settembre

Ceramica, festa nel clou
(il giornale di vicenza) Ieri sera con l'inaugurazione dei "Portoni aperti" Sono trentacinque i laboratori visitabili dove, tra l'altro, i più piccoli potranno cimentarsi come artigiani. Dalla produzione popolare del 1800 sino alle creazioni moderne. Un panorama lungo una settimana di Riccardo Bonato Il pennello appena poggiato in quattro cinque punti vicino, ecco fatto il fiore "non ti scordar" o, ancora, un mazzetto di spaghetti d'argilla, schiacciato e tenuto assieme da un paio di palline di materia appiattita: è pronto un fiorellino del portacandele la "busia". Questa è la ceramica novese, la vera tradizione, quella di persone semplici, da buon gusto, che con rapidità (anche per accorciare tempi e costi), hanno saputo inventare oggetti e decori di fascino. Questo modo di fare stilizzato ha avuto la sua maggior fortuna nell0800, nel periodo delle ceramiche popolari, famosi in particolari i piatti che ancor oggi abbelliscono ogni ambiente. Accanto però ci stanno tutte le altre espressioni possibili dell'arte ceramica, comprese quelle più raffinate con i ritratti dipinti con i pennelli più fini, i fiori realistici o ancora i riflessi delle ceramiche al "raku" (estratte incandescenti dal forno di cottura), le sculture moderne che si contrappongono a quelle classiche, magari ispirati dalla mitologia classica. Un vero strabiliante panorama delle possibilità offerte dalla materia ceramica, vera gran regina novese, visibile a tutti grazie all'ottava edizione dei "Portoni aperti" inaugurati ieri sera e visitabili per tutta la giornata di oggi e nel prossimo fine settimana (10 e 11 settembre). Sono 35 i luoghi nei quali i visitatori saranno ben accolti. Un itinerario che consente di comprendere come nasce la ceramica, si potrà anche provare a fabbricarla nei portoni "laboratorio" aperti anche alla fantasia dei bimbi. È questa la vera Festa della ceramica dell'associazione "Terra di ceramica", subito sposata dal Comune di Nove. La splendida vetrina della Festa della ceramica è un messaggio augurale, affinché la serpeggiante crisi del settore ceramico sia presto superata. È pure un modo per farsi coraggio con tutti i protagonisti di un settore che ha temuto fin troppo concorrenza e rivalità, mentre ora s'apre indistintamente a tutti, addetti ai lavori o visitatori e turisti, tutti amici per dire finalmente quanto bravi siano stati e sono ancora i maestri ceramisti di Nove.

(messaggero) Pesaro
Da oltre 40 anni Romolo Verzolini fa ceramica a Pesaro. Dopo gli studi all'Istituto d'Arte Mengaroni ha avuto intense esperienze di lavoro nelle botteghe dei maestri pesaresi di quegli anni. Oggi, raggiunta la sua piena maturità artistica, dopo aver ceduto l'avviata attività ai figli, Romolo si libera da ogni vincolo e produce opere, molte a carattere religioso, dove la modellazione della terra gli permettere di esprimere tutto il suo forte carattere. Sabato è stata inaugurata nella Sala Laurana della Prefettura una mostra che raccoglie le sue ultime opere. Queste sculture ceramiche trasmettono una strana impressione, quasi la sorpresa di questi angeli scesi sulla terra e rimasti meravigliati di fronte al nostro disordine.

(messaggero) Pesaro
Da oltre 40 anni Romolo Verzolini fa ceramica a Pesaro. Dopo gli studi all'Istituto d'Arte Mengaroni ha avuto intense esperienze di lavoro nelle botteghe dei maestri pesaresi di quegli anni. Oggi, raggiunta la sua piena maturità artistica, dopo aver ceduto l'avviata attività ai figli, Romolo si libera da ogni vincolo e produce opere, molte a carattere religioso, dove la modellazione della terra gli permettere di esprimere tutto il suo forte carattere. Sabato è stata inaugurata nella Sala Laurana della Prefettura una mostra che raccoglie le sue ultime opere. Queste sculture ceramiche trasmettono una strana impressione, quasi la sorpresa di questi angeli scesi sulla terra e rimasti meravigliati di fronte al nostro disordine.

Il percorso è stato ideato dalla curatrice del museo novese Brugnolo Cinquant'anni di ceramiche Manifatture, artisti e decoratori dal 1930 al 1980 Le sedi sono due: da domani a Nove, dal 24 a Vicenza
Domani alle 17.30, al Museo civico della ceramica di Nove s'inaugura la sezione locale della mostra "Le ceramiche vicentine: manifatture, artisti, decoratori e modellatori dal 1930 al 1980". La rassegna, che proseguirà sino al 27 novembre, rappresenta il primo dei due percorsi espositivi ideati dalla curatrice Katia Brugnolo, conservatrice del museo novese: il secondo prenderà avvio dal 24 settembre a Vicenza, al Salone degli Zavatteri, al pianoterra della Basilica Palladiana. Al centro delle due esposizioni, che presentano complessivamente circa quattrocento pezzi, la figura dell'imprenditore vicentino Tarcisio Tosin e le produzioni della ditta "Ceramiche d'Arte La Freccia", da lui fondata. Tra gli oggetti esposti al Museo della ceramica (che con questo evento festeggia il decennale della sua istituzione) vi sono anche quelli premiati dalla Fiera di Vicenza tra il 1949 e il 1975 per le soluzioni di design o in rappresentanza di ditte locali. Ma ampio spazio è dato anche a opere che si innestano nella storia recente della città. La più corposa sezione vicentina riguarderà invece una selezione delle ceramiche prodotte da "La Freccia", suddivise per temi. Le due esposizioni, che presentano pezzi provenienti prevalentemente da collezioni private, sono organizzate dai Comuni di Vicenza e di Nove, con il patrocinio della provincia di Vicenza, il sostegno di Associazione Artigiani, Camera di Commercio di Vicenza, Banca Popolare di Marostica e la collaborazione dell'associazione culturale "Kalamo". La mostra di Nove è aperta dal martedì a sabato dalle 9 alle 12.30, e la domenica dalle 15 alle 19; il biglietto costa 2 euro, ed è valido anche per la visita alla sezione vicentina. Informazioni allo 0424.829807; e-mail: museonove@ceramics.it. La prima sezione del segmento ospitato al museo di Nove riguarda il periodo storico a ridosso della crisi americana del 1929, che vide la riduzione del personale nelle aziende e numerose fusioni tra società. Celebre il caso della storica fabbrica Antonibon che dopo alcuni passaggi di proprietà fu acquisita da Lodovico Barettoni di Schio nel 1911, e che da allora iniziò un brillante percorso legato alla produzione ordinaria, ma anche all'ospitalità di artisti che diedero lustro all'azienda, contribuendo al superamento della crisi economica. Nel dopoguerra l'impegno fu rivolto al rinnovamento di macchine e attrezzature, con l'introduzione negli anni '50 della tecnica del colaggio, simbolo della transizione dalla fabbricazione di tipo artigianale a quella più moderna industriale. A Nove in quegli anni, e nel ventennio successivo, sorsero numerose aziende: come scrisse Giovanni Petucco, si assistette al fenomeno della "gemmazione delle manifatture". Nella seconda sezione sono presenti opere di alcuni dei grandi artisti e designers che lasciarono un segno profondo nella storia della ceramica del territorio, acquisendo in molti casi fama a livello internazionale. Tra questi, oltre ad autori quali Enzo Mari e Arnaldo Pomodoro, va ricordato Andrea Parini, direttore della Scuola d'Arte di Nove dal 1942 al 1963, eccellente ceramista originario di Caltagirone che con il suo linguaggio vernacolare e bizzarro segnò un originale percorso espressivo, aggiornato sulle tendenze contemporanee, dalla Pop-Art all'Informale. Infine la terza sezione è dedicata ai decoratori e modellatori della ceramica più importanti nel Vicentino. A Nove in particolare alla fine del secolo XIX prese avvio la "Scuola d'arte applicata all'argilla", istituto che, in sinergia con il settore produttivo locale, impegnò in qualità di docenti decoratori e modellatori di notevole abilità. I risultati di quelle stimolanti lezioni emergono nella eccezionale qualità che caratterizza le opere degli allievi, che si ritrovano tra i nomi proposti nella rassegna.

Faenza, Morini svela l'arte della ceramica
FAENZA - Dopo avere allestito un'esposizione permanente di reperti archeologici, primo prototipo di museo archeologico privato in Italia, e dopo mostre temporanee di grandi artisti, Carlo Zauli, Baj, Nanni Valentini, e della giovane artista Beatrice Pasquali, Banca di Romagna torna a vestire i panni di magnate d'arte. Questa volta l'istituto di credito dà spazio a un artista, Gianfranco Morini, le cui opere sono frutto di continuo studio e di ricerca di materiali e tecniche particolari. Saranno in mostra una trentina di opere. Il vernissage è in programma per oggi, alle 18.30, nella sede della banca, in corso Gabribaldi 1 (sarà presente anche il sindaco Claudio Casadio), e la mostra resterà aperta fino al 7 ottobre (dal lunedì al venerdì: 8.30-13, 15-16.Morini, nato a Faenza nel 1955, dopo gli studi artistici a Faenza (Istituto per la Ceramica) e a Bologna (Accademia di Belle Arti), è stato allievo di Augusto Betti e Alfonso Leoni, collaborando giovanissimo con maestri come Panos Tsolakos e Carlo Zauli. Dagli anni '70 ha iniziato la sua attività nell'industria ceramica lavorando come ricercatore in aziende di livello internazionale. Questa esposizione, dal titolo "L'arte nuoce gravemente alla salute", testimonia la sua ultima ricerca artistica, eseguita nello studio del maestro ceramista Piero Garavini in Faenza.

Design anni '50 - '60 in mostra a Castellamonte
(Zeronove.com) E' partita sabato 03 settembre la 45sima mostra della ceramica di Castellamonte (Torino), in dubbio fino alla fine di agosto per la mancanza di fondi. L'amministrazione pubblica presieduta dal sindaco Eugenio Bozzello, Enti pubblici e sponsor privati, sono arrivati ad una accordo: insieme finanzieranno la rassegna con 150 mila euro. Curatore della mostra sara' ancora Enzo Biffi Gentili, che per portare pubblico nella citta' della terra rossa puntera' soprattutto sugli artisti e gli artigiani locali. La rassegna, pero', avra' anche un ampio respiro internazionale, ed una sua sezione sara' dedicata alle opere realizzate dagli studenti dell' istituto d' arte ''Faccio'' di Castellamonte. Tra le novita', ci sara' la sezione ''The Crazy Bar'', con cui il curatore della rassegna torna a sottolineare l' importanza del design italiano degli anni '50 come fonte inesauribile di progetti. L' allestimento prevede bottiglie da liquore in ceramica degli anni '50 e '60, oggi diventati oggetti da collezione in Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Giappone. Per il secondo anno consecutivo, inoltre, ci sara' il premio 'glocal' 'Terra di Piemonte': istituito nel 2004 dalla Regione ha l' obiettivo di far rientrare in patria il patrimonio di artisti che si sono dedicati alle arti applicate.