novembre

Preziosi frammenti Esposta la collezione di ceramiche di Giulio Del Pelo Pardi
(il corriere della sera) «Del Pelo Pardi scoprì i cunicoli», ricorda Ezra Pound in un verso dei suoi Cantos. Giulio Del Pelo Pardi, nato a Roma nel 1872 e morto nel 1953, è noto come l inventore della archeologia agraria, che lo portò alla scoperta di un antichissimo sistema di drenaggio per conservare il suolo sano e fertile, i «cunicoli» appunto, citati da Pound. Pioniere della conservazione del suolo e dell' ecologia, oggi le sue concezioni sono in ogni trattato di agricoltura. Meno noto, è il Del Pelo Pardi collezionista di ceramiche. Anche se egli considerava la ceramica antica come prodotto agrario. Metteva infatti questa antichissima tra le antiche arti in relazione col mito di Prometeo, che fu il primo, secondo Eschilo, a creare l’uomo dal fango. Fu così che l agronomo diventò un collezionista. Non nel senso classico, non come raccoglitore di vasi pregiati. I suoi pezzi sono piuttosto frammenti, talvolta minuscoli e alla apparenza insignificanti, che acquistava dai rivenditori oppure trovava nel campi durante i lavori di aratura. Frammenti che per Del Pelo Pardi erano preziosissimi, perché documentavano di quella terra e della sua storia. Negli anni Trenta aveva riempito alcune casse con frammenti di ceramiche orvietane risalenti al XIII e XIV secolo. Centinaia di pezzetti reperiti negli scavi dei «butti» di Orvieto nei primi anni del 900. Quelle casse furono poi donate al museo nazionale di Palazzo Venezia, dove sono rimaste nei depositi fino a quattro anni fa, quando la storica dell arte Maria Selene Sconci decise di aprirle per tentare una ricostruzione dei vasi. Un lavoro da certosini, perché era come pescare in un enorme puzzle, ma i restauratori ci sono riusciti e il risultato (documentato anche in una cassetta con la registrazione delle varie fasi del restauro), si può ammirare in questa mostra che espone 180 recipienti ricomposti, tra piatti, ciotole, boccali, tazze e tazzine. E’ tornata così a vivere una collezione che rappresenta un esempio significativo della preziosa e inimitabile «maiolica arcaica» prodotta in epoca medievale in zona umbro-laziale, conosciuta dagli specialisti, ma rimasta inconsultabile per oltre cinquanta anni a causa del suo pessimo stato di conservazione. Nei mesi di ottobre e novembre, accanto allo svolgimento della mostra, è attivo il laboratorio «Facciamo ceramica in museo», con i maestri ceramisti Marino Moretti e Speranza Neri. Il corso didattico è gratuito e aperto a chiunque voglia imparare l arte della ceramica, dalla modellazione della creta alla smaltatura, dalla decorazione alla cottura. Lauretta Colonnelli

PORTOGRUARO Il museo archeologico ha varato un’iniziativa rivolta in particolare ai giovani per avvicinarli allo studio del passato "Avviso ai museonauti",
(il gazzettino) al via il progetto Corsi su prenotazione con uscite in programma insieme alle famiglie alla scoperta delle proprie radici Portogruaro Promuovere una funzione educativa del Museo e superare la logica delle visite guidate tradizionali, con proposte tematiche che ricollegano i reperti nel loro ambito specifico, utilizzando anche concrete azioni creative: queste le finalità del progetto "Avviso ai museonauti" e rivolto specialmente ai giovani. È stato presentato ieri mattina, nella sede del Museo archeologico di Portogruaro da Mariangela Flaborea e Pierpaola Mayer, responsabili del gruppo Dimesione Cultura. Il progetto si rivolge al secondo ciclo delle scuole elementari, alle prime due classi delle scuole medie e alle prime quattro classi delle scuole medie superiori, con forme e contenuti diversi a seconda dell'età e degli interessi. Come ha sottolineato Pierangela Croce Da Villa, direttrice del Museo Nazionale Concordiese, si tratta di una iniziativa che intende presentare il Museo in forma stimolante e piacevole, e che ha trovato la sponsorizzazione della Fondazione "Colluto", rappresentata dal presidente dott. Aldo Camponogara e il patrocinio dell'Amministrazione comunale. I corsi, su prenotazione, avranno inizio il 19 novembre. Le ultime tre domeniche saranno dedicate all'iniziativa "Al museo con la famiglia", ragazzi e genitori alla scoperta del passato e delle proprie radici nel territorio. Sono previsti cinque itinerari tematici: "Personaggi illustri della colonia romana di Julia Concordia", "Le necropoli raccotano la storia", A scuola con gli antichi romani", "A tavola con i Romani", "Giochiamo con gli antichi romani". Il laboratorio fornirà ai frequentanti fotocopie di reperti, tavolette cerate e possibilità di manipolazione di creta per riprodurre reperti esistenti nel Museo. Sono previsti anche tre laboratori di archeologia sperimentale: "Le ceramiche di Reitia" che si propone di avvicinare alla tecnologia e alla funzione dei manufatti ceramici di età protostorica; la fase pratica prevede la riproduzione e decorazione delle forme ceramiche; "I vasi di Seria" per avvicinare alla tecnologia e alla funzione dei manufatti ceramici di età romana, con la riproduzione e decorazione delle forme ceramiche; infine un terzo laboratorio è intitolato "Bernardo, mastro vasaio" per la conoscenza dei manufatti ceramici di età medioevale e rinascimentale; anche in questo caso la fase pratica prevede la decorazione delle forme ceramiche. Ugo Padovese

La mostra è allestita nei locali della Libreria del Corso In esposizione i capolavori dei maestri ceramisti vietresi
Una mostra per riscoprire tutto il fascino della ceramica salernitana. Il Centro Internazionale di Studi Sociali e Culturali per la Ceramica ha organizzato un'esposizione nella valle metelliana. La'iniziativa si avvale della collaborazione delle associazioni di ''Campania Bella'' e dell'''Ande'', ed è patrocinata dall'Università di San Cirillo di Malta. Nelle sale della Libreria del Corso, sita in Corso Umberto I, si possono ammirare le ceramiche, conservate nel museo privato del Centro Studi, dei maestri vietresi e campani che hanno sapientemente lavorato negli anni '70 e '80 del novecento. Tra i nomi degli artisti scomparsi spiccano quelli di D'Arienzo, del gruppo Vietri, dei Procida, del gruppo Fornelle. Straordinarie anche le opere di Giancappetti, Guarini, Collina e di altri maestri. Una sezione della mostra è dedicata alla ceramica dell'ottocento napoletano, con una collezione di pastori presepiali, di vasellame ed alcune caratteristiche lucerne ad olio. In totale nella mostra sono esposti più di centoventi oggetti tra vasi, sculture, bassorilievi e piatti, tutti pezzi unici che si possono ammirare solo in questa rassegna. La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni, escluso il lunedì mattina, dalle ore 10 alle 13 e dalle 18 alle 21. (g.d.l.)

Ceramiche d’arte made in Faenza
(il corriere della sera) S’inaugura oggi alle 17 questa grande mostra di preziose ceramiche della tradizione di Faenza. In esposizione vi sono pezzi «artistici» realizzati dall’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica «Gaetano Ballardini» di Faenza, e altri, che privilegiano «l’utilità» abbinata con il design, realizzati a Faenza e a Firenze. Alcuni pezzi si avvalgono dei disegni di Takahide Sano. FAENZA: L’ECCELLENZA DI UNA TRADIZIONE Sala Pietro da Cemmo, via Dante Alighieri 49 Crema (Cr), lunedì chiuso, fino al 16 dicembre orari: 9-12/14.30-18.30 (fer.), 10-12/16-19 (festivi)

Splendidi interni alla Ceramica
(il resto del carlino) Il trionfo del made in Italy, del gusto, dello stile, della raffinatezza che contraddistinguono l'«abitare» nel nostro Paese. «Panorama d'interni italiani» è la mostra che la Coop Ceramica, con il contributo della galleria d'arte «I Giglioli dei Castagni» di Castrocaro Terme, inaugura oggi alle 16 nel bel suo salone dei convegni di via Vittorio Veneto. Le maioliche dell'Hermitage Il Panorama proporrà un mix di moda e arredi, in una sequenza di tavole imbandite di tutto punto, con stoviglie, tovaglie, accessori finissimi. E sarà arricchito da una serie di dipinti di epoche diverse, comprese fra il 1500 e il 1800, raffiguranti donne vestite con abiti del loro secolo. Alcuni pezzi in mostra saranno unici, dalle maioliche italiane provenienti dall'Hermitage a servizi originali Ginori, dalle collezioni della Manifattura Minghetti alle riproduzioni di cineserie in porcellana firmate Gio Ponti. Ma a rendere elegante e raffinato il contesto contribuiranno tendaggi, cristalli, argenti, tessuti preziosi, damaschi e broccati ricamati in oro. Dalle radici al futuro «E' un invito a sedersi alla tavola dello stile italiano — commenta Gianpietro Mondini, presidente di Coop Ceramica — un modo per valorizzare l'abitare italiano, certamente uno fra i più belli, attraverso una carrellata d'epoca. Un affondare le radici nella storia per lanciarsi verso il futuro». «Panorama d'interni – Made in Italy, il piacere del bello», questo il titolo completo della mostra, sarà aperta fino al 13 gennaio 2002.

L'eccellenza ceramica
( il resto del carlino) E' una selezione quantitativamente ridotta, ma di alto valore qualitativo, delle collezioni del Museo delle Ceramiche in grado di soddisfare gli interessi di chi ama l'arte e la ceramica. E' la mostra inaugurata sabato al Museo civico di Crema, dal titolo 'Faenza: eccellenza di una tradizione ceramica'. L'esposizione di 41 opere, ospitata al centro culturale S. Agostino, nella prestigiosa cornice della sala affrescata da Giovan Pietro da Cemmo nel 1507, si propone come una raccolta il più possibile esauriente della cultura della ceramica faentina, una tradizione ininterrotta che parte dal XIII secolo e arriva ai nostri giorni, mantenendosi sempre su alti livelli. Significativo il nucleo di pezzi in stile compendiario, testimonianza del periodo di punta della produzione faentina. E' una panoramica che dal Medioevo arriva al primo '900, con le opere di artisti come Nonni e Melandri, ma anche i prodotti dello sviluppo dell'arte ceramica (Irtec-Cnr in primis).

A Padova la grande mostra del Liberty La più grande rassegna sul Liberty italiano da vent'anni.
(il nuovo) Opere dei maggiori artisti da Galileo Chini ad un insolito Segantini. Anche Pelizza da Volpedo, Carena ed altri. A Palazzo Zabarella dal 18 novembre al 3 marzo prossimi, tutti invitati alla mostra "Il Liberty in Italia", un inedito quasi assoluto (l'ultima mostra generale sul liberty italiano si tenne a Lugano vent'anni fa). L'esposizione è stata curata da Fabio Benzi, sotto il patrocinio del Comune di Padova e della Fondazione Palazzo Zabarella. Esposti una selezione di dipinti, sculture, progetti architettonici, arti applicate (mobili, ceramiche, vetri, illustrazioni, manifesti, decorazioni, tessuti ed altre). Tra i dipinti spiccano opere di valore eccezionale come Il Tifone di Galileo Chini, altre opere del pittore come Mesù l'attrice, dipinto in Siam nel 1913, un'opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo già della collezione Sapori, un Segantini di grande interesse, quasi protoespressionista. I collezionisti che hanno prestato le loro opere per la mostra includono Vittorio Sgarbi e Giampiero Mughini, che sono i maggiori collezionisti italiani di Liberty. Sgarbi ha dato addirittura sedici statue (tra cui capolavori di Bistolfi, Andreotti, Zanelli). Da Mughini sono arrivati preziosi libri illustrati, porcellane di Ginori, ferri battuti di Mazzuccottelli, ceramiche di Biagini e di Chini. Tra gli altri collezionisti va citata Lucia Stefanelli Torossi, scomparsa di recente, alla cui memoria la mostra è dedicata. La Torossi ha svolto un ruolo di vera e propria mecenate per gli artisti italiani della prima metà del secolo. L'esposizione inizia mostrando i precursori italiani del Liberty, con opere che risalgono all'ultimo ventennio dell'Ottocento, mettendo in risalto come la cultura e l'arte italiana fossero perfettamente in linea con la più avanzata ricerca estetica del periodo. Il Liberty fu un movimento per sua natura internazionale, figlio della nascente modernità. Assunse nei diversi paesi europei diversi nomi, ad esempio Sezession in Austria (pioniere e leader del movimento Gustav Klimt), Jugendstil, "stile della giovinezza" in Germania, Art Nouveau in Francia (il termine è poi passato anche nella lingua inglese). Trecentocinquanta circa le opere in esposizione a Padova. Edito anche uno splendido catalogo pubblicato dalla Federico Motta Editore, contenente oltre alle immagini delle opere anche vari saggi che approfondiscono la conoscenza di questo variegatissimo panorama artistico.

Ceramica: corso per chi ha passione per l'arte e il decoro Arte e passione per il decoro, gusto e amore per la porcellana.
(la nazione) È unendo questi due interessi che alla Richard Ginori 1735 di Sesto Fiorentino, storica azienda di produzione di porcellane di qualità conosciuta in tutto il mondo, hanno pensato di promuovere e realizzare un corso di pittura su porcellana. "Poiché dipingere sulla porcellana richiede competenze e attenzioni tutte particolari, che non è facile acquisire", spiegano i promotori dell'iniziativa, che sono mossi anche dall'intento di tramandare queste tecniche che rischiano altrimenti di comparire. Le lezioni saranno tenute da Paolo Graziani e sono rivolte ad allievi di tutte le età e anche di diversi livelli. Può partecipare sia chi vuol fare il primo approccio alla materia, sia chi invece intende invece sperimentare sulla porcellana le proprie conoscenze pittoriche. Il corso prevede di mettere a disposizione degli allievi tutti i materiali e i prodotti necessari alla sperimentazione. Al termine del ciclo di lezioni Richard Ginori rilascerà ai partecipanti anche un attestato di frequenza. Franco Calamassi

Ceramica: corso per chi ha passione per l'arte e il decoro
(la nazione)Arte e passione per il decoro, gusto e amore per la porcellana. È unendo questi due interessi che alla Richard Ginori 1735 di Sesto Fiorentino, storica azienda di produzione di porcellane di qualità conosciuta in tutto il mondo, hanno pensato di promuovere e realizzare un corso di pittura su porcellana. "Poiché dipingere sulla porcellana richiede competenze e attenzioni tutte particolari, che non è facile acquisire", spiegano i promotori dell'iniziativa, che sono mossi anche dall'intento di tramandare queste tecniche che rischiano altrimenti di comparire. Le lezioni saranno tenute da Paolo Graziani e sono rivolte ad allievi di tutte le età e anche di diversi livelli. Può partecipare sia chi vuol fare il primo approccio alla materia, sia chi invece intende invece sperimentare sulla porcellana le proprie conoscenze pittoriche. Il corso prevede di mettere a disposizione degli allievi tutti i materiali e i prodotti necessari alla sperimentazione. Al termine del ciclo di lezioni Richard Ginori rilascerà ai partecipanti anche un attestato di frequenza. Franco Calamassi

Il sindaco: 'La città è ben felice del ritorno di Doccia alla Ginori'
(la nazione) Un consistente spazio nel nuovo “museo virtuale” sarà chiaramente dedicato alla produzione storica della Richard Ginori 1735 e al Museo delle porcellane di Doccia. Notizia che assume una nuova luce dopo l'annunciato ritorno del museo della Ginori nell'ambito dell'azienda dopo quattro anni vissuti sotto due proprietà diverse. “E' un buon segno per la fabbrica e per la città- commenta il sindaco Andrea Barducci- anche perché mi è sembrato di capire che all'interno del museo non sarà valorizzata solo la produzione storica ma anche quella attuale con possibili interessanti sviluppi. Inoltre lo spazio di via Pratese dovrebbe essere riorganizzato, sul modello di tanti musei italiani, prevedendo ad esempio un servizio di accoglienza ma anche opportunità, come un punto per lo shopping, che fino ad ora non esistevano.” Come già annunciato dai vertici della Ginori anche l'Amministrazione sestese punta ad una collaborazione per promuovere iniziative culturali comuni: “Siamo estremamente disponibili in questo senso- conclude- all'interno del museo non c'è solo un pezzo di storia della Ginori ma anche di Sesto e credo che l'azienda lo abbia ben compreso”.

Oggi convegno Porcellana in vetrina ad Avetrana
Una giornata dedicata alla porcellana e alle dimore storiche. Oggi, su iniziativa della delegazione di Avetrana dell'Associazione Nazionale Amici della Ceramica, dell'Associazione Dimore Storiche Italiane e dell'Amministrazione Comunale di Avetrana, si terrà, alle 17,45, nella sala consiliare del Comune, una relazione sul tema: «La porcellana di Capodimonte», a cura di Angela Carola Perrotti, esperta in porcellana di Capodimonte e della Real Fabbrica Ferdinandea. Successivamente, a Torre Colimena, alle ore 19, si inaugurerà la sede della Delegazione di Puglia dell'Associazione Nazionale Amici della Ceramica. Sarà presente il marchese Arturo Carrelli Palombi, presidente della sezione di Puglia dell'Associazione Dimore Storiche Italiane. Seguirà un intervento dell'arch. Carmelo Di Fonzo sul tema: «Cenni storici sulle torri costiere». Nella stessa sede dell'Associazione sarà allestita una mostra fotografica sul tema: «La maiolica di Laterza». A coordinare i vari momenti della giornata sarà il prof. Elio Scarciglia, responsabile della delegazione di Puglia degli Amici della Ceramica. n.per.

E' nata a Pavia l'associazione degli Amici delle ceramiche Effettuerà ricerche sulla produzione locale delle antiche fornaci
(la prov. pavese) Pavia e le sue antiche ceramiche: è questo l'argomento di studio privilegiato della Delegazione provinciale di Pavia dell'Associazione Nazionale Amici della Ceramica, costituitasi nei giorni scorsi presso i Musei Civici della città. Guidata da Paola Casati Migliorini, la delegazione pavese vuole sollecitare e promuovere studi sulla maiolica antica prodotta a Pavia e provincia, attraverso ricerche, conferenze, tavole rotonde, dibattiti e pubblicazioni. La materia, piuttosto vasta, ha visto solo recentemente una sistematizzazione storica e cronologica e l'idea dell'associazione è proprio quella di coordinare i diversi interventi - su un tema che può riservare ancora molte sorprese - intorno a un unico programma di approfondimento. La produzione delle fornaci di "predame", maolica e laterizi, era particolarmente attiva a Pavia e lungo il corso del Ticino, soprattutto tra la seconda metà dei Seicento e la prima metà del Settecento, grazie a figure di imprenditori maiolicari che hanno investito ingenti capitali in questo settore manifatturiero. A dare l'avvio all'interesse antiquario e storico per le maioliche pavesi è stato il ritrovamento, nel 1976, di un'imponente quantità di materiale, sia cocci che scarti di fornace, durante alcuni lavori sul Lungoticino, all'altezza del distrutto bastione Bellisomi. Questo ritrovamento ha permesso di focalizzare l'attenzione degli studiosi sulla produzione delle fornaci cittadine, sia per quanto riguarda la ceramica ingobbiata e graffiata, sia per la più preziosa maiolica. Il ritrovamento ha anche permesso di accertare che il tratto del Lungoticino tra Porta Nuova e via della Rocchetta era la zona di produzione della ceramica,, documantata anche dalla presenza continuativa delle fornaci, attive dalla metà del XV secolo al 1775. Sull'onda di quei ritrovamenti, in città venne organizzata dai Musei civici, la grande mostra del 1977 "La ceramica a Pavia", che diede impulso a nuove ricerche e nuovi studi e ai ritrovamenti delle campagne di scavo urbane che hanno interessato la Torre civica, palazzo Malaspina, san Sisto e Santa Maria delle Cacce.Grazie a questi contributi, è stato possibile delineare una storia della ceramica pavese, particolarmente fertile tra i secoli XV e XVII, quando i ceramisti faentini risultavano attivi a Pavia e quando I rapporti commerciali tra la città e i principali centri di produzione della maiolica della Liguria e del lodigiano erano particolaremnte vivaci. Grazie agli studi che dalla fine dell'800 a oggi si sono susseguiti, Pavia ha riscoperto l'importanza e la qualità delle sue ceramiche: da questo ritrovato interesse, che ha messo in luce un panorama della produzione manifatturiera cittadina molto diverso da quello tradizionalmente conosciuto, è nato l'impulso a fondare anche a Pavia una delegazione dell'associazione nazionale che si interessa di maiolica antica. La delegazione pavese ha sede presso i Musei civici, in castello Visconteo; gli interessati possono contattare Paola Casati Migliorini (tel. 0382 21095).

Arte della ceramica Un libro di Amoni
(la nazione) DERUTA — Questa mattina alle 10.30 viene presentato a Museo Regionale della Ceramica il libro di Daniele Amoni «L'arte ceramica a Gualdo Tadino dal XIV al XXI Secolo». Intervengono, insieme all'autore, Gian Carlo Bojani, Maurizio Tittarelli Rubboli, Ada Girolamini, Mauro Mastice, Ida Mazzarino e Marco Monni.

Presepi in ceramica al Museo
(il giorno) LAVENO MOMBELLO — Appuntamento al Museo internazionale del Design ceramico di Cerro di Laveno Mombello. Che ospita dal 9 dicembre al 3 febbraio la tradizionale mostra dei Presepi in ceramica. Una galleria che, giunta quest'anno alla sua undicesima edizione, si arricchisce stavolta di varie novità, a cominciare dalle opere inedite presentate da oltre 30 presepisti provenienti da diverse regioni. Si tratta insomma di un'occasione unica per vedere a confronto le tecniche di lavorazione e le poliedriche espressioni che il tema riesce a suscitare nell'immaginario degli artisti invitati alla rassegna. Inedito è pure l'allestimento della mostra calata com'è in una suggestiva un'atmosfera invernale.

Tra il formale e l'informale Le ceramiche di Italo Bolano
(la nazione) PRATO — La neo associazione 'Artmente' composta da artisti e da professionisti, riapre la galleria di via Settesoldi che fu il 'glorioso' Pergamo, dopo svariati passaggi, e lo fa con una mostra del pittore elbano (ormai naturalizzato pratese) Italo Bolano che presenta dipinti e ceramiche che fanno parte della produzione degli ultimi anni. Si titola «Formale – informale» a specificare lo stile dell'artista che proprio tra questi due aspetti si trova in bilico nel proporre le sue tele che sembrano tuffate nel mare che ha dato sicuramente origine alle sue creazioni, nutrito poi da una vasta cultura che lo ha fatto essere anche accattivante conferenziere (e giovedì sera alle 21 parlerà in galleria sugli aspetti dell'arte). Marine, porti, barche sono i temi ricorrenti della sua pittura, motivi che talvolta si intravedono e altrove sono ridotti a semplici ideogrammi, sciabolate di colore dove spesso il blu (ricavato dai fondali della sua Elba) fa da padrone. Ma ci sono anche Cristi 'dolenti' che emergono dalla ceramica, un ciclo che è andato a costituire il Museo d'arte sacra di Marciana Marina, i 'piatti' che ripropongono la sua 'donna – isola'. E a proposito di cicli, quello dedicato a Napoleone andrà in esposizione tra breve a Waterloo nell'ultimo quartiere generale prima della celebre battaglia. Bolano, di cui recentemente è uscita una splendida biografia presentata da Mario Luzi, continua il suo frenetico viaggio culturale, diviso tra il suo museo all'aperto di Portoferraio, i suoi laboratori di Tobbiana e i suoi molteplici impegni. All'inaugurazione un vero bagno di folla ha salutato il 'ritorno' di un artista le cui opere sono ormai in tante collezioni pratesi. Franco Riccomini

Tricase Importante annuncio del sindaco. Si stringono i tempi per allestire la struttura Un museo storico a palazzo Gallone Sarà inaugurato il 1° dicembre. Recuperati gli arredi della «sala del trono» Negli scantinati del castello ritrovati centinaia di reperti
(la gazzetta del mezzogiorno) TRICASE Palazzo Gallone risorge dalle sue stesse ceneri e dai saccheggi che negli anni '60-'70 furono perpetrati da ignoti. Ieri l'annuncio del sindaco Antonio Coppola: «Ancora pochi giorni e il progetto di museo storico-archeologico di Tricase sarà realtà. Palazzo Gallone ospiterà il nostro museo. Ci siamo dati una data e intendiamo rispettarla: il prossimo primo dicembre contiamo di inaugurare questa importantissima struttura culturale. Ad inaugurare il museo ho invitato il senatore Giuseppe Giacovazzo, già senatore di Tricase, ma, soprattutto, persona che ha amato Tricase e la sua storia». E la prima dotazione museale se la dà proprio Palazzo Gallone. Dalle viscere degli scantinati del castello di Tricase, infatti, stanno venendo alla luce una serie impressionanti di reperti archeologici, soprattutto reperti ceramici. I lavori di recupero del piano terra del castello hanno restituito una importante presenza di vasellame da mensa ingabbiato ed invetriato: boccali, ciotole, piatti, questi ultimi in diverse varianti, sia monocrome sia bicrome. A questo materiale vanno affiancati piatti in maiolica bianca, dipinti di blu, talvolta con decoro «alla porcellana», tra cui alcuni frammenti con decori araldici, che rappresentano l'arma della famiglia Pisanelli, già feudatari di Tricase a partire dal Cinquecento. Sono stati rinvenuti anche piatti ed anfore da tavola con decorazione graffita policroma e manufatti con decorazione dipinta che sono databili all'orizzonte del XVI secolo. Gran parte di questi manufatti vanno riferiti a produzioni di vasai salentini, e per i bacini ed anfore graffite l'attribuzione è alla fabbriche di Cutrofiano. Un altro dato interessante che emerge è la presenza di manufatti invetriati, con decorazione dipinta, attribuibili alle fabbriche di Ugento e databili al pieno quindicesimo. Poi, son venuti fuori frammenti di ciotole e di salsiere prodotti nel versante più settentrionale dell'arco ionico salentini, nella zona di Taranto, databili entro il quattordicesimo secolo: questi frammenti rappresentano l'indicatore della presenza di attività anteriori alla costruzione del piano terra del castello come appare nella forma attuale. Di rilievo, un piatto smaltato decorato in blu con un cavaliere retrospiciente. Ma, si diceva, è come se ci si trovasse dinnanzi a Palazzo Gallone che rinasce dalle sue ceneri e dalle ruberie. Ecco l'altro annuncio del sindaco Coppola: «Abbiamo recuperato due divani e due consolle che erano mobilio della Sala del Trono». Insomma, il castello che si riappropria della sua genesi. Grazie alla intelligenza e alla sapiente mano dell'uomo; quasi a voler ripagare quelle tante mani di uomini che avevano asportato tutto dal castello. Antonio Andrea Ciardo

Una conferenza sulla ceramica attica adriese
(il resto del carlino) Oggi pomeriggio alle 17.30, al Centro culturale 'L.Groto' di Adria, l'archeologa Federica Wiell, con l'ausilio di diapositive, terrà una conferenza sul tema «La ceramica attica a figure rosse dell'antico abitato di Adria». L'incontro, che è organizzato dal Gruppo Archeologico Adriese 'F.A.Bocchi' sezione Cpssae, con la Soprintendenza Archeologica del Veneto, il Centro servizi per il volontariato di Rovigo, il Comune di Adria e la Pro loco di Adria, rientra nel ciclo di formazione sull'archeologia di Adria nelle tesi universitarie.

È visitabile fino al 2 dicembre la deliziosa mostra "The, ...
(il gazzettino) È visitabile fino al 2 dicembre la deliziosa mostra "The, Caffè e Cioccolata a Nove in Europa", allestita al Museo Civico della Ceramica. Si tratta di riti di ospitalità e di socializzazione che oggi hanno quasi completamente perduto il loro originario carattere di sacralità, ma che tuttavia mantengono una loro funzione di piacere, che scandisce il ritmo della giornata lavorativa. Questa sensazione di ritualità è messa in evidenza dalle opere esposte, maioliche, porcellane e terraglie che vanno dal XVIII al XX secolo, provenienti da collezioni private e dai musei di Bassano, Gazzada, Treviso, Napoli e Saronno. Dalla mostra naturalmente emerge come queste tradizionali bevande nel tempo siano state stimolo per la creazione di nuove forme funzionali e allo stesso tempo di sofisticato decorativismo, espresse non a caso attraverso il materiale della ceramica. La mostra va letta però anche come un laboratorio ancora una volta culturale, occasione di nuovi stimoli e opportunità. Infatti, accanto ad una lettura dell'esposizione incentrata sul tema della ceramica dal punto di vista storico e artigianale, si è lanciata una nuova sfida con l'inserimento di dieci opere firmate dagli allievi dei Corsi di Pittura dell'Accademia Cignaroli di Verona, sul tema del the, del caffè e della cioccolata. I dipinti sono stati realizzati secondo tre diversi criteri: l'impiego fisico del the o del caffè come materia colorante da applicare sul supporto (esempio i fondi); l'ispirazione a opere dei maestri del passato che avessero come tema queste bevande; infine, più generalmente, la creazione di una relazione con questi tre soggetti. I risultati sono interessanti. Gli studenti hanno lavorato con la consapevolezza della destinazione delle loro opere: un pubblico di esperti artigiani, di artisti della ceramica, in un museo dove l'arte manuale è fortemente radicata.La mostra, promossa dalla Fiera di Vicenza, dall'Amministrazione Provinciale e dal Comune di Nove, ha visto il coordinamento scientifico di Katia Brugnolo, ideatrice del progetto.L'esposizione certamente illumina di nuovi spunti il rapporto con queste bevande aromatiche, con le quali si ha una frequentazione quotidiana, soprattutto per quanto riguarda il caffè, assurto a bevanda "nazionale" italiana. Un rapporto ben radicato anche nel passato, visto la creatività e l'invenzione scatenate dagli artisti nei secoli scorsi. Il percorso è visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, con orario dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30.

CREMA «Faenza, l'eccellenza di una tradizione ceramica»
è allestita, fino al 16 dicembre, al Centro Culturale Sant'Agostino (Sala Pietro da Cenmo, via Dante). Tra i 43 pezzi provenienti dal Museo Internazionale Ceramiche di Faenza spiccano le ceramiche per ottiche astronomiche delle officine Galileo. Orario: 9-12; 14.30-18.30. Chiuso il lunedì. Info 0373/257161.

Museo Ginori: chiuso per lavori fino a febbraio
Gli effetti del ritorno del Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia sotto la stessa proprietà della azienda Ginori, avvenuto proprio pochi giorni fa, cominciano immediatamente a sentirsi. Come annunciato infatti dai vertici del Gruppo Pagnossin all'indomani della “storica” acquisizione, gli spazi di viale Pratese che ospitano alcuni dei maggiori capolavori e le più belle collezioni della storia della Manifattura fondata nel '700 dal marchese Carlo Ginori saranno sottoposti a lavori di restauro funzionali, tra l'altro, alla creazione di un punto shopping e di un bookshop oltre che alla realizzazione di un nuovo e più razionale “percorso museale”. Per le opere in programma il museo rimarrà chiuso dunque da oggi, lunedì 26 novembre, al prossimo 2 febbraio. Per informazioni sulle iniziative culturali in ponte per il 2002, “Mostre, corsi di pittura su porcellana, visite guidate alle collezioni” è possibile comunque contattare anche in questo periodo la segreteria del museo allo 055/4207767, fax 055/4205655, e-mail: museoginori@tin.it.

A dicembre convegno nazionale promosso dal Comune di Grottaglie Ceramica, città a confronto Per tracciare le linee della memoria storica
(gdm) GROTTAGLIE - Verranno da ognuna delle città italiane di antica, consolidata e riconosciuta tradizione ceramica. Le città del marchio «doc». Sono gli esperti che sono stati chiamati ad incontrarsi il 14 dicembre prossimo, appunto a Grottaglie, per un convegno nazionale che servirà a tracciare le linee della memoria storica delle città della ceramica. E, quindi, anche dei musei. L'iniziativa è stata organizzata dall'amministrazione comunale grottagliese in collaborazione con il museo della ceramica locale e della Federazione Italiana Amici dei Musei, in acronimo Fidam. Per questo, al castello Episcopio si svolgerà un'intera giornata di studio sulla cultura storico-artistica dei 28 centri italiani che sono riconosciuti proprio tra quelli «di antica e consolidata tradizione ceramica». Tra i partecipanti, l'amministrazione comunale sottolinea la programmata presenza di Carla Bonanni, presidente della Fidam, e del direttore scientifico della rivista degli amici dei musei, Roberto Lunardi, che presenterà l'edizione autunnale della stessa rivista. Ma a questo convegno ci saranno anche il vicepresidente dell'Associazione Italiana Città della Ceramica (Aicc), Francesco Pignataro, di Caltagirone. E si assicura che saranno inoltre presenti direttori e vari studiosi dei musei della ceramica italiana: da Montelupo Fiorentino a Caltagirone, da Vietri sul Mare ad Orvieto; da Cerreto Sannita ad Albissola, da Deruta ad Urbania ed altri. A questo convegno nazionale sulla ceramica viene dato grande risalto. E non solo dall'amministrazione civica locale. Per la direttrice del museo grottagliese, Daniela De Vincentis, «questo è un appuntamento importante: da un lato, raccoglie a Grottaglie tutte le diverse esperienze in ambito nazionale; d'altro canto, rappresenta l'occasione perchè tutti insieme si possa interagire e scambiare quei suggerimenti utili per un percorso culturale comune e, allo stesso tempo, complesso». c.pet.

Guida Touring sulle città della ceramica
(il resto del carlino) Viene presentata oggi nella sala del consiglio del Touring Club Italiano a Milano la Guida nazionale delle città della ceramica. Il volume è stato realizzato con la collaborazione dell'Associazione italiana città della ceramica,di cui è presidente l'assessore faentino Stefano Collina. La guida sarà venduta in 1800 librerie succursali del Tci a 24mila lire. Vi sono comprese le peculiarità artistiche delle città riconosciute di affermata tradizione ceramica, come Faenza, ai sensi della legge di tutela n° 188 del '90. Il volume riveste sicura importanza per la promozione turistico-artistica.

Due 'siamesi' della ceramica
(il resto del carlino) RAVENNA — C'è una foto di fine anni Cinquanta che liritrae sorridenti, insieme a Lidia Casadio Lombini, Bruno Chiarini e Franco Zoffoli. Sono davanti alla loro prima bottega, in via Fossa a Brisighella. Sono indicati con nome e cognome per esteso: Walter Bartoli e Adelmo Cornacchia, uno scultore e un pittore. Poi, nel mondo dell'arte ceramica e non solo, in quasi mezzo secolo, sono diventati 'solo' Bartoli-Cornacchia, ceramisti di straordinaria sensibilità artistica. «Nei pannelli come negli altorilievi, nelle sculture come nei vasi e nei piatti, Bartoli e Cornacchia sanno cogliere — ha scritto Natalino Guerra — ed eternare nel tempo la sete 'laica' di giustizia delle moderne masse popolari e lo spirito 'sacro' di amore delle antiche tradizioni di pietà, la fatica secolare dei contadini nei campi e la speranza redentrice degli operai in marcia, i presepi sempre vivi nelle chiede di città e le Madonne sempre vigili nei crocicchi di campagna». Altri critici li hanno definiti «Due siamesi in arte perché, per quanto li si conosca, non si riesce a identificare nelle loro opere ove finisca l'apporto dell'uno e cominci quello dell'altro». In occasione del 45° anno di attività della bottega d'arte, è Ravenna ha dedicare loro una grande mostra. La terra, il colore, il fuoco nelle varie espressioni è il tema dell'esposizione, che sarà allestita nell'ex chiesa di San Domenico, in via Cavour a Ravenna, trasformata in centro espositivo dal Comitato Opere di Religione della Diocesi di Ravenna. Si potranno ammirare oltre cento opere che spaziano da grandi rappresentazioni a tema biblico, ad altre espressioni, sacre e profane. Una suggestiva opera d'arte dei due maestri è ammirabile nella chiesa di San Lorenzo di Lugo. Si tratta del grandioso bassorilievo Il Giudizio Universale, nella controfacciata della chiesa (15 metri per 10) e dal Capitolo 12 dell'Apocalisse di San Giovanni, che adorna il catino absidale. Opere stupende, come ha sottolineato monsignor Serafino Zardoni, docente di teologia dogmatica a Bologna. La mostra ravennate sarà inaugurata sabato 1 dicembre (alle 17) dall'arcivescovo di Ravenna, Giuseppe Verucchi e da Gianni Ghirardini, presidente del Lions Club Romagna-Padusa. Per altro l'esposizione (che resterà aperta fino al 10 dicembre) ha anche un secondo aspetto: aiuterà le iniziative benefiche del Lions.

Verso il marchio doc per le opere d´arte create nei laboratori cittadini La ceramica nel destino delle Albisole Al via la quarta edizione del premio Piombino
Il prodotto artistico più noto ed universalmente conosciuto del territorio delle Albisole è sicuramente la ceramica, caratterizzata dalla tipica decorazione ad ornati o figure di colore blu ottenuta con l´ossido di cobalto, su fondo bianco o grigio-azzurro. Attualmente sono quindici i ceramisti che danno vita all´Associazione ceramisti. Un´associazione attiva e vitale che, dal 14 dicembre al 15 gennaio, organizza il quarto «Premio Piombino», concorso dedicato a Umberto Piombino, grande artista genovese che ad Albissola e Celle ha lavorato per molti anni. «Il concorso si divide in due sezioni, una ospitata nel museo di arte contemporanea di Marina riservata ai giovani, una cinquantina di ragazzi che dovranno presentare un presepe a tutto tondo. La seconda, ad invito, è riservata ai maestri e sarà ospitata al museo Trucco. I maestri potranno usare qualsiasi tecnica», spiega Lena Zannoni. E´ al rush finale, invece, la «doc» per la ceramica, il marchio di denominazione di origine controllata che permetterà agli artisti di firmare le loro produzioni. Spiega ancora Lena Zannoni: «Chi vorrà usare il marchio di Albissola dovrà produrre la sua opera nei forni cittadini utilizzando le antiche tecniche». L´inizio della produzione di ceramica nell´area ? comprensiva dell´attuale Albissola e dell´antica Savona ? viene fatto risalire attorno al XII secolo. In quello successivo inizia, con l´uso di vernici a base di stagno, la produzione della protomaoilica o maiolica arcaica. Nel XVI secolo, sotto la Repubblica di Genova, la produzione e l´esportazione di ceramiche diventano massicce. In questo periodo iniziano ad operare le più celebri famiglie di artisti del settore: Ghirardi, Conrado, Salamone, Pescio, Piccone e Seitone. La maiolica di Albissola si afferma così a livello internazionale; cominciano gli scambi culturali con altri centri artistici e le caratteristiche della produzione savonese si affinano sempre più, raggiungendo livelli assolutamente elevati di efficacia espressiva. Dopo la metà del settecento la tradizionale monocromia blu della ceramica albissolese si trasforma ed arricchisce con fondo color viola manganese o rosa manganese (Levantino) e colorazioni bruno-chiare (Seirullo). Il XVIII secolo è caratterizzato dall´attività di Giacomo Boselli. Con il XIX secolo e la concorrenza della nascente produzione industriale della ceramica, abbiamo una nuova radicale trasformazione dell´artigianato savonese. Da un lato nasce la nuova ceramica popolare a macchie nere e larghissima diffusione, dall´altro la produzione della ceramica artistica si separa da quella d´uso comune. Albissola diventa polo di attrazione di artisti di fama internazionale a partire dai primi decenni del ´900, con l´intensa stagione degli autori futuristi, e ancora oggi offre un panorama artistico e produttivo di assoluto rilievo. Albissola è divisa in due Comuni, Albisola Superiore ed Albissola Marina. È quest´ultima, in particolare, ad essere internazionalmente conosciuta come centro di produzione della ceramica e sede di laboratori artistici, gallerie e mostre.