestita dal Comune di Firenze a Palazzo Strozzi, che nel termine di "terre fiorentine" fotografò e sintetizzò la produzione tipica dei ricordati tre Comuni. "E' una vera finestra aperta sul mondo - dice l'assessore Morandini - che compensa il lavoro svolto in questi ultimi anni e che offre uno spaccato d'Impruneta nei suoi molteplici aspetti, che non sono fatti solo di cotto, ma anche di arte, cultura, tradizione e turismo". Per quanto riguarda il cotto, particolarmente interessante è la "finestra" dei "fornaciai del passato", i cui nomi sono elencati, e documentati, a partire dal '400 e fino all' '800: famiglie antiche che han fatto la storia d'Impruneta e del suo prodotto più pregiato. Cliccare per credere. di Leandro Giani
Ceramiche Oggi l'apertura della collettiva
(corriere romagna) Faenza - C'è molta attesa per l'inaugurazione (oggi alle 17) della collettiva di ceramisti che avrà luogo questo pomeriggio alla presenza delle autorità e di numerosi critici ed artisti del settore, ala Galleria "Sala Forum" di Viale delle Ceramiche.La mostra verrà presentata da Maria Concetta Cossa, presidente dell'ente Ceramica Faenza e dell'ente nazionale che raccoglie le maggiori realtà ceramistiche legate alla tradizione storica. L'esposizione sarà aperta dalle 16 alle 19 nei giorni feriali. Nei festivi e pre festivi anche dalle 9 alle 13.
SERAFINI CELEBRATO ALLA FORNACE
(la nazione) CAPRAIA E LIMITE - La Fornace Pasquinucci da oggi al 23 marzo ospita una collettiva degli artisti del gruppo culturale che gestisce la Pasquinucci, la cui sala d'onore è dedicata a Beppe Serafini. L'artista montelupino,scomparso nel 1987, dopo gli esordi con la ceramica ha saputo guadagnarsi notorietà e per ricordarlo verranno proposte sue tele di stampo espressionista un po' tendenti al naif. L'esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 17 alle 19.30 la domenica anche dalle 10 alle 12.
Riconoscimento internazionale per la Corbellini
(il cittadino) La ceramista lodigiana Emanuela Corbellini Vaccari ha ricevuto pochi giorni fa un importante riconoscimento (il primo premio assoluto) a un'importante mostra internazionale di pittura su ceramica e porcellana,
che si è svolta a Montecarlo, nel Principato di Monaco. Si tratta di un'ennesima, lusinghiera attestazione del talento e della versatilità di questa artista, che ormai da parecchi anni esercita l'attività della pittura su porcellana sperimentando continuamente tecniche originali, come quella del trompe-l'oeil, ma anche sviluppando spunti creativi sempre nuovi su temi tradizionali come la decorazione floreale. E' proprio utilizzando lo spunto classico dei motivi floreali che la Vaccari ha realizzato le due grandi uova di porcellana che hanno ottenuto il prestigioso premio di Montecarlo. Una ricca decorazione a colori vivaci si staglia e acquista rilievo, in queste due opere, su uno sfondo realizzato con la tecnica del "lustro" (una delle ultime elaborazioni uscite dalla fantasia dell'artista), in grado di creare effetti di luminosità cangiante e delicate trasparenze madreperlacee. Questo premio si aggiunge a una serie ormai nutrita di riconoscimenti anche a livello internazionale, come quello ottenuto l'autunno scorso a Marsiglia, dove la ceramista aveva presentato un grande piatto lavorato a trompe-l'oeil a imitazione del lapislazzuli, arricchito da una decorazione in oro zecchino lavorato con la tecnica dello scavo. (Annalisa Degradi)
Creatori John Booth e John Hancock, ceramisti dello Staffordshire
L´appuntamento coincide con la fiera dell´antico Brocantage
(la stampa) al Parco esposizioni di Novegro la mostra dedicata alle ceramiche Lustreware, in concomitanza con la fiera dell´antico Brocantage. Un appuntamento da non perdere per gli appassionati, esperti o semplicemente curiosi del mondo della ceramica antica d´autore: sono sessanta i pezzi di piccole e medie dimensioni esposti per l´occasione, provenienti dalle collezioni private di Iro Novak e Denis Le Cordeur. Nella produzione Lustreware la ceramica di qualità si sposa con materiali preziosi: così sono nati, all´inizio del XIX secolo, brocche, teiere, piatti e tazze delle linee Copperlustre, Bronzelustre e Silverlustre, dalla lucentezza metallica e dal cromatismo particolare, miscelando polvere di platino, oro e rame con l´impasto ceramico. Autentici pezzi da collezione, le ceramiche Lustreware - prodotte dalla creatività di John Booth e John Hancock, ceramisti dello Staffordshire in Gran Bretagna oggi hanno un valore superiore alle mille sterline a pezzo. La mostra chiuderà il 23 marzo.
o. r. Il parco esposizioni di Novegro è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19; la domenica servizio navetta gratuito dall´aeroporto di Linate. Per informazioni: tel. 027560288, www.parcoesposizioninovegro.it
I 94 anni di Otello De Maria
Al Maestro d'arte l'affettuoso augurio della Città
di Mario Bagnara (il giornale di vicenza) da familiari e amici, festeggia oggi il suo novantaquattresimo compleanno Otello De Maria, il benemerito artista vicentino di cui è ancor vivo il ricordo dell'ultima, apprezzata e visitatissima, mostra antologica (pitture, disegni e ceramiche dal 1924 al 1994) che l'Amministrazione comunale di Vicenza, insieme con quella di Nove, gli ha dedicato lo scorso anno, dal 10 maggio al 28 luglio, nel cittadino Salone degli Zavatteri e al Museo novese della Ceramica. Un omaggio giustamente dovuto a chi unanimemente viene considerato il principale interprete dell'arte vicentina del Novecento, con un'attività molto precoce che risale ai primi anni Venti. Ma Otello De Maria, oltre che per la sua intensa produzione artistica nella quale, pur senza abbandonare mai la sua città natale, come, per vari motivi, hanno invece fatto altri illustri suoi coetanei, ha saputo interpretare in modo personale i più significativi movimenti artistici italiani ed europei, è destinato ad essere ricordato nella storia culturale di Vicenza come il grande Maestro di moltissimi altri artisti vicentini; suoi allievi alla Scuola d'Arte e Mestieri (per oltre cinquant'anni a partire dal 1930) e soprattutto nella "sua" scuola di pittura "La Soffitta" la quale, fondata nel 1957, si avvia ormai a festeggiare il cinquantesimo anno di attività ininterrotta. Anche se, per motivi di salute, non è più alla guida effettiva della folta schiera di quanti, grazie a Lui, hanno scoperto e coltivato l'arte, diventando, a loro volta, animatori di altri gruppi artistici, Egli continua ad esercitare il suo illuminato e illuminante magistero, spesso partecipando anche alle varie manifestazioni promosse dal circolo "La Soffitta". Molto apprezzata e festeggiata la sua presenza all'inaugurazione della Mostra "Donna... e oltre", lo scorso 8 marzo in Villa Lattes. Ed è questa la vivace e feconda "giovinezza" di un grande concittadino il quale, attraverso l'arte, ha sempre dimostrato un intenso, anche se talora contrastato e "disperato", amore per la sua città. Ad multos et meliores annos, caro Otello!
Albisola e la grande avventura della ceramica
L'EVENTO Oggi, a Gallarate, inaugurazione della mostra curata da Buzio Negri e Zelatore. Dal 12 luglio sul PriamàrUna rassegna sul movimento futurista che portò nel savonese artisti di fama mondiale
Il viaggio di "Albisola futurista"è cominciato. Questa mattina alle 11, alla Galleria d'arte moderna di Gallarate prende il via un'eccezionale rassegna dedicata alla ceramica del secondo futurismo, alle sue influenze sull'arte degli anni Cinquanta e ai suoi epigoni contemporanei. Una mostra ricca di pezzi straordinari e di artisti di grande fascino che anche i savonesi, la prossima estate, potranno ammirare al palazzo del Commissario sul Priamàr.
Carlo Zauli, maestro della ceramica
Oggi la conferenza in università sull'artista e sul museo a lui dedicato
Dall'argilla delle origini fino alle sculture esposte a Faenza
(la provincia pavese)Grazia Bruttocao PAVIA. Con una conferenza dedicata a uno dei maestri della ceramica d'arte contemporanea, Carlo Zauli, si apre l'attività culturale della delegazione pavese degli Amici della ceramica, guidata da Paola Casati Migliorini. L'appuntamento è in aula Foscolo dell'Università oggi alle ore 15,30; Matteo Zauli illustrerà al pubblico il Museo Carlo Zauli di Faenza, in una conferenza dal titolo "Dall'argilla alla scultura: il Museo di Carlo Zauli". Il museo, istituito nel 2002, dopo la scomparsa dell'artista, illustra l'intera storia artistica e il percorso del maestro, dagli anni '50 agli anni '90, esponendo un centinaio di opere, inserite nel laboratorio in cui sono state pensate, progettate e realizzate. Dalle fornaci alle cantine in cui si lavorava l'argilla, fino alla realizzazione di opere ospitate in palazzi reali, sedi museali e grandi istituzioni in tutto il mondo. Carlo Zauli è infatti uno dei protagonisti dell'arte italiana del '900, partito dalla ceramica di grande tradizione, quella faentina, è approdato alla scultura. Grande sperimentatore di tecniche e materiali, è entrato in contatto coi maggiori artisti del Novecento, da Fontana a Valentini, da Arnaldo e Giò Pomodoro a Spagnuolo, da Leoncillo a Brunori e Tapies. Se i suoi esordi, negli anni '50, sono legati a maioliche dalle forme insolite, con colli filiformi, zoomorfi e smalti dai colori decisi, l'incontro con Albert Diato, che aveva lavorato a Vallauris con Picasso, spinse Zauli a sperimentare materiali ceramici poco usati in Italia, come il gres e forme e colori decisamente più semplici. Dalla collaborazione con Valentini e Fontana derivò l'abbandono del figurativo e la scelta dell'astratto e dell'informale; ma la sua fama è legata soprattutto alla messa a punto, negli anni settanta, di uno smalto mai usato in occidente e che porta il suo nome: il "bianco Zauli", un rivestimento inconfondibile, che ricorda lo shino giapponese.
A questo artista, che da ceramista diviene scultore, senza mai tradire le sue origini, dopo la mostra antologica che Faenza gli ha dedicato lo scorso anno, anche Pavia rende omaggio, con l'associazione Nazionale amici della ceramica.
DAL FUTURISMO
Le ceramiche di Albisola, 80 anni di arte
(corriere della sera) GALLARATE (Varese) - "Sono sicuro di marcare un indirizzo nuovo nell'arte ceramica italiana. Niente che possa, anche lontanamente, ricordare le ceramiche vecchie, antiche o preistoriche. Voglio rovesciare la tradizione. Forme policentriche, antimitative, meccaniche. Strati colorati, futuristi, violenti, abbaglianti. Tecnica perfetta, ottenuta con materie locali, italiane, anche se povere". E' il "manifesto" di Tullio Mazzotti, inviato con una lettera nel 1930 all'albo degli artisti italiani di Milano, a cui aderirono i maggiori personaggi del panorama dell'avanguardia del tempo, come Fillia, Farfa, Prampolini, Depero, Munari, Dijulgheroff, Strada e Pacetti. Concetti artistici ispirati da Martinetti che trasformarono Albisola nella capitale della ceramica italiana e luogo di incontro di artisti innovativi. Questa rivoluzione artistica è documentata alla mostra "Albisola futurista. La grande stagione degli Anni Venti e Trenta. Dagli Anni Cinquanta alle rivisitazioni ceramiche di oggi", allestita fino al 4 maggio alla Galleria Civica di Gallarate. Una prima sezione ricostruisce la produzione albisolese negli anni Venti e Trenta. E' il periodo in cui avviene, attraverso il movimento del Secondo Futurismo, una netta frattura con le forme e i decori del passato per aprirsi in quegli anni all'evoluzione, al rinnovamento dei mezzi espressivi e alle avanguardie più avanzate, promosse da Mazzotti.
La seconda sezione prende l'avvio dalla produzione degli anni Cinquanta, con la presenza di nomi illustri come Fontana, Lam, Capogrossi, Sassu, Fabbri, Crippa, Scanavino, per proporre il lavoro di un gruppo di artisti contemporanei che continuano la tradizione artigianale di Albisola. Sono Ugo Nespolo, discendente illuminato della corrente futurista (Balla e Depero sono muse ispiratrici); Marco Lodola, fondatore del movimento Nuovo Futurismo, Giorgio Laveri e Vincenzo Marsiglia. Info 0331.791266. (P. Ca.)
BALDINI E L'ARTE DELLA CERAMICA
(rdc) "Dalla figura policroma alla materia lucente: la ceramica di Guido Baldini". E' il titolo della mostra dedicata al ceramista riminese Guido Baldini (1933-1999) che sabato 5 aprile (ore 17.30) sarà inaugurata nelle sale del museo. La mostra, curata da Michela Cesarini, è stata promossa e realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio che intende così rendere omaggio ad uno degli artisti riminesi più significativi. Circa 80 le opere in esposizione (pannelli dipinti, bassorilievi, vasi, piatti in terracotta smaltata) per dar conto della cinquantennale attività di Baldini. La mostra resterà aperta fino al 31 maggio.